Secret ||Dramione

Capitolo 40

Draco

-Ciao madre- dissi a mia madre una volta arrivati, io e Blaise, al Manor.
Potevo ben vedere la tristezza nei suoi occhi.
Lei non voleva che ci fosse la guerra, non voleva che io sposassi qualcuna che non amavo, lei voleva che sposassi la persona che volevo veramente al mio fianco.
Ma mio padre non accettava tutto ciò, voleva eliminare ogni Mezzosangue e creare una stirpe solo Purosangue.

-Draco, tesoro mio. Come stai?- sorrise, anche se sapevo che quel sorriso era falso.
-Sto bene madre- sorrisi anche io, anche se trapelava di tristezza e di stanchezza.
Lei mi mise una mano sulla spalla, per consolarmi -Tesoro dimmi cosa ti turba-
Io sospirai -Non voglio addossarti nessun malore, madre, stai tranquilla-

Lei mi abbracciò -Per qualunque cosa io ci sono-
Io sorrisi e mi diressi da mio padre, il quale mi sorrise -Draco, figliolo, come stai?-
-A meraviglia padre e lei?-
Odiavo dare del lei a mio padre, ma lui non accettava altro, era come se ci fosse una separazione tra di noi, quando io invece non volevo essere separato da mio padre.
Volevo solo una semplice relazione amorevole tra padre e figlio.
Ma non l'avrei mai avuta.

-Io sto bene figliolo, grazie per l'interessamento-
Poi qualcuno entrò -Scusate se interrompo questo teatrino dolce dolce, però vorrei dire una cosa- iniziò il Signore Oscuro -vorrei presentarvi il nuovo nostro alleato, considerato un traditore per la sua scuola.
Ronald Bilius Weasley!-

Quella testa rossa deficiente entrò a testa bassa. Non capiva quanto era bella la sua vita.
No.
Doveva essere perfetta, ma lui almeno aveva la libertà.
Stupido.

-Bene, che la riunione abbia inizio- disse il Signore Oscuro dopo aver sfoderato un sorriso sdentato.
-Bene, tra pochissimi giorni ci sarà questa fatidica guerra, che tutti noi aspettiamo con grande ansia. Potremmo far vedere a tutto il mondo magico di che pasta siamo fatti-
Un vociare si innalzò quando il capo finì il suo discorso.

-Zitti zitti. Allora, vorrei dire una cosa.
Una volta finita, e vinta, la guerra, tutti i Mezzosangue saranno rinchiusi in celle, così da eliminare ogni loro traccia.
Una volta chiusi li uccideremo. Perfetto. Poi volevo avvisarvi che, una volta ucciso Harry Potter, dovrete catturare una persona. Una Mezzosangue. Hermione Jean Granger- tutti si guardarono intorno, per cercare poi, i miei occhi, velati da lacrime -ora, dopo avervi detto tutto, posso congedarvi. Arrivederci-

Io mi avvicinai lentamente a Weasley, dovevo assolutamente parlargli.
Mi guardai intorno, ma non vidi nessuna testa rossa vagante.
-Blaise, hai visto Weasley?-
Lui scosse la testa -No. Ma cosa ci fa qua? Non è un Mangiamorte-
-Invece si-

Mi allontanai anche da lui per continuare la mia ricerca, quando sentii delle voci -Mio caro Ronald, grazie per esserti alleato a noi. So che tu hai un legame molto stretto con la signorina Granger, e volevo affidare a te l'incarico di catturarla-
-A me? Perché? E poi perché la cercate?-
Una risata librò in aria -Quante domande. Beh, affido a te l'incarico perché essendo legato a lei puoi indurla a seguirti più facilmente. Per quando riguarda il motivo della sua caccia, non posso dirti niente. Ma, come sai, avrai presto la tua ricompensa-

Sentii delle sedie che si spostavano, e mi allontanai, così da poter seguire Weasley.
Lo vidi uscire, sempre a testa bassa, e dirigersi verso la porta.
-Weasley!- urlai, e lui si girò, palesemente sorpreso -vieni, andiamo fuori-
Lo condussi nel giardino, vicino ad una quercia, così da parlargli tranquillamente, senza interruzioni.
-Perché mi hai chiamato?- chiese dopo qualche minuto di silenzio.
Io sbuffai -Non fare ciò che penso, per favore. Tu non sai in che guaio ti sei cacciato. Tu hai una vita perfetta, amici che ti vogliono bene, famiglia che ti ama, libertà. Cosa vuoi di più?-

Lui sbuffò, arrabbiato -Tu hai lei! Hermione ti ama, e io la voglio, ma lei non vuole me. Vuole te-
-Ronald, non puoi rovinarti la vita per una ragazza-
-Hermione non è una ragazza, lei è la ragazza. E poi tu non puoi capire come mi sento.
Mi hai rubato la ragazza, l'hai fatta soffrire, ma nonostante questo non mi vuole-
Sbuffò per l'ennesima volta, e se ne andò.