"surprise!"

272 24 0
                                    

Metto le cuffiette, chiudendo la porta di casa.
Sistemo la cartella sulla spalla, e mi assicuro che la giustifica (falsificata) sia con me.
Maria, come sempre di sabato, è in ritardo.
Io sono stranamente puntuale.
-----
5 ore sono passate, finalmente.
Interrogazione di Matematica e Letteratura, fortunatamente me la cavo bene, e sono riuscita ad ottenere un bellissimo 8 per entrambe le materie.
La campanella suona, si crea un po' di scompiglio in classe.
Metto in spalla il mio nuovo zaino della vans, e metto nella tasca degli skinny neri il telefono con le cuffie.
Appena esco con la testa fuori dall'aula, quasi non cado a terra.
Metto una mano sulla bocca, incredula.
Sorride, guardando le punte delle sue scarpe, giocherellando con la rosa blu notte che ha fra le mani.
"Genn!"esclamo, aggrappandomi a lui a mo' di koala.
"Piccola mia!"mi stringe forte.
"Che ci fai qui?"domando sorridendo, staccandomi.
"Beh..Sorpresa!"mi porge la rosa, che con la mano tremante prendo fra le mie mani.
"Grazie"lo abbraccio di nuovo.
Ci stacchiamo e mi guarda negli occhi.
Sorride quando nota le lacrime che solcano il mio volto pallido.
Le asciuga dolcemente, mentre prendono colorito di un rosa chiaro.
Non mi ero nemmeno accorta del cerchio formatosi intorno a noi, e di alcune voci che mormorano stupite 'Ma lui è Gennaro Raia? Quello degli urban strangers?'.
Mi lascia un bacio a fior di labbra, e quando fa per allontanarsi mi avvicino di più, allungando il collo, facendo scontrare le nostre labbra, che sembrano essere create per toccarsi a vita.
Le nostre labbra ballano una danza lenta, dolce, senza malizia.
Butto le braccia al suo collo, mentre le sue scendono sui miei fianchi.
"È stata una cosa carinissima, ma ora basta, ragazzino, Jade, e tutti quelli qui presenti, via!Circolare!"esclama una voce familiare, facendoci staccare subito.
La folla è andata un po' via, mentre Gigi ci guarda con i suoi 'strumenti', Maria al suo fianco.
"Ma..Gigi!"esclama Gennaro, andando in contro al ragazzo lì vicino e dandogli una pacca sulla spalla.
"Gennaro? Che ci fai tu qua? Con Jade?"domanda, stupito.
"É la mia ragazza"spiega fiero Genn, anche se effettivamente non siamo niente.
"Oh, mi fa piacere, ma non sono un po' di anni di differenza?"domanda confuso il riccio.
Alzo le spalle, andando sorridente verso il biondino.
"Andiamo a casa?"chiedo, facendo sfiorare i nostri nasi.
Annuisce sorridendo.
"E Maria se ne torna a piedi, ovviamente"si intromette sarcastica la mia amica.
"Esattamente! Da quanto sei così intelligente?"mi guarda male, per poi scoppiare a ridere insieme a tutti gli altri.
Gennaro mi circonda le spalle con il braccio, avvicinandomi a sé.
"Prendiamo la valigia ed andiamo via"
-----
"Quindi non fa niente se ti rimango sola 2 giorni?"domando, preoccupata.
"Non fa niente, tranquilla!"mi rassicura Ria.
La abbraccio, forte.
"Buon week-end"ci saluta sorridente la mia amica.
Genn la saluta con un cenno del capo, prendendo la valigia che ieri avevo preparato.
"Pronta?"domanda, mentre annuisco entusiasta.
Mette in moto l'auto, che ho scoperto essere di Alex.
-----
"Non ci credo"mormoro, scendendo dall'auto.
"Ma come non ci credi?"domanda divertito.
"Dai, lo sanno tutti che il Molise non esiste!"esclamo, ridendo.
Scuote la testa, e porta le due valigie dentro la casetta di legno.
"Scherzi a parte, che te ne pare?"mi guardo intorno sorridendo.
"È stupenda, Genn"sorride.
"Ci metti tanto a prepararti?"chiede, all'improvviso, riprendendo in mano le valigie.
"Una vita"
"Allora vai a prepararti"annuisco, seguendolo per le scale.
Mi porta in una stanza, che scopro essere la camera da letto.
Poggia le due valigie sulle lenzuola bianche, e si stende subito dopo sopra.
"Stanco?"chiedo, aprendo la mia valigia.
"Molto"
"Indossa il vestito elegante"mi ordina, ed annuisco.
Faccio per dirigermi in bagno, ma qualcosa mi ferma.
"Dov'è il bagno?"mi indica la strada, e mi ci fiondo dentro.
Mi spoglio, lego i miei lunghi capelli castani ed entro in doccia.
Esco dopo una buona mezz'ora, ed avvolgo un asciugamano intorno al mio corpo.
Cerco l'intimo, ma mi ricordo di una cosa.
Non ho l'intimo con me.
Sbuffo, ed esco, praticamente nuda, dal bagno.
A passo lento, vado nella camera, e ci trovo Genn nella stessa posizione di prima, con gli occhi chiusi.
Credo stia dormendo.
Tiro un sospiro di sollievo, e prendo dalla valigia la pochette con i trucchi, il vestito e l'intimo.
Corro di nuovo in bagno, e mi vesto.
Il vestito è interamente bianco, aderente.
Ha le spalline sottili, e sullo scollo ( a cuore ) ci sono delle specie di "fili" intrecciati.
Poi è semplice.
Sciolgo i capelli e li spazzolo.
D'un tratto inizio a realizzare.
Avrò un appuntamento con Genn Butch.
Quel ragazzo che teoricamente odiavo, ma, ora, praticamente tutt'altro.
Sorrido, mentre tolgo dalla mia faccia tutto il trucco sciolto.
Lavo la faccia e i denti, che grazie all'apparecchio messo all'inizio della mia spericolata adolescenza ne sono usciti perfetti.
Metto una base di fondotinta abbastanza chiaro sul mio volto, con il correttore copro le occhiaie, linea doppia di eyeliner, un bel po' di mascara e rossetto rosso, tendente al bordeaux.
Trovo fra tutto quel trucco, una coroncina con dei fiori bianchi, abbastanza grandi.
Decido di indossarla, per dare un tocco di classe all'acconciatura.
A piedi scalzi, torno in camera, e al posto di Gennaro, ci trovo Una scatola dell'Adidas ed un biglietto, scritto da della calligrafia illeggibile.

"Un ragazzo normale, romantico e non Genn Butch ti avrebbe regalato delle scarpe col tacco.
Beh, non sono io.
Alle 21.30 qui fuori,
G."

Scuoto la testa e sorrido, aprendo la scatola.
Delle Stan Smith, e guarda caso proprio rosse.
Infilo i calzini e le indosso.
Mi stanno benissimo.
Metto a posto il casino che ho combinato, prendo il telefono e scendo giù.
Alle 21:30 precise, sono fuori.
È appoggiato all'auto, mentre fuma una sigaretta.
È così bello...
--------GENN POV'S--------
La porta si apre, rivelando Jade.
Butto subito la cicca, appena accesa.
È una Dea.
Quei capelli che gli circondano il suo viso innocente, che arrivano fino ai fianchi, lisci, castani, il mio ideale.
Quegli occhioni verdi, coperti di trucco ma che sarebbero belli anche pieni di lividi, di lacrime.
Quel vestito bianco, che sembra rappresentare la sua apparente purezza, gli fascia il corpo esile, come fosse stato creato per lei, a posta.
Quelle labbra, soffici, sempre calde, che ogni minuto della mia vita sento il bisogno di toccarle, anche solo sfiorarle, con le mie.
Quella coroncina di fiori bianchi che le da tanto un'aria angelica.
Io l'inferno, lei il paradiso.
Il mio paradiso.

Ti stai innamorando, Raia?
Eh, mia cara coscienza, devo rassegnarmi al fatto che sì, mi sto innamorando.

"Hey, Genn, stai dormendo?"mi risveglia, e mi accorgo di avere la bocca aperta.
S

orrido, e le prendo dolcemente la mano.
La porto vicino lo sportello dell'auto che Alex è stato tanto gentile a prestarmi dopo la lotta da cui potevamo anche uscirne senza vita sul pavimento di casa lavica, mentre quegli stronzi dei nostri amici ci facevano i video.
"Prego, madame"ridacchia leggermente, e posso scommetterci tutto che le sue guance leggermente paffute si sono colorate di quel rosa che tanto adoro.
"La ringrazio, ma monsieur"
"Ma mon-che cosa?"domando confuso, entrando dall'altro lato della macchina.
Scoppia a ridere.
"Niente, la gentilezza e la lingua francese non fanno per te"
La guardo sorridente, mentre sembra quasi svenire dalle risate, gesticola goffamente, butta la testa dietro si china successivamente in avanti, cercando di recuperare fiato, non smettendo di far uscire quel suono dolce, strambo, contagioso e che tanto adoro dalla sua bocca.
La guardo, sorrido, ma lei è assorta nel suo mondo, felice, spensierata, come una bambina.

Whatsapp//Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora