Prologue

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«Capisco che tu voglia sacrificare la tua vita per un'altra, io avrei fatto la stessa cosa.»

Queste parole mormorate nell'oscurità illuminavano una speranza vana. Una speranza che, oltre ad essere incatenata ad un letto davanti ad un uomo inferocito, forse potrei trovare, facendo tutto ciò che mi avrebbe detto di fare. In questo modo, mi avrebbe capita e mi avrebbe lasciata andare. Mi avrebbe concesso il libero arbitrio, per salvare questa mia preziosa vita.

Se non fosse stato così, sarei morta provando e tutti i suoi tentativi di tenermi ingabbiata qui sotto le sue regole sarebbero stati vani.

«Però sei folle.» La sua voce diventò più scura. Quella minuscola, stupida speranza si spense prima di potersi avverare. «Sei debole. Non sopravviverai, e neanche lei.»

Non potevo starmene qui pigramente, mentre la vita di una persona a me cara dipendeva dalle mie azioni. Non potevo. Sarei stata la sua prigioniera e lui avrebbe creduto di possedermi, ma queste sarebbe una cosa che avrei fatto. Che avrei dovuto fare.

«Non posso fare niente,» dissi, ma sperai che uscisse più come un ordine alle sue richieste. Ma così non fu, per il semplice fatto che io ero spaventata, indifesa, senza speranza. Il lamento si perse nel muro che ci circondava.

Se fosse stato nei miei panni anni fa, avrebbe capito le mie emozioni. Sapeva che non mi sarei fermata di fronte a niente, il che spiegava ciò che aveva fatto pure lui. Il che, spiegava il motivo per cui mi ritrovavo ammanettata e distesa sul suo letto nell'oscurità, con la sua voce che mi faceva percepire la sua presenza.

«Sì che puoi,» Sbottò. Anche se non riuscivo a vederlo, riuscivo ad immaginare la sua mascella indurirsi e i suoi occhi farsi sempre più scuri a fronte della mia provocazione. Avevo paura che mi avrebbe fatto del male, ma il suo duro tocco ancora non mi spaventava. Ancora.

Il mio polso si era sfregato per essere stato alzato con le manette per tutta quella che sembrava essere una notte senza fine. Il dolore mi teneva sveglia e in allerta, il che mi permetteva di rimanere conscia. Completamente esausta, un pensiero mi affiorò la mente: speravo che questo sarebbe stato uno dei miei incubi. Uno di quei sogni riempiti di oscurità, minacce e di pericolo, uno di quei sogni da cui lui mi svegliava, consolava e cacciava via.

Ora, mi stava forzando a viverli tutti.

«Perché sono un egoista,» Tuonò, dopo che un singhiozzo si ruppe nella mia gola. Le mie lamentele peggiorarono nel momento in cui lo sentii più vicino. Una scossa di paura mi travolse, quando sentii la sua mano tenere i miei capelli e sobbalzai al dolore, il mio collo costretto ad inclinarsi, «Sono un egoista, perché non lascerò che tu lo faccia.»

Lasciò improvvisamente la presa e io caddi all'indietro sul letto, le articolazioni dei miei polsi bruciarono per via del mio collasso.

E mentre Harry stava lì, in piedi a guardarmi nel buio, la sua espressione si intorpidiva alla vista del mio viso impaurito. Le manette continuavano a graffiare i miei polsi dolenti, ma ero troppo intontita per pensare al dolore. Non tenevo più a me stessa, dal momento in cui mi ero rassegnata dalla morte.

Ero totalmente indifesa e bloccata nel buio, nelle mani di un uomo sadico. E pensare che faceva tutto questo per proteggermi...

«Ti prego,» pregai, cercando di respirare e di eliminare la mia paura e il pensiero che Harry mi avrebbe sempre tenuta qui. E che aveva ragione – non c'era niente che avrei potuto fare. Ero pazza, debole e non ero niente in confronto a lui.

«No,» replicò, senza emozioni. Chiedere non mi avrebbe portato da nessuna parte, lo avrebbe solo fatto arrabbiare, ma la mia disperazione prevalse nella mia mente.

«Ti prego, Harry.»

«No.»

La durezza nel suo tono mi deluse. Era come se si fosse rotto un pezzo della mia anima, un pezzo di emozione si era rotto, mi rimaneva solo da singhiozzare. Dopo i miei pianti disperati, lo sentii venire in avanti, i suoi stivali picchiettarono contro il pavimento. Quando la luce si accese per via della porta leggermente aperta, pronunciò le sue ultime parole. Parole che aveva ripetuto, parole che avrei dovuto imprimere nella mia mente, prima o poi.

«Tu sei mia.»

The Northridge Ripper | Harry Styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora