CAPITOLO 18

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Era giunta l'ora, avrei dovuto cantare da un momento all'altro, sono nervosissima. Io ero dietro a dei tendoni che mi nascondevano e che al momento giusto si sarebbero aperti rivelandomi, così io nel momento che la musica iniziava avrei dovuto iniziare a cantare, però ero tesissima <<Dafne sei qua dietro?>> chiesi una voce dietro la tenda <<Jules sei tu?>> avrei riconosciuto la sua voce fra mille <<Si. Sei nervosa?>> <<Si, sto andando nel panico>> iniziai a camminare avanti e indietro <<Vuoi che venga là?>> chiese mettendo una mano sulla tenda <<Si ti prego, ho bisogno che qualcuno mi calmi>> lui scostò la tenda e venne da me, si fermò per guardarmi e rimase pietrificato <<Dafne ma sei magnifica>> <<Grazie>> divenni rossa, quando mi faceva i complimenti credevo sempre di morire <<Ho una sorpresa per te, sapevo che saresti stata un po'  nervosa e allora ho pensato che questo ti avrebbe aiutato>> mi disse <<Cosa?>> chiesi <<Guarda tu stessa>> spostò un po' la tenda, guardai la sala piena di persone <<Cosa dovrei guardare?>> non capivo quale era la sua sorpresa <<Guarda attentamente>> guardai tutti gli invitati e dopo poco individuai le mie sorelle, erano tutte e tre lì che parlavano tra loro <<Oh mio Dio! Hai invitato le mie sorelle?>> lo guardai <<Si spero che ti faccia piacere>> <<Grazie Jules...Grazie>> <<Adesso tocca a te fare una sorpresa a loro e agli invitati>> mi diede un bacio sulla guancia <<Jules>> lo chiamai prima che andasse in sala <<Dimmi>> <<Sai suonare il piano?>> chiesi speranzosa <<Si perché?>> chiese <<Perché la canzone che voglio fare ha bisogno di un organo, ma visto che non abbiamo l'organo ho deciso che mi dovrebbe accompagnare il piano e speravo che tu lo sapessi suonare così da accompagnarmi>> li spiegai <<Ti accompagnerò al piano>> <<Grazie>> <<Ora è meglio che vada in postazione...adesso tocca a te>> uscì dal tendone lasciandomi sola, presi un respiro e aspettai il momento giusto.

