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Nel frattempo dietro ai cancelli che Louis fissava tanto intensamente ferveva un'attività concitata.

La quadriga della squadra rossa e quella della squadra bianca si avvicinarono frontalmente e i cavalli si imbizzarrirono obbligando gli addetti alla manutenzione ad allontanare i due carri per schierarli.

Harry era già sulla propria biga con le redini in pugno e stava parlando con Prospero, il capo della squadra blu, il padrone di ogni cosa.

" Devi vincere, non ci sono altri risultati validi!" urlò l'uomo, muovendo le dita piene di anelli d'oro.

Harry annuì con un mezzo sorriso sulle labbra, ben sapendo che avrebbe utilizzato ogni mezzo, lecito o meno, per arrivare alla vittoria.

Alcuni schiavi, ad un cenno del padrone, giunsero di corsa e aiutarono il ragazzo riccio a schierare la propria quadriga nella fila che gli era stata assegnata.

Il magistrato incaricato di dare il via alla corsa apparve, con la sua toga viola, in una speciale tribuna sopra i cancelli di partenza.

Louis, quando lo vide, si alzò in piedi e cominciò ad urlare insieme a tutto il pubblico.

Il segnale di partenza sarebbe stato un panno bianco che  srotolato e fatto cadere per terra.

Ogni auriga, dietro il cancello di legno, aveva la frusta sollevata in alto come una spada ed era pronto a dare il violento fendente di partenza sui cavalli.

Harry non staccava gli occhi dall'addetto all'apertura del suo cancello, il morator, che era teso come la corda di un arco per cogliere ogni minimo segnale da parte del magistrato.

Anche i cavalli sentivano il nervosismo, sbuffavano e scuotevano la testa, raspando il terreno con gli zoccoli.

Pochi metri sopra le loro criniere il braccio del magistrato si tese e il clamore della folla si fece sempre più forte, quasi fosse un rullo di tamburo.

Tutto, per un istante, sembrò fermarsi, poi, all'improvviso, il bagliore del panno bianco lasciato cadere dalla sua mano fece esplodere tutto il Circo.

In una frazione di secondo, gli addetti ai cancelli sbloccarono le spranghe e i cancelli si spalancarono di colpo.

I carri partirono e scomparvero nella luce, come se l'area li avesse inghiottiti.

Louis li vide sbucare all'improvviso dalle arcate e lo stadio esplose in un grido spaventoso.

Tutti puntarono gli occhi su chi allungava di più nei primi metri, dato che era essenziale arrivare ben piazzati alla prima curva, dato che, per la prima metà del giro, era vietato superare gli avversari.

Louis si alzò in piedi e gridò:

" Forza Sagitta! Corri!"

Ad amorem currere ( Larry Stylinson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora