CAPITOLO 11

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Sono stata chiusa in camera per due giorni per colpa della febbre alta e finalmente oggi posso alzarmi e andare fuori a farmi un giro per respirare un po' d'aria fresca. Andai a farmi una bella doccia rinfrescante e quando uscì mi misi dei jeans strappati, una maglia bianca con sopra un cardigan lungo nero e delle All Star, quando fui pronta scesi. Proprio quando scesi l'ultimo scalino suonarono alla porta così andai ad aprire e davanti a me si presentò Jules <<Ciao>> lo invitai a entrare <<Ciao come stai?>> <<Meglio grazie>> <<Per fortuna>> <<Come mai sei qua?>> chiesi <<Volevo venire a vedere come stavi e visto che ti trovo meglio volevo chiederti se volevi venire con me al parco per fare un giro>> ci pensai su <<Si perché no. Ti dispiace se portiamo anche Ariel e Lila? Mia sorella è via e mi sembra troppo chiedere a Roberto di stare con loro>> <<Certo non c'è nessun problema>> <<Grazie vado ad avvisarle>> li diedi un bacio sulla guancia e andai a chiamarle <<Volete venire al parco con me e Jules?>> <<Siiii>> urlarono di gioia <<Andate a cambiarvi noi vi aspettiamo alla porta>> loro corsero in camera a cambiarsi visto che erano ancora in pigiama <<Sono andate a cambiarsi>> lo informai quando tornai da lui <<Si le ho viste salire come delle saette>> ci mettemmo a ridere e poi aspettammo che arrivassero. Dopo che fummo arrivati al parco le gemelline erano ancora più felici <<Possiamo andare nello scivolo?>> chiesero impazienti di andare a giocare <<Si ma state attente e state sempre dove possiamo vedervi>> loro non mi ascoltarono e corsero nello scivolo <<Non prestano mai attenzione, prima o poi si faranno veramente male>> dissi esausta <<Dai non dire così. Vieni dai>> mi indicò il posto vicino a lui sulla panchina, io mi sedetti <<Jules non mi ascoltano mai...quasi mai, devono imparare che non tutto è rose e fiori come sostengono>> le guardai <<Non credo che tu abbia ragione, in parte sì ma hai anche torto>> <<Ovvero?>> <<Secondo loro sanno già che tutto non è rose e fiori come dici tu, devi sapere che quando eri in ospedale mi hanno chiesto cosa era successo e quando ho raccontato a loro che tu eri in coma perché avevi avuto tanta paura, loro sai cosa mi hanno detto?>> scossi la testa <<Hanno detto: "Jules noi sappiamo che non possiamo avere più una mamma e un papà però Dafne è come se fosse entrambi, noi non possiamo capire il dolore che ha avuto ma se lei non si risveglia non potremo più avere la nostra sorellona che ci legge le storie alla sera. E se si risveglia noi promettiamo che non le faremo più provare tale dolore perché noi amiamo Dafne e non vogliamo che soffra>> rimasi zitta <<Hai capito adesso?>> chiese <<Si Jules...credo di aver capito>> <<Non puoi sempre capire il dolore degli altri senza prima provarlo sulla tua pelle. Quello che voglio dire è che devi si fare da sorella maggiore per loro ma devi darli lo spazio necessario per crescere>> lo guardai e lo abbracciai <<Grazie Jules.... Grazie>> mi diede qualche colpetto sulla schiena <<Non c'è di che Dafne, l'importante che durante la loro crescita tu ci sia sempre>> <<Lo farò stanne certo>> <<Ne sono contento>> ci sorridemmo, poi continuammo a parlare per diverse ore su questioni di lavoro, sulle culture di altri paesi, su viaggi e di altre cose.

Si è fatto tardi ed è meglio che torniamo a casa <<E' meglio andare>> ci alzammo e andammo dove c'era lo scivolo ma quando arrivammo trovammo solo Lila seduta sulla parte finale dello scivolo, quando ci notò corse da noi <<Ariel non c'è>> <<Come non c'è? Dov'è?>> scosse la testa <<Non lo so, stavamo giocando a nascondino e quando mi sono girata non c'era più>> andai nel panico Ariel non può essere sparita dal nulla <<Come non c'era più? >> iniziai ad arrabbiarmi <<Dafne calmati non serve che te la prendi con lei. Adesso bisogna solo trovare Ariel>> Jules mise le sue mani sulle mie spalle per assicurarmi <<Va bene cerchiamola subito, Lila qual è l'ultimo posto dove la hai vista?>> <<Eravamo vicino alle altalene>> ci indicò delle piccole altalene poste poco più in là <<Ok iniziamo da là e poi andiamo a cercarla nei dintorni>>. Erano da più di un'ora che la cercavamo e non la trovavamo da nessuna parte <<Ariel.....Ariel!>> urlai disperata, dovevo ritrovarla non me lo sarei mai personata <<Tranquilla vedrai che la ritroveremo>> intanto eravamo di nuovo vicino allo scivolo <<Jules se dovesse succederle qualcosa non me lo perdonerò mai>> diedi voce ai miei pensieri <<Tranquilla andrà tutto bene>> <<Va bene però adesso continuiamo a cercarla non deve essere andata così lontana>> lui mi guardò poi guardò dietro di me <<Forse non ce n'è più bisogno>> <<Cosa intendi?>> lui mi prese per le spalle e mi fece girare, davanti a me c'era Ariel che camminava verso di noi <<Ariel>> corsi da lei e l'abbracciai <<Ma dove sei stata? Ti abbiamo cercato dappertutto>> <<Mi ero persa>> iniziò a piangere <<Shhh....Non piangere piccolina è tutto passato>> l'assicurai <<Non sei arrabbiata?>> scossi la testa <<All'inizio si perché ti eri allontanata ma ora no perché l'importante che tu sia qua>> <<Ti voglio bene>> <<Anche io tesoro ma non allontanarti più da noi>> gli diedi un bacio in testa <<Ok>> <<Ariel ti sei fatta male?>> chiese Jules venendomi in parte <<No>> <<Sono contento che non ti sia fatta male piccolina>> le scompigliò i capelli <<Jules!>> lo rimproverò per il gesto, scoppiai a ridere, che buffa, si comporta da adulta quando ancora è una bambina. Non so cosa farei senza di loro pensai <<Ariel raggiungi tua sorella in macchina>> si allontanò, anche Jules stava per raggiungere la macchina ma lo fermai per un braccio <<Jules>> <<Dimmi>> non parlai, presi il suo viso tra le mie mani e guardandolo negli occhi lo avvicinai al mio, eravamo a pochi centimetri di distanza e d'impulso l'annullai quella distanza assaporando il sapore delle sue labbra, so che è una cosa sbagliata da fare perché lui non può amarmi ma ne avevo bisogno, stavo per allontanarmi quando lui mise le sue mani sui miei fianchi e mi attirò di più a se e da un bacio a stampo divenne più lungo e dolce; ci staccammo per prendere fiato e io divenni rossa <<Scusa Jules non so perché l' ho fatto...Scusa>> <<Tranquilla>> <<E' meglio che torniamo a casa>> dissi per togliere il momento imbarazzante che si è creato <<Si andiamo>> nessuno dei due fiatò più. Quando arrivammo a casa scesi subito dalla macchina cercando in tutti i modi di non guardarlo negli occhi, altrimenti finiva che mi sarei sentita debole come un agnello <<Dafne aspetta>> mi fermò per un braccio <<Perché mi hai evitato per tutto il viaggio?>> non parlai <<E' per il quello che è successo?>> lo guardai liberandomi della sua presa <<Dimentichiamo quello che è successo al parco e ora scusami ma sono stanca vorrei andare a dormire>> <<Ciao Dafne a domani>> <<A domani Jules>> chiusi la porta e dopo aver sentito la macchina andare via salì in camera. Mi buttai sul letto e iniziai a piangere <<Che stupida che sono .... Che stupida>> lanciai il cuscino alla porta <<Dafne che succede?>> Esme venne a sedersi sul mio letto <<Sono una stupida ecco cosa succede>> lanciai un altro cuscino <<Perché? Cos'è successo?>> mi accarezzò il braccio <<Quando eravamo andati al parco Ariel era scomparsa quindi ci siamo messi a cercarla e quando finalmente, dopo ore di ricerca l'abbiamo trovata, ho baciato Jules>> scoppiai a piangere <<Oh tesoro>> mi abbracciò; restammo così per un po' di tempo poi lei scese a cenare, io non avevo fame quindi andai direttamente a dormire. E mentre le ultime lacrime scendevano copiose sulle mie guance fino ad arrivare al cuscino mi addormentai.

Il canto del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora