Capitolo 30

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Eric's POV

Miguel e Brian presero con loro tantissime armi e munizioni.

Diedero una serie di ordini agli uomini presenti, per poi guardare Curtis preoccupati.

Miguel si fermò incerto sulla soglia. Forse non voleva lasciare il suo migliore amico "solo" in un momento del genere.

Spostò lo sguardo su di me e alzò il mento, come per dire "è nelle tue mani".

Gli risposi con un cenno, lui annuì, per poi sparire subito dopo.

Mi girai verso Curt.

Era seduto su una vecchia poltrona bordeaux. Si teneva la testa tra le mani.

-Non può essere stato lui-

-Non può averlo fatto davvero- ripeteva

-Non per quel motivo-

Sentii una fortissima fitta al cuore nel vederlo così debole.

Le azioni si erano svolte così velocemente da non darmi il tempo di capire cosa stesse succedendo.

Avrei voluto avvicinarmi a lui, abbracciarlo e dirgli che si sarebbe risolto tutto, ma non ero sicuro che Curt avesse voglia di starmi a sentire.

Non riusciva ad accettare l'accaduto.

Continuava a ripetere quelle frasi.

Qualcuno a lui molto caro doveva averlo tradito, e stando a quanto gli avevo appena sentito dire, aveva capito di chi si trattasse.

Neanche un attimo dopo, lo vidi scattare in piedi e afferrare la sua pistola.

-Lo devo trovare per primo- disse

Incontrai il suo sguardo e quasi non lo riconobbi.

Era pieno di rabbia e di delusione.

-Curt...- sussurrai

Caricò la pistola.

-Curt- ripetei camminando lentamente verso di lui

Abbassò lo sguardo.

-Devo andare- disse

Mi superò diretto verso la porta.

Lo afferrai per un braccio costringendolo a voltarsi verso di me e a guardarmi negli occhi.

-So che ti senti ferito, so che ora nella tua mente aleggia esclusivamente la parola "vendetta", ma tu non sei così Curt. Io non so cosa abbia portato questa persona a volerti consegnare nelle mani di tuo padre...so solo chese  tenevi così tanto a lei, non può essere finito tutto da un momento all'altro-

-Non compiere azioni affrettate-

-Quello che ora ti può sembrare il modo più veloce di porre fine a questa faccenda, potrebbe essere quello sbagliato- dissi lasciandolo andare.

La scelta finale era la sua.

Io speravo solo facesse la scelta giusta.

Mi guardò con le lacrime agli occhi.

Strinse fortissimo i pugni fino a far sbiancare completamente le nocche.

Stava combattendo contro se stesso.

Contro la voglia di lasciar prevalere ancora una volta l'istinto.

Sospirò forte, poi si buttò tra le mie braccia.

Lo tenni stretto a me per diversi minuti accarezzandolo, con l'intenzione di tranquillizzarlo.

Piangeva silenziosamente, cercando di trattenere i singhiozzi.

Coincidenze - COMPLETA (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora