<<Dafne>> mi sentì chiamare <<Dafne svegliati siamo arrivati>> piano piano aprì gli occhi <<Ciao>> mugolai stiracchiandomi <<Buona sera dormigliona>> <<Che ore sono?>> chiesi ricomponendomi <<Sono le otto di sera>> spense il motore <<Siamo arrivati?>> mi guardai intorno e vidi che fuori era pieno di neve <<Si. Ora dobbiamo entrare in albergo e prendere le camera>> <<Ok>> scendemmo dalla macchina, fuori si gelava, prendemmo le valigie ed entrammo in albergo.Appena entrati nella reception fummo invasi da un bel calduccio, l'entrata era molto accogliente, cerano dei divanetti posti qua e là e poco lontano c'era un caminetto acceso; andammo al bancone per farci dare la chiave, c'era un ragazzo sui venticinque anni che trafficava al computer <<Buona sera, vorremmo avere una camera>> disse Jules, il tizio però non lo ascoltò così intervenni <<Mi scusi?! Vorremmo prendere una camera>> il ragazzo sentendomi ci guardò <<Scusami dolcezza, come posso esserti d'auto?>> si interessò a me senza calcolare il ragazzo al mio fianco, quest'ultimo mise un braccio intorno alla mia vita con fare protettivo <<Io e la mia ragazza vorremmo una camera>> disse guardandolo malo modo, il ragazzo lo guardò per poi guardare me <<E' il tuo ragazzo?>> io guardai Jules negli occhi per poi tornare dal ragazzo <<Si è il mio ragazzo>> quanto vorrei che fosse vero pensai <<Ok...ecco a voi la chiave>> ci consegnò la chiave, prima di prendere l'ascensore il ragazzo mi chiamò così mi girai <<Ehi bambolina quando ti sarai stufata del tuo ragazzo sai dove trovarmi>> la stretta di Jules sulla mia vita si fece più forte, segno che era incavolato...almeno credo <<Mi dispiace per te ma non lo tradirei mai perché io lo amo>> gli risposi entrando nell'ascensore. Entrammo nella nostra camera, eh sì... dobbiamo condividere la stessa camera e questo comportava che dovevamo dormire nello stesso letto, al solo pensiero mi fece arrossire, la suite era meravigliosa: tende di seta alle finestre che davano sulle montagne, bagno gigante con vasca munita di idromassaggio. Tornai in camera e vidi Jules intento a mettere le sue cose sull'armadio <<Come mai hai detto così prima?>> era da quando ha detto quella parola che volevo chiederglielo <<Non vedevi come ti guardava?>> lo guardai curiosa <<E sentiamo...come mi guardava?>> lui si girò completamente verso di me <<Dio santo Dafne ti stava praticamente mangiando con gli occhi>> stava gesticolando <<Cosa c'è? Sei geloso?>> <<Io geloso? Assolutamente no>> ci rimasi un po' male ma alla fine lo sapevo <<Andiamo a mangiare?>> cambiai discorso <<Ok andiamo sto morendo di fame>> risi. Finimmo di mangiare tranquillamente poi tornammo in camera, erano le 22.30 e io non mi reggevo in piedi dalla stanchezza; appena entrammo nella camera da letto mi buttai letteralmente sul letto matrimoniale <<Dafne forse è meglio che ti vai a mettere il pigiama prima di infilarti sotto le coperte>> disse Jules aprendo le ante dell'armadio, mi alzai e presi il pigiama, poi andai in bagno e mi cambiai, mi lavai i denti e tornai in camera, lui era già sotto le coperte con un libro sotto gli occhi <<Che leggi?>> domandai infilandomi sotto le coperte <<Bianca come il latte rossa come il sangue>> non alzò gli occhi dal libro <<Anche io l' ho letto... E' meraviglioso>> concordai <<Anche io l' avevo già letto, però mi piace rileggerlo>> <<Sono stanca Jules... io dormo... notte>> <<Buona notte Dafne>> li diedi un bacio sulla guancia e mi girai dall'altra parte, poi piano piano mi addormentai. Mi svegliai verso le 3.45 del mattino, avevo qualcosa di pesante sulla vita, mi girai e vidi che Jules mi teneva stretta a se, la cosa mi trasmetteva sicurezza e lui era magnifico anche quando dormiva, sembrava un angelo, li scostai una ciocca di capelli caduti sulla fronte e tornai a dormire sorridendo accoccolata sul suo petto.
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Il canto del cuore
RomanceDafne Black è una diciottenne che vive con le sue tre sorelle: Esmeralda, la maggiore, Lila e Ariel, le due gemelline più piccole. Dafne dopo una tragica perdita deve badare alle sorelline insieme a sua sorella maggiore, ad aiutarle però c'è Roberto...