15 | Nightmare

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Nel bel mezzo della notte, mi svegliai inondata di sudore, un incubo mi si presentò. Solo dopo una o due ore dopo la punizione di Harry, mi ero svegliata piangendo e spaventata. Ogni parte di me era stata invasa dal panico, l'adrenalina scorreva nel mio sistema.

Tenendo le coperte strettamente tra le dita, sbattei le palpebre rapidamente, ma non riuscivo a togliermi di testa le immagini che avevo sognato. I suoni. La voce.

Per la prima volta da quando ero stata portata qui, avevo avuto un incubo. Ed era stato orrendo.

Vedevo solo l'oscurità. Il buio che mi circondava mi faceva soffocare. «Sei in trappola,» sussurrò una voce al mio orecchio. «E io ti ucciderò.» Era indescrivibile, quasi inumano. Una profonda, terrificante voce. Faceva ancora eco nella mia mente, invadendo i miei pensieri e incitandomi a impazzire.

Fuori, il vento ululò contro la casa pesantemente, e il tremolio del mio corpo si intensificò. Poi, il familiare dolore nel mio didietro a causa degli eventi della sera precedente si ripresentò. Misi una mano sul cuore che non cessava di battere, ed il soprannaturale suono mi spaventò sempre di più, come se non fossi in un sogno.

Per tutta la notte, ero rimasta seduta con le ginocchia strette al petto, la mia schiena contro il muro. Seduta e spaventata, il luccichio del sole che stava sorgendo attraverso la piccola finestra mi diede un senso di sollievo.

Poi mi sedetti, senza battere ciglio, finché Harry non arrivò dopo un'ora dall'alba. Mi trovò nella stessa posizione degli altri giorni: tremante come una foglia, incapace di chiudere occhio neanche un momento, e pietrificata. Per fortuna, comunque, le mie lacrime era asciutte da molto tempo. La sua figura indifferente mi vide, ma non sembrava essere arrabbiato – o almeno, così pensavo. La mia mente era un disordine. Dovetti trattenermi la paura nel momento in cui ruppe il silenzio con la sua dolce voce, e io mi concentrai su quello che era successo ieri notte dopo la punizione.

Se mi fossi fatta vedere spaventata, Harry si sarebbe arrabbiato di più.

«La colazione è pronta al piano di sotto,» disse, tranquillo, a conoscenza del mio stato confusionale e impaurito.

Al piano di sotto? Lentamente, sbattei le palpebre, sentendomi esausta e cercai di concentrarmi su quello che aveva detto. Recuperai il mio respiro nel momento in cui lui si avvicinò a me.

«Non ti farò del male, piccola,» mormorò dolcemente, il suo sguardo si intenerì ancora di più. «Prendi la mia mano, non ti farò del male. Hai la mia parola.»

Tremante e senza alcuna scelta, slegai la mano dalla coperta per poggiarla gentilmente sulla sua. Con un tocco delicato, Harry mi aiutò ad uscire dl letto, mettendo la mano dietro la mia schiena per mantenermi in equilibrio mentre io emisi un lamento. Il dolore era lancinante, non migliorava. Harry aveva centrato il suo obbiettivo, e ora avevo paura di respirare accanto a lui.

Di conseguenza a ciò che era avvenuto la sera precedente, il suo tocco gentile si ritrovò a confondermi. A spaventarmi, forse più delle volte in cui si arrabbiava.

Sospirando dolcemente, decise di fare una cosa, che io non avevo capito fino a quando non mi sollevò per sorreggermi tra le sue braccia, portandomi come aveva fatto la notte scorsa. Le braccia erano avvolte intorno alla mia schiena, le sue dita tracciarono e afferrarono dolcemente la pelle sotto la mia maglietta, mentre si girò per uscire dalla stanza recandosi alle scale. Il mio respiro sbalzò al suo tocco, ma cercai con tutta me stessa di calmarmi.

Colazione. Al piano di sotto. Solo Niall mi aveva fatta uscire dalla stanza – Harry, fino adesso, era stato molto più che d'accordo nel lasciarmi come una prigioniera nella piccola stanza.

The Northridge Ripper | Harry Styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora