Attenzione: capitolo rated R molto intenso ma anche molto dolce. Vi farà sciogliere.Buona lettura!
P.s.
Abbiate pietà di me, ce l'ho messa tutta :D
Mi ero allontanata.
Harry stava bollendo di rabbia, sì, ma questa volta era diverso. Qui, in questo momento, aspettandomi la sua stretta ferrea sul mio braccio e che mi riportasse a casa, invece, la sua grande mano prese la mia e mi avvicinò a lui. Mi mancava già il respiro, ricordandomi quello che aveva promesso. La regola fondamentale. Dannazione.
Ma certo, proprio quella dovevo violare... ma come biasimarmi?
«Avevo sentito mio cugino– non volevo– non ero...»
«Silenzio, piccola,» mormorò, permettendo alla mia (tremante ormai) mano di afferrare la tazza di cioccolato bollente. La presi senza dire niente, stupefatta quanto sconnessa dal tutto. «Ho visto. Bevi, quando torneremo discuteremo di quello che è successo.»
Nei suoi occhi c'erano delle nuvole, ma niente tuoni. Non ancora, almeno. Sentivo il suo dispiacere nella tensione che emanava ma decise di rimanere calmo, di rimanere in sé. Non fumante di rabbia. Non violento. Un momento, bevi la cioccolata bollente? Nonostante questa fosse la prima volta, dato quello che era successo, avrebbe gettato le nostre bevande e mi avrebbe presa sulla sua spalla. Come aveva già fatto. Sulla sua spalla, e poi sulle sue ginocchia. E non avevo dubbi che quest'ultimo sarebbe comunque successo, ma era diverso, un approccio ben differente da parte della mia dolce bestia che avevo imparato a conoscere. Quest'approccio, senza violenza, senza la cintura. Così speravo. Solo una regola violata e con le eventuali conseguenze.
«Mi stai spaventando,» dissi debolmente, per metà scherzosa e per metà seria. «Sento che ti stai comportando in maniera gentile, però poi...»
«Piccola,» fece una pausa e aspettò che incrociassi il suo sguardo. «Hai commesso qualcosa di estremamente pericoloso. Ci sarà una punizione, piccola, ma è solo per farti capire la gravità della situazione, di quello che sarebbe potuto succedere mentre eri fuori dal mio campo visivo. Hai capito?»
Sentendo le lacrime farsi strada lentamente, sopraffatta e sentendomi come una bambina da punire per i suoi comportamenti infantili... feci il broncio e trattenni le lacrime, e presi un sorso di cioccolata aspettando Harry, poi mi riportò indietro nel parcheggio dove il veicolo era stato riposto.
«Non voglio concludere la giornata così, piccola» sospirò, esitante accanto alla porta del SUV. Trovavo difficile guardarlo negli occhi, sapendo cosa mi aspettava. «C'è qualcos'altro che vorresti vedere? Dovrai tenermi per mano però, d'ora in avanti, ti chiedo solo questo.»
«No, grazie,» dissi, tornando a guardare le mie scarpe. «Ma forse... forse potremo leggere un po' dopo?»
Rispose con un sorriso, e questo mi tranquillizzò leggermente, o forse anche di più. Harry non era il mostro della nostra storia, dovevo tenerlo bene a mente. Voleva solo proteggermi, tenermi al sicuro, non mi avrebbe permesso di ostacolare i suoi sforzi. Quei pochi secondi potevano risultare niente per me, ma ora, immaginavo come ci si sentisse al suo posto. Anche quando ero scappata. Se la situazione fosse invertita, mi sentirei distrutta. Non volevo metterlo in quella situazione e mi sentivo male per quello che avevo fatto.
Durante lungo tragitto fino a casa l'atmosfera non sembrava così tesa come mi sarei aspettata. Niall russava nel sedile posteriore e ad Harry non dispiaceva se il suo amico si fosse preso una piccola pausa dai suoi doveri nel tenere tutto sotto controllo. Harry guidò cautamente per tutta la notte, e nonostante quello che mi aspettava a casa l'unica paura che mi rimaneva in cuore era per lo Squartatore, e per dove si poteva nascondere.
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The Northridge Ripper | Harry Styles (Italian Translation)
FanficViolet non avrebbe mai creduto alle storie raccontate sulla foresta che circondava la sua dimora: storie di un uomo malvagio che si nascondeva dietro gli alberi, storie di ragazze rapite e non ritrovate più. Storie su un serial killer... di uno Squ...