3 | Clash

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Le ore passarono, dopo aver ricevuto un avvertimento da parte di Robin, i suoi genitori vennero a cenare a casa nostra. Lea, la sorella di papà, era estroversa, uno spirito libero e l'opposto di suo fratello in ogni punto. La sentii gridare giocosamente dopo essere entrata e dopo aver urlato a mia madre di "portare il suo culo al piano di sotto".

Crescendo e maturando se ci fosse stato qualcosa che avevo potuto notare era il forte legame che lei e mia madre condividevano. Durante gli anni però mia mamma si era chiusa in se stessa, prendendo le distanze. Tutta via la nevrosi di mia madre non aveva di certo fermato Lea, neanche adesso quando ero sicura che mia madre usciva di casa solo le volte in cui mio padre la forzava ad andare in concessionaria poche volte alle settimana.

Dopo aver sentito la sua voce per qualche secondo, scesi al piano di sotto, intenzionata a parlare con Robin per cercare di assicurarmi che tutto andasse bene prima della nostra partenza. Lui pensava che mi fossi inventata ciò che era successo e per quello ero molto arrabbiata. Ma dovevo scacciare quell'emozione, perché tra qualche ore saremmo partiti e litigare sarebbe l'ultima cosa di cui avevamo bisogno.

Come un attore prodigioso, mi sorrise e mi accolse dalle scale, neanche una nota di risentimento che mi sarei aspettata di vedere nei suoi occhi, ma solo una risata genuina mentre urlava, «Vi!» e mi abbracciava forte come se non ci fossimo visti da un paio d'ore.

Poi mi accorsi che quello era ciò che la nostra famiglia pensava. Non avevano idea del nostro piano, non avevano idea di ciò che stava per accadere. Ma ero sempre stata una pessima bugiarda e ancora pessima a nascondere le mie emozioni, quindi tutto ciò che offrii a mio cugino fu un sorriso forzato e un dolce, «Hey, Rob.»

Per un secondo esitò nel rompere l'abbraccio, il che mi fece capire che lui sapesse quanto la situazione fosse difficile per me. Cercavo davvero di fare del mio meglio, ma la sua madre intuitiva studiava con attenzione il mio atteggiamento come sempre faceva. C'era stata una volta in cui avevo dieci anni e non avevo passato il test di francese, lei era l'unica ad accorgersi che qualcosa non andava nel momento in cui entrai in macchina...

A volte, pensavo pure che Lea mi conoscesse meglio di mia madre.

Con i suoi soliti momenti di emicrania, sembrava stare bene nel momento in cui la vidi al piano di sotto. Attenta ma felice di vedere la sua cognata. Apparendo sorpresa, Lea mi rivolse uno sguardo prima di afferrare mia madre per portarla in cucina, con l'intenzione di finire di preparare la cena.

Frettolosamente, mi girai verso Robin, intenta a portarlo al piano di sopra per parlare del fatto che quel giorno se ne fosse andato senza avviso.

«Violet, vieni qui, devi assicurarti che l'acqua non si bruci!» Sospirai e chiusi i miei occhi in segno di frustrazione, sorridendo sarcastica all'ordine di mia zia. Le mie abilità culinarie erano così scarse ma non era un segreto nella nostra famiglia, ed era ciò che a papà non piaceva.

Ma Robin lo stava già seguendo insieme a mio zio Eric nel salone, incuriosita da quello stava facendo. Mi stava evitando, o almeno evitava di parlarmi. Pensava che forse volevo cambiare qualcosa del nostro piano, o forse pensava che fossi ancora fuori di me per quello che era successo.

«Arrivo!» risposi gioiosa, e odiavo ammetterlo, ma il mio stomaco stava facendo le capriole. Robin sapeva chi stava per lasciare? Sua madre era una brava persona. Se non fosse per Eric, lei lo sosterrebbe pienamente. Dopo essermi mossa il labbro e dopo essermi sentita ancora più frustrata, entrai in cucina.

Al bancone stava Michelle, la quale stava lavorando all'impasto dei biscotti e parlando con Lea sulle faccende di hockey, con qualche richiamo alla scuola, e a un certo punto menzionando anche il fatto che l'avessi salvata la scorsa notte dall'esserci incastrate nella neve. E mia madre, pure mi madre mi sorrideva. Sentii la gola farsi secca mentre guardai il sugo sul fornello da cucina e la mia famiglia interagire.

The Northridge Ripper | Harry Styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora