17 | Escape

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Dormii nel letto di Harry anche la notte successiva. E anche se un altro incubo mi aveva svegliato un'altra volta, sentivo sempre il suo braccio avvolgersi intorno a me, e la realtà mi portò ad una consapevolezza – la realtà era che la mia schiena era premuta contro il suo petto, in una stretta possessiva. Il fatto era però che io mi sentivo al sicuro qui, in questo momento con lui, e il sogno che non faceva che affliggermi continuamente era rimasto tale: un sogno, e niente di più. Non poteva farmi del male.

Pochi minuti erano quelli che impiegai a riaddormentarmi, le mie dita si intrecciarono a quelle di Harry ai miei lati.

La pace durò poco sfortunatamente, perché dopo aver lentamente ripreso coscienza mi resi conto di una cosa.

La presa di Harry era troppo stretta, cosa che la mia mente trovò molto strana. Poi, un dolce respiro si fece spazio sul retro del mio collo, lo sentivo. Percepii la sua durezza contro il mio didietro. Non appena mi mossi, la sua mano scese dal mio bacino alla coppa del mio seno, il quale era coperto solo da una t-shirt e niente di più.

«Harry?» Squittii, mortificata. La sua larga mano avvolse completamente il mio seno, e il mio stato scioccato arrivò alle stelle. Gemette ancora, il suono era ancora dolce, ma lui stava ancora dormendo. Aveva dormito per tutto questo tempo, le sue azioni erano il risultato della sua mente inconscia...

«Violet,» respirò, la passione si sentì nella sua voce.

O forse era un sogno. Un sogno erotico.

«Svegliati... Harry.» Debolmente, scossi il suo braccio nel tentativo di riportarlo in uno stato di piena coscienza. Percepii il momento in cui si svegliò per via della spinta che i suoi fianchi diedero al mio didietro, permettendomi di sentirlo completamente. Un lamento fuoriuscì dalla mia bocca rumorosamente, ma ad Harry sembrò non importare. La sua mano allentò la presa sul seno, ma non la lasciò, infatti il suo pollice sfiorò dolcemente il mio capezzolo. Non riuscivo neanche a pensare a cosa dire.

«Piccola e innocente Violet...» mormorò gutturale. «Non hai idea di quello che mi fai.»

Per altri pochi momenti rimanemmo lì, finché non rilasciò uno sbadiglio e si ritirò, il gesto fu troppo impetuoso, cosa che mi fece capire quanto sforzo stesse provando per non perdere il controllo.

«Fatti trovare al piano di sotto per colazione tra un'ora,» ordinò, il tono non più dolce e seducente di prima. Era tagliente, freddo. Questo mi scioccava date le circostanze di prima.

Senza un'altra parola, se ne andò, non facendo sbattere troppo forte la porta dietro di lui. Per altri dieci minuti rimasi seduta sul letto, pensando a quello che era successo. Sì, Harry aveva continuato a dormire... ma mi stava sognando. E anche dopo essersi svegliato non si era sforzato a smettere. Aveva reso chiaro il fatto di non essersi pentito delle sue azioni incoscienti.

Poi mi resi conto di non volerlo fare arrabbiare se fossi scesa al piano di sotto oltre il tempo che mi aveva dato, mi alzai dal letto e entrai in bagno per fare una doccia veloce. Sfortunatamente non mi aiutò a svuotare la mente o a migliorare la situazione, e solo quando i miei capelli erano completamente asciutti e il mio corpo non era coperto da niente se non da un asciugamano che mi accorsi di trovare insieme ai vestiti che Harry mi aveva lasciato. Un paio di leggings e un maglione.

Il suo maglione.

Ingoiai tutto, tentata a non indossare quello che sembrava voler confermare di essere sua, ma siccome ero troppo spaventata dalla sua reazione, esitante, lo indossai. Aveva il suo odore, un odore di legna insieme ad un sottile cenno di colonia, il tessuto era soffice.

The Northridge Ripper | Harry Styles (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora