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Due giorni passarono.

Niall era sempre presente di giorno, ma veniva praticamente cacciato via di sera.

Erano momenti critici per Harry, e io non ero che il suo principale bersaglio nei suoi momenti di rabbia incontenibile.

Odiava il tocco di Niall su di me. Odiava il fatto che io non vedessi l'ora di uscire dalla stanza solo per passare il mio tempo con lui. Odiava che io mangiassi grazie a lui, ma più di tutto, odiava che mi toccasse.

Lo odiava.

Odiava di più il fatto che non mi dispiacesse.

E non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, dato che nessuno – incluso Niall – desiderava illuminarmi della faccenda o del motivo per cui ero qui, a passare il mio tempo con questi uomini armati —all'apparenza sembravano essere dei criminali, come se fosse la cosa più normale del mondo.

A mio favore, Niall riusciva ancora a mantenere il contatto con me al minimo, ma gli occhi di Harry si indurivano e rivolgevano sempre uno sguardo di ammonimento a Niall quando eravamo vicini.

Harry era possessivo. Nei miei confronti.

E questo era terrificante.

La seconda sera della sua permanenza, mentre Harry stava raccogliendo della legna da fuori, Niall lentamente e a malincuore, mi disse di dover partire domani.

«E' per Harry, vero? Ti sta facendo andare via?» La mia domanda non era stata posta con rabbia. Era più una conferma, un'accettazione. Una malinconica accettazione. Perché sapevo che le cose non stavano andando nel verso giusto. Sapevo che Harry non riusciva ad accettare la costante presenza di Niall per ancora un po'. Per qualche strana ragione, mi voleva tutta per lui.

«Mi dispiace, Violet,» Niall sospirò, confermando il mio sospetto.

Anche se ero sul punto di piangere, sorrisi tristemente attraverso le mie lacrime non ancora versate. «No, non dispiacerti. Hai fatto più di quanto dovevi. Grazie, Niall.»

Sorridendo dolcemente, si avvicinò per stamparmi un soffice bacio sulla fronte. «Vedrai che Harry si scioglierà in poco tempo se continuerai ad essere così dolce.»

Il mio stomaco brontolò e minacciò di rigettare il panino di formaggio grigliato che Niall aveva preparato per me prima, sempre contro il volere di Harry.

Quindi sarei rimasta qui per un po'.

Diamine, mi veniva davvero da vomitare.

«Qualcuno è al corrente della mia scomparsa?» chiesi tranquillamente, di fretta e disperata, afferrando il suo braccio.

Sorpreso, distolse lo sguardo dalla televisione lo rivolse verso di me. «La mia famiglia sa che sono scomparsa?»

Questo pensiero mi tormentava da giorni. Giorni e giorni, preoccupata, stressata, piena di speranza. Qualcuno lo doveva sapere.

Ma lo sguardo nei suoi occhi, anche se non era tenuto a rispondere, diceva il contrario. Il mio stomaco reagì ancora di più, cadendo nella delusione. «Pensano che io sia a New York, non è vero?»

Il suo cenno di affermazione fu sottile, i suoi occhi mostravano simpatia e dolcezza, e con un respiro strozzato, mi appoggiai allo schienale del divano, con le gambe e le ginocchia premute contro il mio petto.

«Avevo lasciato loro un bigliettino,» spiegai. «Dicendo alla mia sorellina di non preoccuparsi, perché avrei perseguito i miei sogni e sarei stata felice. Le ho detto – le ho detto che sarei stata a New York, e che l'avrei contatta.»

The Northridge Ripper | Harry Styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora