6 ANNI PRIMA.
Oggi è un giorno meraviglioso, il sole di prima mattina splende come non aveva mai fatto prima, gli uccelli cantano una melodia che ti riscalda il cuore. Io e la mia famiglia stiamo per partire, siamo diretti verso le colline, non vedo l'ora che papà metta in moto per andare via, ho sempre amato la natura. Mamma e io stiamo preparando la cesta per il pranzo mentre mia sorella maggiore, Esmeralda, sta aiutando papà a sistemare le ultime cose per il picnic in macchina. Io e mia sorella non ci assomigliamo, io ho gli occhi marroni e i capelli biondi, mentre lei ha gli occhi verdi e i capelli castano ambrato però di siamo simili caratterialmente per certi aspetti, lei ama le feste di lusso, io no, lei è una ragazza che prende in mano la situazione, io sono un po' più calma, lei suona il pianoforte, io preferisco cantare e ballare, tutte e due però amiamo la natura e gli animali. Mia madre è una bellissima donna di 40 anni (anche se ne dimostra meno), ha i capelli ricci, color castano ambrato, che li ricadono sulle spalle adesso e la cosa che più mi emozione è che ha il pancione, aspetta due bambini e non vedo l'ora che nascano; papà invece ha 42 anni, ha i capelli neri corvino e gli occhi verde smeraldo, il loro amore è nato alle medie poi finita l'università si sono sposati, hanno avuti molti problemi da affrontare ma li hanno superati e ora il loro amore è più forte di prima, ogni giorno si dimostrano che si amano follemente, come invidio il loro amore così puro e così magico.
Finalmente possiamo partire, saliamo in macchina, papà mette in moto e via!!
La vista dal finestrino è spettacolare, ogni chilometro che facciamo rimango sempre con la bocca aperta, non avevo mai visto tanta bellezza in una giornata, boschi colorati, il fiume cristallino, campi di fiori, queste cose le avevo lette solo nel libri <<Dafne chiudi la bocca, altrimenti ti entrano le mosche>> mi rimprovera mia mamma in tono scherzoso <<Ma mamma come faccio a non rimanere incantata da tutta la meraviglia che c'è la fuori?>> le domando indicando il finestrino <<Beh forse se non passassi tutto quel tempo sui libri, ti accorgeresti quanto è bella la realtà>> io le faccio la linguaccia e metto il broncio, tutti scoppiano a ridere, non resistendo mi metto a ridere anche io. Ad un certo punto mi accorgo che in una collinetta lì vicino c'è un meraviglioso castello <<Mamma ma quello è un vero castello?>> non toglievo gli occhi da quella meraviglia immensa <<Oh quello! sì amore è un vero castello, ci vive la famiglia reale del nostro Regno>> <<Wow>> riuscii solo a dire <<Sapete bambine mie, Re Orlando e la Regina Caterina sono dei ottimi sovrani, mettono a primo posto il bene del popolo>> quando la mamma parlava della famiglia reale le si illuminano gli occhi, credo che quando era più giovane desiderasse essere un principessa, però sono sicurissima che non sarebbe felice come lo è adesso, il suo principe ce l'ha già, ed è il mio papà. Vedo come si guardano, hanno un'altra luce negli occhi, hanno la luce dell'amore, sono fatti l'uno per l'altro, torno alla realtà perché la mamma mi sta sventolando il suo telefono davanti agli occhi <<Dafne mi stai ascoltando?>> <<Scusa mamma, dicevi?>> lei sbuffa rassegnata, lo sa che quando mi perdo nelle mie fantasie è difficile che ascolti le persone che mi stanno intorno <<Ho detto che i sovrani hanno un figlio della tua età, si chiama Jules>> ci mostra una foto, ritrae un ragazzo della mia età, alto, biondo, occhi azzurri come il ghiaccio un sorriso che farebbe sciogliere il ghiaccio più spesso del mondo.Tra le chiacchere siamo arrivati a destinazione, scendo dall'auto e mi piombo sotto un albero poco più in là dell'auto, maestoso, forte e fa da ombra, decidiamo di mettere le cose per il picnic sotto quest'albero, mia madre continuava a chiamarmi e a dirmi di prendere le altre cose dalla macchina e di metterle sula vecchia coperta posta sotto l'albero, poi ci sediamo e iniziamo a mangiare tutte le cose che mamma ha preparato, tutto squisito, la mamma fa sempre cose buonissime.
Passiamo tutto il pomeriggio a giocare, cantare, ballare, scherzare e oramai il sole sta tramontando, il cielo si tinge di varie sfumature dall'arancio al viola, per poi diventare blu scuro, con l'aggiunta di puntini bianchi; le stelle, starei ore a guardarle, a guardare le meravigliose costellazioni che si formano, immaginare le loro storie.Il viaggio di ritorno fu abbastanza tranquillo, quando passammo davanti al punto dove alla mattina avevo visto il costello, non resistetti, era meraviglioso, tutto illuminato, per un momento m'immaginai come deve essere vivere là dentro, con il giardino immenso, le servitù, le feste e gli abiti. Arrivammo a casa prima del previsto, scendemmo e trovammo la porta di casa aperta, Roberto, il nostro maggiordomo non poteva essere perché aveva avuto la giornata libera; quindi sicuramente c'era qualcuno in casa, papà chiamò subito a polizia, poi venne da me e Esmeralda che eravamo spaventate, la mamma era vicino a noi, seguiva con lo sguardo i movimenti del marito <<Tesori miei, rimanete qua fino a che arriva la polizia, io vado dentro a vedere cos' è successo. Non muovetevi>> <<Caro vengo anche io>> protesta mia madre guardandolo negli occhi con una mano sul suo avambraccio <<No tesoro, rimani qua con loro>>insiste mio padre <<No! Io vengo con te, punto!>> si leggeva la determinazione negli occhi di mia mamma, mio papà annuii soltanto, sapeva che era una guerra persa, mia mamma era più testarda di un mulo quando voleva e io ho preso da lei <<Vi vogliamo bene, torneremo appena avremo controllato la casa>> papà prese la mamma ed entrarono in casa, sapevo, me lo sentivo, che se avessero varcato quella porta molto probabilmente non li avremo più rivisti, dopo poco si sentii uno sparo e subito dopo un altro, vidi una figura nera che stava scappando passando dalla porta di servizio, non ci pensai due volte e mi fiondai dentro casa non badando a Esmeralda che mi diceva di tornare indietro e aspettare la polizia, mi fiondai dentro e la prima camera che mi venne in mante di controllare fu quella dei miei genitori, salii le scale e andai nella loro camera. Quando arrivai sulla soglia della porta vidi l'orrore. I miei genitori distesi in una pozza di sangue, respiravano ancora anche se a fatica, andai da loro, mi inginocchiai portando le mani alla bocca, non sapevo cosa fare, mi restava solo da aspettare l'arrivo della polizia, iniziai ad accarezzare il ventre di mia madre, se mia mamma non ce l'avrebbe fatta anche quelle piccole creature non sarebbero sopravvissute, iniziai a piangere più forte di prima, era una cosa ingiusta <<Amore mio...perdonaci...>> mia madre iniziò a parlare <<Shhh, non affaticarti mamma, vedrai che ce la farete, dovete farcela>> lei scuote la testa negando <<No piccola mia, ormai siamo stanchi, non ce la facciamo più, ma tu devi essere forte, per le tue sorelle, per noi ma soprattutto per te>> <<No mamma, voi dovete farcela, per noi, vi prego non lasciateci>> <<Tesoro, io e la mamma vi abbiamo voluto bene dal primo momento che abbiamo scoperto di voi e ve ne vorremo sempre anche dopo la morte, veglieremo sempre su di voi>> il mio papà, anche lui sta piangendo come la mamma, si guardarono, si presero per mano, si dissero il loro ultimo <<Ti amo>> e poi chiusero gli occhi per sempre, ormai non vedevo più nulla e lacrime scendevano come se fossero delle cascate.
Dopo una ventina di minuti arrivò anche la polizia e un'ambulanza, portarono mia madre in ospedale per farle un cesario così avrebbero salvato i bambini che portava in grembo, Roberto era al nostro fianco, era arrivato anche lui dopo che la polizia lo chiamò. La polizia ci interrogò a lungo sulla faccenda, ci chiedevano sempre le solite cose: a che ora è avvenuto il fatto, avete visto in faccia l'uomo, ecc.; io non riuscivo a rispondere, rivedevo le scene della loro morte, non ne potevo più, i poliziotti continuavano a consolarci e a garantirci che avrebbero arrestato il colpevole, io volevo solo essere lasciata in pace e piangere la loro morte.
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Il canto del cuore
RomanceDafne Black è una diciottenne che vive con le sue tre sorelle: Esmeralda, la maggiore, Lila e Ariel, le due gemelline più piccole. Dafne dopo una tragica perdita deve badare alle sorelline insieme a sua sorella maggiore, ad aiutarle però c'è Roberto...