Le luci si spensero e in sala calò il silenzio <<Gentili ospiti... Ho l'onore di presentarvi un'eccezionale cantante>> iniziò a presentare un signore <<E per la prima volta il nostro Principe Jules accompagnerà la cantante al pianoforte>> in quel momento arrivò Jules che si sedette sullo sgabello del pianoforte <<Bene... e ora date il benvenuto a Dafne Black>> il tendone si aprì, presi un respiro e iniziai a camminare fino al palco, dove c'era l'orchestra e il pianoforte, una luce a occhio di bue mi seguì per tutto il tragitto <<Sei pronta?>> chiese Jules sistemandosi, respirai <<Si>> l'orchestra e Jules iniziarono a suonare le note di "Ave Maria"  una canzone lirica che sentì da piccola quando andai con i miei genitori al teatro a vedere un opera lirica, questa canzone mi ha sempre affascinato, toccava a me adesso trasmettere l'emozioni che trasmetteva mia madre quando una volta, su mia richiesta, cantò questa canzone; iniziai a cantare rivolgendomi verso il pubblico, in quel canto ci misi tutta me stessa e tutto il mio amore verso le persone che amo e che amavo, mentre cantavo pensai ai miei genitori, grazie a loro sono cresciuta e sono diventata la donna che sono adesso, pensai che anche se non ci sono più i loro insegnamenti ci saranno sempre e non bisogna sprecare l'opportunità di imparare e di insegnare nuove cose; stavo passando lo sguardo tra tutti gli ospiti presenti in sala, quando incontrai gli occhi di mia sorella Esme, erano lucidi ma stava sorridendo, volevo che il mio canto rispecchiasse le sensazioni, l'emozioni che un tempo nostra madre ci fece provare. Cantai le ultime parole della canzone, la musica si affievolì fino a scomparire del tutto, ci fu qualche secondo di silenzio poi in sala ci fu un boato di applausi, feci un inchino e scesi dal palco per andare a prendermi qualcosa da bere <<Sei stata bravissima>> mi disse Jules porgendomi un calice con del vino bianco <<Grazie>> presi il calice e ne bevvi un sorso <<Come sempre mi hai stupito>> bevve anche lui del vino  <<Sembravi veramente un angelo>> <<Grazie...anche tu sei stavo bravo>> ed era vero, quando suonava sembrava che lo facesse con una facilità impressionante e poi era bravissimo, riusciva a suscitare molte emozioni con la melodia che produceva <<Dafne>> mi sentì chiamare, Ariel e Lila corsero da me <<Ciao pesti>> le salutai con un  bacio, dietro di loro c'era Esme <<Sei stata bravissima>> disse quest'ultima abbracciandomi <<Grazie>> Jules mi venne vicino <<Ciao ragazze>> <<Ciao Jules>> lo salutarono in coro <<Che ne dite di andare a mangiare qualcosa al tavolo dei buffet?>> chiese rivolgendosi alle gemelline, poi venne vicino al mio orecchio e mi sussurrò <<Credo che dobbiate parlare>> io annuì poi lui insieme alle piccole si allontanarono <<Dafne>> mi chiamò Esmeralda, la guardai <<Scusami>> abbassò gli occhi <<Esme non c'è nulla di cui tu ti debba scusare>> le dissi sincera, avevo sbagliato io <<Non è vero, abbiamo litigato per colpa mia>> mi disse <<Non impor...>> <<Fammi finire. Dafne mi dispiace di aver litigato con te, mi sono accorta di aver esagerato e che tu lo facevi solo per il mio bene quando Jules si è presentato a casa per invitarci al ballo e per dirmi che tu ci sei stata molto male per questa cosa>> mi prese per mano <<Scusami sorellina>> <<Esme ho sbagliato anche io, quindi non assumerti tutta la colpa>> <<Adesso lo ho capito>> disse <<Pace?>> chiesi <<Pace>> ci abbracciammo <<Esme posso chiederti una cosa?>> mi staccai da lei <<Dimmi>> <<Perché mentre cantavo stavi piangendo?>> <<Te ne sei accorta?>> chiese guardandomi sbalordita <<Si...Mentre cantavo ho passato lo sguardo tra gli ospiti e quando ho incontrato il tuo, ho visto che stavi piangendo>> le spiegai <<Sei come la mamma, lei si accorgeva di tutto>> sorrise al ricordo di nostra madre <<Lo so, ho preso da lei>> risposi a mia volta <<Vedi...quando il riflettore ti ha illuminata, per qualche secondo ho avuto l'impressione che al posto tuo ci fosse la mamma,  poi quando hai cantato è stato come riaverla, tu hai quasi la sua voce quando canti e in quel momento mi ero persa nel passato>> prese un respiro <<Poi quando hai finito di cantare ho pensato che la mamma sarebbe orgogliosa di te>> adoravo la mia sorellona, avevamo due anni di differenza ma non mi importava nulla, ormai lei era diventata essenziale per la mia vita, sarei morta senza di lei e senza le mie sorelline <<Sai Esme? Ho cantato con tutta me stessa e con tutto l'amore che provo per le persone che fanno parte della mia vita>> raccontai <<Lo vedevo sorellina>> <<Sarà meglio che andiamo ad aiutare Jules>> lo indicai, è intento a controllare che le piccole non facevano danni <<Si forse è meglio>> rise, poi andammo al tavolo dei buffet.

