Capitolo 27

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"Mi spiace essere arrivato tardi ragazzi" Niall si gratta il capo imbarazzato con una mano, gli occhi chiari che cercano conforto in ogni viso presente.

Harry è seduto a terra, le gambe aperte e piegate davanti al busto, una mano fra i capelli e il capo abbandonato contro un albero alle sue spalle.

Ha gli occhi socchiusi, il respiro regolare; le sue guance stanno lentamente riprendendo un colorito pallido mentre il suo occhio è ancora gravemente danneggiato.

Non riesco a smettere di fissargli le labbra. Mi sento come una drogata in astinenza davanti alla possibilità di un overdose della sua droga preferita.

Quelle labbra, ora tagliate e sporche di sangue rappresso, hanno detto che mi amano. Che lui mi ama.

E lo hanno detto con una tale tranquillità e consapevolezza che al momento non vi ho dato peso ma, ora che siamo tutti riuniti a leccarci le ferite, una simile verità mi ha realmente colpito al centro del cuore.

Amare e sapere di essere ricambiati è la situazione più piacevole e sicura del mondo, ti da' un senso di appartenenza, un posto in cui rifugiarsi quando si sta male.

Tutto ha più senso. Il dolore che abbiamo dovuto sopportare fino ad ora acquisisce un senso.

Per il resto mi sento vuota, come una bottiglietta di liquido aperta e lasciata cadere rovinosamente a terra.

Non so più se tornerò umana. Non so più se rivedrò mia madre. Non so nemmeno più se staremo tutti insieme o ora che Zayn se ne è andato ci divideremo, tornando ognuno a percorrere la propria strada.

Questa indeterminatezza è l'unica altra sensazione in grado di riempirmi ora.

Sospiro, nascondendo il viso fra le braccia, incrociate contro le mie gambe piegate.

La pelle della schiena si tira leggermente per il movimento, facendomi gemere sottovoce.

"Lasciami vedere come è messa la tua schiena" la voce di Harry mi circonda piacevolmente le orecchie, causandomi dei piccoli brividi di piacere per tutto il corpo.

Sorrido istintivamente, voltandomi per scoprire il suo viso a pochi centimetri da me, il suo sguardo attento e preoccupato che mi studia la schiena con circospezione.

Appoggia una mano sulle mie spalle, cogliendomi di sorpresa.

"Posso alzarti la maglia? Solo fino alle spalle"

Annuisco, leggermente imbarazzata dalle sue attenzioni, dalla sua vicinanza a me.

Arrotola delicatamente il tessuto della mia maglietta fino alle mie ascelle, per poi passare con lentezza i polpastrelli morbidi e gelidi lungo la mia spina dorsale.

Aspiro un soffio d'aria involontario quando si sofferma in un preciso punto all'altezza delle vertebre.

"Quel lurido figlio di puttana. Vorrei fosse sopravvissuto per poterlo uccidere nuovamente con le mie stesse mani"

"Ho un livido?" chiedo timidamente.

Il riccio mi sistema nuovamente la maglietta come prima, per poi lasciarmi un lungo bacio contro la tempia che mi infuoca come paglia secca al sole.

"Si, molto grande. Ma per fortuna sei un vampiro e passerà presto"

Abbasso il capo, non abituata a tutte queste tenerezze nei miei confronti; mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio, senza riuscire a incrociare i suoi occhi verdi.

"Grazie" rispondo con tono basso.

Sono patetica.

"Di cosa? Meglio che controlli io le condizioni del tuo corpo che qualsiasi altro ragazzo tu possa conoscere ora" tenta un occhiolino che mi fa ridacchiare sinceramente.

Amaranthus [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora