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Papà è tornato a casa finalmente.
Gli corro incontro quasi piangendo e quando faccio per abbracciarlo lui mi spinge via aggiungendo un: "spostati ragazzina"

Ragazzina? Mi aveva davvero chiamato ragazzina? Ragazzina un corno, sono sua figlia!

Me: "papà dov'è la mamma?"
Papà: "mamma ha preso il primo aereo per Brighton ed è tornata a vivere da sua sorella"
Me: "e me lo dici così, come se fosse una cosa normale?"
Papà: "cosa vuoi che ti dica ragazzina?"

Ragazzina? Ancora con questa ragazzina? Ma allora insiste proprio!

Me: "ragazzina di sto ca**o, sono tua figlia!"
Papà: "modera il linguaggio... Ragazzina" disse con un lancio di sfida.

Mi sembrava di parlare con un bimbomin***a di 11 anni, così me ne andai in camera mia.

Sentivo papà smadonnare al telefono con mamma e davvero non potevo crederci, dicevano sempre di lasciarsi ma non pensavo ne avessero davvero il coraggio.

No, non sono la solita ragazzina che si metterebbe a piangere per questo, perchè in fondo, forse, è meglio così, non li sentirò litigare ogni 3x2.

Okay, cerco di fare la dura ma in fondo mi mancheranno quelle cenette si famiglia di qualche anno fa, Le festicciole e i compleanni che mi preparavano quand'ero piccina e sopratutto Pasqua e Natale, dove tutti i parenti si riunivano e c'era tanto di quell'amore nell'aria.

Forse ho parlato troppo, quando parlo dei miei pensieri e ricordi rischio di perdermici dentro e rischio di non smettere più di parlarne.

Papà è appena uscito di casa sbattendo la porta e ovviamente senza dirmi niente, è proprio cambiato, secondo me senza la mamma non riesce nemmeno a stare in piedi.

Si è fatta sera e non mi interessa neanche più dov'è papà, ora mi scaldo un tozzo di pizza e poi mi faccio una partita ai videogames.

Sí, sono una ragazza appassionata di videogames, non solo i maschi sono bravi a giocarci.

STAY | Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora