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Le immense arcate del Circo Massimo sembravano le innumerevoli fauci spalancate di un mostro che divorava la gente.

Quel mostro aveva anche degli occhi che rendevano ancora spaventosi i suoi morsi: erano tanti finestrini quadrati che si aprivano nei due piani superiori.

Nel chiarore bluastro che precedeva l'alba, i colori non si erano ancora svegliati...tutto sembrava spettrale...

Si vedeva solo la rigida imponenza delle arcate del Circo Massimo che proseguiva senza fermarsi con la sua alternanza di archi bui e pilastri chiari per oltre mezzo chilometro.

Louis si infilò sotto uno degli archi e cominciò a percorrere il porticato che era formato proprio da tutti gli archi comunicanti fra loro.

Le botteghe che si affacciavano lungo i lati erano già aperte e offrivano i loro prodotti ai primi clienti della giornata.

Vendevano cibo da portare sulle gradinate ( olive, pane, formaggio, pesci in salamoia ), ma anche cuscini, ripari contro il sole, mantelle contro il freddo e la pioggia e molto altro ancora.

Altri negozi, invece, esponevano merce che non aveva nulla a che vedere con le corse: vestiti, olio, spezie, vasellame di terracotta...

Appoggiate ad un'arcata vi erano alcune ragazze che aspettavano i loro clienti.

Il loro aspetto era orientale, avevano lunghi e neri capelli ricci, carnagione scura, fianchi abbondanti e occhi allungati che un trucco pesante allungava all'inverosimile.

Erano ricoperte solo da veli e nessuno aveva dubbi sulla professione che svolgevano.

Louis passò oltre e non prestò attenzione a nulla, seguì semplicemente la massa di gente che era in coda per salire sulle gradinate dell'anfiteatro.

Vi era così tanta folla, perché tutti volevano giungere ai settori popolari dove i posti erano gratuiti e non esisteva l'assegnazione.

Louis, però, non era interessato ad ottenere un buon posto per assistere alle corse.

Uscì, infatti, dalla folla che saliva i primi gradini delle scalinate e si infilò in una bottega sotto i portici.

In realtà era una popina.

Superò sulla porta due clienti già ubriachi che stavano per venire alle mani e si diresse a passo svelto verso un capannello di persone in disparte attorno ad un tavolo.

Tutta quella gente stava facendo scommesse per le corse di quel giorno e Louis era proprio uno di loro, uno scommettitore incallito, un uomo convinto di poter uscire dalla miseria in cui viveva con i soldi di una grossa vincita.

Ad amorem currere ( Larry Stylinson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora