CAPITOLO 3

433 21 1
                                    

PRESENTE.

Sono passati sei lunghissimi anni dalla loro morte, io e le mie sorelle abitiamo ancora in quella casa insieme a Roberto, ormai io e Esmeralda abbiamo raggiunto la maggior età, io ho 18 anni mentre mia sorella 20 quindi possiamo anche fare da sole ma quelle due pesti delle mie sorelline hanno solo 5 anni e poi non vogliamo lasciarci, io e Esmeralda siamo le "padrone" di casa e ci prendiamo cura l'una con l'altra, diamo una mano a Roberto anche se lui non vuole, quanto è cocciuto quell'uomo.

Mi sveglio con i raggi del sole che filtrano dalla finestra della mia camera, a malavoglia apro gli occhi e guardo l'ora della sveglia posta sul comodino, 8.30 perfetto, mi alzo e vado a farmi una doccia, torno in camera e mi vesto con una maglietta con maniche in pizzo nera, jeans stretti e ai piedi metto delle ballerine nere per riprendere il colore della maglia. Scendo in cucina e preparo la colazione per le mie sorelle, uova e pancetta dovrebbe andare bene <<E' già sveglia signorina Dafne?>> <<Roberto mi hai fatto spaventare>> gli dico con una mano sul cuore, ma poi mi misi a ridere, Roberto andò a preparare la tavola e dopo andò a svegliare le mia sorelle, io nel frattempo avevo già messo tutto a tavola, mi sedetti e aspettai che arrivassero, infatti ecco degli elefanti che scendono le scale, mi misi a ridere <<Sorellona perché ridi?>> questa era Ariel, aveva ancora la voce piena di sonno <<Buongiorno anche a voi, ridevo perché siete degli elefanti quando scendete le scale>> Ariel mise il broncio ma non durò tanto dopo che vide tutto quel ben di Dio che c'era in tavola.
Quando finimmo di mangiare io e Esmeralda sparecchiammo mentre le due pesti andavano a guardare la TV, Roberto era andato a fare le faccende domestiche <<Allora Esmeralda hai trovato lavoro?>> domandai mentre le passavo un piatto da asciugare <<Si lo ho trovato e indovina un po' quale sarà?>> ci riflettei su ma non mi venne niente in mente <<Non saprei dimmelo tu>> <<Suonerò il pianoforte alle serate al castello reale>> disse lei tutta emozionata, a me per poco non cadde il piatto che avevo in mano <<Co-cosa? Sul serio?>> lei annuii tutta eccitata <<Ma come hai fatto a trovare quel lavoro?>> lei si grattò la nuca in segno di imbarazzo <<Beh... ho visto in città un volantino dove diceva che c'erano dei provini per suonare a palazzo, così ho fatto questo provino, che tra l'altro si svolgeva a palazzo, il Principe ha fatto da giudice al provino visto che i suoi genitori erano impegnati e mi ha assunto>> <<Sono così felice per te sorellona>> <<Ok sorellina io vado a trovare una mia vecchia amica torno per mezzogiorno...almeno spero>> <<Ok sister, ci vediamo dopo>> lei uscii di casa e io continuai a lavare la cucina.
Suonarono alla porta <<Roberto per favore vai tu ad aprire>> <<Certo signorina>> alzai gli occhi <<Roberto smettila di chiamarmi così>> lui non rispose, era ironico che ogni volta che gli dicevo di smetterla di chiamarmi così, lui continuava, però gli volevo un mondo di bene, era come un secondo padre per me <<Prego si accomodi in salotto, vado subito a chiamarla>> sentii dire, sarà un ospite, Roberto piombò in cucina <<Signorina Dafne c'è una persona che la desidera, è di là in salotto che l'attende>> <<Grazie Roberto vado subito...Ah prima che vada prepara del thè per l'ospite>> <<Certo signorina>> mi sistemai e andai in salotto, mi avvicinai al divano dove, davanti al caminetto c'era un ragazzo che mi dava le spalle <<Scusi per averla fatta aspettare, ma stavo sistemando la cucina>> il ragazzo a quel punto si girò, Oh mio Dio non può essere <<Mi scusi Principe Jules per averla fatta aspettare>> feci un inchino per rispetto, insomma era un principe, ed era in casa mia... oh mamma svengo <<Prego si accomodi, le faccio subito portare una tazza di thè>> <<La ringrazio, lei deve essere la signorina Dafne, mi dispiace essere venuto senza preavviso>> <<Oh non si preoccupi vostra altezza, per me... anzi per noi è un onore averla nella nostra casa>> lui mi sorrise, il più bello che avessi mai visto, aveva denti bianchissimi, Roberto portò il thè e si dileguò, il principe prese una tazzina <<Grazie>> io sorrisi imbarazzata <<Cosa la porta in questa casa? Se posso esserle d'aiuto>> lui posò la tazzina sul tavolino, lui non rispose subito quindi continuai <<Ha per caso bisogno di mia sorella? Perché per il momento non è in casa>> dissi bevendo un sorso di thè e poi posando la tazzina sul tavolino <<No in realtà sono venuto per lei signorina>> sgranai gli occhi incredula <<Con me?>> <<Si... ho cercato a lungo una persona come lei, ho cercato in tutte le università del Paese, ho parlato con molte persone e nessuna di quelle mi ha entusiasmato come il tuo fascicolo dell' università che ha frequentato>> prese un respiro e continuò <<Vede io sto cercando un interprete e lei farebbe al caso mio, quindi le volevo chiedere...Vuole diventare la mia personale interprete?>> finii guardandomi negli occhi, per poco non mi soffoco con la mia saliva <<Lo state chiedendo veramente a me? Insomma con tutte le persone di questo Paese avete scelto me?>> <<Si... allora volete lavorare con me?>> <<Si sì sì, accetto>> ero emozionatissima <<La ringrazio Principe>> feci un gesto di rispetto con la testa <<Non deve ringraziarmi signorina Dafne, anzi dovrei farlo io>> solo ora mi soffermai a guardare meglio il principe: occhi azzurri che sembravano due blocchi di ghiaccio, capelli color biondo e ripensando a prima che era in piedi era molto alto. In quel momento entrò Lila correndo, mi venne accanto non badando al principe, poco dopo entrò anche Ariel <<Sorellona, io e Ariel abbiamo fame, ci dai una fetta della tua torta speciale?>> le scompigliai i capelli e dissi <<Lila, Ariel non vedete che abbiamo ospiti? Siate educate e salutate come si deve il Principe Jules>> loro si girarono verso il principe che fino d'ora aveva guardato la scena senza proferire parola <<Vostra altezza>> dissero in coro facendo poi un inchino, lui in tutta risposta si alzò poi si abbassò alla loro altezza <<Buongiorno, ma come siete belle>> loro fecero un sorriso, mi intromisi <<Lila, Ariel la torta è sul cucinino, state attente>> <<Ok sorellona>> salutarono il principe e andarono in cucina, mi volsi verso il principe che stava ancora guardando la porta e stava sorridendo <<Scusate le mie sorelle, sono sempre impulsive>> <<Stia tranquilla, sono veramente simpatiche...adesso però devo scappare, si è fatto tardi>> <<Oh sì certo, venga l'accompagno alla porta>> <<Presentatevi domani mattina al castello per le 8.00, arrivederci>> <<Arrivederci Principe>> feci un inchino e lui se ne andò.
Passai il pomeriggio a studiare, da quando avevo lasciato l'università passavo le giornate a studiare nuove cose oppure a ristudiare cose che avevo già imparato, dovevo tenermi al passo con le nuove scoperte, con le nuove lingue o con chi sa cos'altro, il giorno passò in fretta e così venne subito la sera, le mie sorelle si lamentavano in continuazione, dicevano che stavo troppo tempo sui libri, io non le ascoltavo però sapevo che avevano ragione.

Passai la notte in bianco, non riuscivo a credere che lavorerò al castello per un membro della famiglia reale, guardai l'ora sulla sveglia posata sul comodino, posto vicino al letto, le 6.15 segnava, mi alzai e andai a farmi una doccia rinfrescante, finita uscii e mi avvolsi l'asciugamano intorno al seno, uscii dal bagno e mi diressi verso l'armadio, ora la domanda era: Che cosa mi metto? non potevo mica andare in jeans e t-shirt, optai alla fine per una gonna stretta fino a metà gambe e una camicia color panna a maniche lunghe, per le scarpe invece optai per dei tacchi bassi neri che si intonavano alla gonna, mi truccai leggermente e lasciai i capelli sciolti, un po' di profumo ed ero pronta...più o meno.
Andai in cucina e mi prepari una bella colazione abbondante, erano ancora tutti a dormire o almeno è quello che credevo, Roberto fece la sua entrata in cucina <<Buongiorno signorina Dafne>> <<Buongiorno Roberto, vuoi un po' di caffè? Ne ho preparato sapendo che sei mattiniero rispetto a quelle dormiglione delle mie sorelle>> risi <<Grazie signorina, appena ha finito di fare colazione me lo dice così l'accompagno al castello>> <<Ok Roberto, vado a prendere la borsa e poi ti raggiungo>> prima di andare verso la macchina andai a vedere le piccoline, entrai nella loro camera e vidi che stavano ancora dormendo, assomigliavano a dei piccoli angeli, diedi a loro un bacio sulla fronte e uscii di casa.
Il viaggio durò mezz'ora. Quando scesi dalla macchina salutai Roberto e andai verso il castello, era tanto magnifico quanto enorme, il suo colore era grigio bianco e alla luce del Sole sembrava emanare una vera e propria luce, sembrava impenetrabile, guardie da tutte le parti. Davanti a me si innalzava una scalinata, erano moltissimi scalini, mi venne male solo a guardarla, non mi sarei mai aspettata di dover salire così tanti scalini con i tacchi, anche se erano bassi facevano male lo stesso; avrò perso sì o no mezz'ora solo con la "scalata", ok sto esagerando ma erano moltissimi quei maledetti scalini, arrivata in cima mi trovai difronte un imponente portone, ai lati di questi c'erano due guardie con dei fucili, mettevano un po' di paura a essere sincera, ma proseguì senza indugi <<Alt! Che cosa vuoi?>> chiese una delle guardie, avevano messo i fucili a "X" per sbarrare il portone <<Sono venuta per un incontro con il principe>> dissi sulle difensive, non sapendo neanche il perché <<Non puoi entrare senza il consenso>> stavo per ribattere quando il portone si aprì, uscì uno signore sulla settantina, alto però un po' curvo per via della vecchiaia, capelli e barba grigia e occhi scuri <<Lei deve essere la signorina Dafne, prego si accomodi la stavamo aspettando>> si inoltrò all'interno del castello, appena passai accanto alle guardie feci la linguaccia, lo so era infantile ma nessuno mi doveva rispondere così.
Il castello era come quello delle fiabe, antico ma meravigliosamente magico, il signore si fermò davanti a una porta <<Il signorino la sta aspettando dietro a questa porta>> <<Grazie>> il signore sorrise, girò i tacchi e se ne andò, feci un respiro e bussai <<Avanti>> si sentii dall'altra parte della porta.

Il canto del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora