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Louis non era mai stato così felice e, soprattutto, non aveva mai posseduto in vita sua una somma di denaro così grande.

Percorse rapidamente la via che circondava il Circo Massimo sul retro dell'anfiteatro, quando passò davanti alla più famosa popina di Roma.

In quell'osteria andavano a bere gli aurighi e i cittadini più facoltosi della capitale e Louis, data la sua condizione sociale, non aveva mai neppure potuto avvicinarvisi.

Sapeva che non avrebbe dovuto fermarsi e sapeva anche che avrebbe dovuto proseguire il suo cammino dritto verso casa per mettere al sicuro i suoi soldi, ma il desiderio di poter farsi vedere in un ambiente che solo pochi eletti potevano frequentare fu più grande della paura che gli potesse capitare qualcosa.

Si ritrovò così a varcare con una certa dose di vanità mista a paura la soglia della popina e a mischiarsi ai clienti eleganti e ricchi che la frequentavano.

L'oste, non appena lo vide entrare, scosse la testa disgustato e chiamò subito due schiavi con l'intenzione di buttarlo fuori dal locale.

" Posso pagare " si difese Louis, mostrando al proprietario una moneta d'oro nuova e lucida.

L'uomo lo guardò perplesso, ma, di fronte al denaro, alzò le spalle indifferente e fece cenno allo scommettitore di sedersi.

Senza nemmeno chiedere che cosa volesse, l'oste prese una brocca di vino aromatizzato con miele e spezie e la pose davanti a Louis accompagnandola con una coppa di bronzo.

Il ragazzo si versò da bere e, mentre si portava il bicchiere alle labbra, si guardò in giro nel locale.

Riconobbe diversi uomini politici di Roma e poi, in un angolo un po' più appartato, Harry, l'auriga della squadra azzurra, insieme a parecchi membri della sua scuderia.

Stavano bevendo e festeggiando, accompagnando ogni calice di vino con grida di giubilo e acclamazioni di gioia per la vittoria ottenuta nella gara.

Louis sorrise suo malgrado e, in cuor suo, si unì ai festeggiamenti ringraziando in silenzio il bell'auriga e i suoi cavalli che gli avevano permesso di vincere una così grande somma di denaro.

Louis, però, purtroppo, non si accontentò di bere uno o due bicchieri di vino, ma andò oltre e, in breve tempo, si ritrovò ubriaco a raccontare tutta la sua vita all'oste, partendo da quando era nato, fino ad arrivare a quel giorno e a tutti i soldi che aveva vinto in seguito alla scommessa.

Con un ultimo briciolo di lucidità il ragazzo trovò la forza di alzarsi e di uscire dalla popina.

Si avviò così traballando, allegro, ma anche un po' nauseato dal vino bevuto, verso la propria casa.

Ad amorem currere ( Larry Stylinson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora