La sera, il vento aveva cessato in qualche modo di fischiare, e io presi coraggio a porre le domande che avevo avuto paura di tirare fuori per tanto, tanto tempo. Solo che questa volta, erano più urgenti di sempre.
«Harry?» Chiesi dolcemente. Senza molto da fare in questa piccola capanna, senza elettricità dato che solo la luce del camino riusciva a mantenere un focolare, Harry dedicò la sua intenzione interamente a me. Per tutte queste ore mi aveva tenuta stretta, separando le sue gambe, in modo che potessi infilarmi tra di esse, e la mia schiena era rimasta premuta contro il suo petto, la testa sui cuscini.
«Sì, piccola,» mormorò, con gli occhi chiusi, disegnando dei cerchi immaginari sulla mia coscia col pollice.
«Chi... chi era quello?»
Con una rapida occhiata verso la sua parte, vidi la sua espressione indurirsi. «Non preoccuparti di questo. Solo sappi che non ti perderò di vista in futuro, e che ti proteggerò sempre.»
Oh, no. Sembrava una brutta cosa. Terrificante, soprattutto se c'era in ballo Harry. Entrambe le mie mani andarono alla ricerca della sue, tenendolo stretto. «Sei in pericolo?»
I suoi occhi si aprirono, e mi guardò come per divertimento. «No, piccola. Ti ho detto di non preoccuparti, quindi non farlo.»
Pochi minuti passarono, e io intanto pensai. Pensati a troppe cose, e finii per preoccuparmi troppo. «Harry?»
«Sì piccola?» Guardò la testa per incontrare i miei occhi, cauto, ma curioso della mia domanda.
«Non ci capisco molto. Non me l'hai mai detto...» la mia voce morì quando i suoi occhi si indurirono. «Solo...io...»
«Te l'ho detto,» sospirò, girandomi e tenendo le mie mani, l'altra viaggiò tra i miei capelli. «Ci sono cose che non hai bisogno di sapere. Cosa di cui non ti parlerò, Violet. Per il tuo bene. Devi accettarlo. Fidati di me.»
Sentendomi completamente insoddisfatta dalla sua mancanza di voglia di rispondere alle mie domande, mi stesi e chiusi i miei occhi, e mi domandai se me ne avrebbe mai parlato. Harry era capace di aprirsi? Era un enorme mistero per me, il motivo per cui era così distante, o il motivo per cui mi chiedeva di fidarmi di lui ma sembrava che lui non si fidasse abbastanza di da potermi dare il motivo per cui mi aveva rapita. Non mi diceva niente. E così mi chiedevo, e se non fidasse per niente di me? E se volesse davvero per proteggermi?
Lo sentii girarsi di nuovo verso di me e le sue labbra finirono per premere contro la mia tempia, la mia attenzione andò interamente a lui. «Fidati di me, piccola. Fidati quando ti dico che sto facendo solo la cosa giusta per te.»
Ingoiai le mie parole, sapendo che si aspettava una mia risposta. Dopo tutto quello che era successo, nonostante le sue punizioni, era chiaro che ormai non ci stavo capendo molto di questa situazione. Ed era appunto perché nessuno voleva dirmelo, ma dopo avermi salvata, dopo avermi impedito di morire, era chiaro che ormai le intenzioni di Harry non erano malvagie, voleva davvero proteggermi, una cosa che anche Robin aveva cercato di fare. Avere qualcuno che si prendesse cura di me era sconcertante, ma ero ciò che sentivo in Harry. Sentivo la sua sincerità, così scelsi di fare come diceva.
«Mi fido di te,» sussurrai, prima di girarmi verso le sue braccia e intrecciando il mio corpo con il suo, le sue mani mi accolsero subito.
«Diamine,» sospirò, sembrando affaticato. Sentii il suo sguardo dolce scrutarmi mentre io mi mettevo comoda, ma tenni gli occhi chiusi, e finii per accennare un piccolo e timido sorriso. «Come diavolo ho fatto a resisterti...» si domandò ad alta voce, le sue dita accarezzarono il mio ombelico.
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The Northridge Ripper | Harry Styles (Italian Translation)
FanfictionViolet non avrebbe mai creduto alle storie raccontate sulla foresta che circondava la sua dimora: storie di un uomo malvagio che si nascondeva dietro gli alberi, storie di ragazze rapite e non ritrovate più. Storie su un serial killer... di uno Squ...