<<Sei stata magnifica Dafne>> si congratulò la Regina Caterina servendosi del vino sul suo calice <<Grazie>> <<Quando hai cantato sono, anzi, siamo rimasti sorpresi... Hai una voce meravigliosa>> <<La ringrazio>> arrivò anche Re Orlando <<Dafne sei stata magnifica>> <<Grazie sire>> <<Anche Mark e Jessica, ovvero i sovrani del Paese confinante, sono rimasti entusiasti dalla tua voce e dalla tua splendida esibizione e hanno detto che sei bravissima>> aggiunse il re <<Con il vostro permesso andrei a ringraziarli di persona>> <<Certo cara...vai pure>> mi congedò la madre di Jules,  a proposito di lui, dove era? Sembrava sparito, guardai la sala e poco dopo lo intravidi che parlava con dei ragazzi della nostra età. Trovai il Re Mark e la Regina Jessica che parlavano con un signore, quando mi avvicinai notai che è Nicolas, il simpatico zio di Jules che avevo conosciuto al mio primo ballo al castello <<Scusate>> chiamai la loro attenzione <<Dafne è un piacere rivederti>> disse Nicolas <<Anche a me fa piacere rivederti Nicolas>> li strinsi la mano <<Scusate la mia maleducazione vostre altezze, mi chiamo Dafne>> mi inchinai <<Tu sei la ragazza che ha cantato prima>> disse Re Mark <<Si>> <<Non vedevo l'ora di conoscerti>> disse tutta felice la regina Jessica <<Quando hai cantato prima ci hai fatto sentire a casa e al sicuro. Hai una voce melodiosa>> aggiunse suo marito <<Vi ringrazio. Sono venuta a cercarvi perché Re Orlando mi ha riferito quello che avete detto su di me e allora volevo venire a ringraziarvi di persona>> <<Siamo noi invece che dovremmo ringraziare te, ci hai fatto sentire, non solo con le orecchie ma anche con il cuore, una canzone con la tua voce melodiosa, eravate come un angelo>> <<Si sembrava il canto di un angelo>> aggiunse sua moglie con gli occhi che brillavano <<Vi ringrazio>> sorrisi <<Se posso permettermi...come stanno andando le trattative di unificazione?>> chiesi <<Dopo quello che ho sentito stasera sono convinto al 100% di fare questa unificazione>> mi disse Re Mark <<Che bello>> sorrisi, per il regno questa unificazione era molto importante  e se non andava a buon fine il regno andava in rovina, ma questo per fortuna non succederà mai.


Stavamo parlando tranquillamente quando Jules ci interruppe <<Scusate se vi disturbo ma potrei portarvela via?>> chiese ai tre <<Non ti sembra un Dejà vu nipote?>> chiese suo zio, mi misi a ridere, in effetti era vero <<Comunque certo, portala pure via>> aggiunse poi <<A voi sta bene?>> chiese rivolgendosi agli ospiti d'onore, loro annuirono, così Jules mi prese e mi portò in mezzo alla pista da ballo <<Jules...Non avrai intenzione di farmi ballare>> dissi fermandomi <<Si! Ad ogni festa bisogna almeno ballare una canzone e né tu né io abbiamo ancora ballato>> mi mise una mano sul fianco e con l'altra tenne la mia alzata, portai l'altra mano sulla sua spalla, aspettando che la musica partisse <<Che cosa dobbiamo ballare?>> <<Un Valzer>> mi guardò negli occhi, la musica in quel momento partì e così i nostri piedi si mossero a ritmo di Valzer <<Sei bellissima>> mi fece volteggiare <<G-grazie>> arrossì, non poteva venire fuori con questi complimenti all'improvviso <<E lo sei ancora di più quando arrossisci, soprattutto se è per causa mia>> <<Ma stai zitto va>> rise, la sua risata era pura e cristallina, mi faceva battere il cuore anche con un solo sguardo. Alla fine finimmo per ballare per tutta la sera, essendo tardi io e le mie sorelle decidemmo che era meglio tornare a casa, così salutai Jules e i suoi genitori e poi me ne tornai a casa a dormire aspettando l'arrivo di un nuovo giorno.

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