Ventuno

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Lui, dal canto suo, non riusciva a vedere altro che Alessia che si avvicinava con passo deciso.
- Che cazzo fate, babbei! - gridò, facendo udire le parole anche a Bianca.
- Non sono affari tuoi, Ale, vattene! - rispose Derek duramente.
- Ma non ci penso neanche, ora mi dite qual è il problema!
Puntò le mani sui fianchi e li guardò severamente.
- Alessia, vai, ti prego...
Il tono di Jason era basso e pacato, implorante.
Alessia deglutì e tornò a fissare Derek.
- No, ragazzi... Per favore... - insisté la ragazza.
Raramente Jason usava un tono così pacato, quindi doveva per forza essere qualcosa di grave.
- Ale, vai! - ringhiò il biondo.
- Lasciala stare! - la difese subito l'altro. Il fratello di questo strinse i pugni con fermezza, serrando la mascella.
- Per favore, ragazzi, non fate cazzate.
Alessia sembrava davvero preoccupata.
Bianca, però, non riuscì a sentire una parola. Vedeva solo le loro figure muoversi a scatti, a volte di rabbia a volte con più cautela e continuava a chiedersi cosa ci fosse che non andava.
Avrebbe voluto avvicinarsi di più, ma i comandi della sua accompagnatrice erano stati chiari: doveva rimanere ferma finché non le avesse detto di avvicinarsi.
Si appoggiò alla parete, togliendosi lo zaino dalle spalle e provando a drizzare le orecchie; ma neanche con tutta la buona volontà del mondo sentì qualcosa.
Intanto quelle tre figire continuavano ad essere irrequiete e il suo desiderio di sapere cresceva sempre di più.
- No!
Quel grido fece sussultare Bianca, portandola a staccarsi dal suo appoggio. La scena che vide la fece scattare come un fulmine: Derek aveva colpito Jason che era riverso a terra con il fratello sopra e Alessia che cercava di separarli.
Qualcuno sarebbe potuto accorrere, sentendo quel fracasso, ma i due giovani si erano trovati proprio una via disabitata.
- Basta! - continuava a gridare Alessia, provando a dividere i due, ma non c'era nulla da fare, Derek era concentrato a colpire il fratello con una ferocia che non sembrava neanche appartenergli.
- Lascialo stare!
Alessia si voltò verso Bianca che era ormai a pochi passi da loro.
- No, stanne fuori! - replicò subito, cercando di non farla avvicinare; ma Bianca non le diede ascolto, arrivando di fianco ai due e provando a separarli.
Non l'avesse mai fatto.
In un momento il biondo la spinse bruscamente, facendola cadere con il sedere sull'asfalto.
Ogni rumore cessò.
Solo in quel momento i due fratelli si accorsero di Bianca.
- Merda... Merda! - imprecò Jason, spingendo Derek.
Questo sembrò come risvegliarsi da uno stato di trance e subito Alessia andò in suo soccorso.
- Stai bene? - gli chiese la ragazza, accovacciandosi di fianco a lui.
- N... No... - rispose lui, continuando a guardare un punto impreciso.
- Cristo, stai bene?
Jason era già accanto a Bianca, ancora confusa da tutta la situazione.
- Io... Cosa è successo?-
I loro occhi si incontrarono e tutto sembrò fermarsi.
- Stai bene? - ripeté lui, mantenendo il contatto visivo.
- Sì, sto bene... - rispose infine lei, sbattendo le palpebre un paio di volte. Poi si mise a scrutare il suo viso, sudato e macchiato di sangue fresco. - Sei ferito - constatò, cercando di avvicinarsi.
- No! - Indietreggiò in fretta, alzandosi e andando vicino ad Alessia. - Perché l'hai portata qui?! Dico, sei scema?
La prese per un braccio con forza, facendola allontanare dal fratello ancora chino a terra.
- Lei è voluta venire! Io non l'ho costretta! - rispose lei acida, levando il braccio dalla sua presa.
Jason riportò lo sguardo su Bianca che era rimasta immobile a guardarli.
- Vattene - decretò, passandosi le mani sul viso.
- Volete prendervi gioco di me, vero?
Tutti si voltarono verso Derek, ormai in piedi e con uno strano sorrisino in volto.
- No, calmati, nessuno ce l'ha con te... - rispose Alessia, repentina.
- Sì invece! Ma ve la farò pagare... Lo giuro sul mio nome... Darren!
Bianca spalancò gli occhi e fece un passo indietro, saettando lo sguardo su Jason.
- Cosa...
Il biondo corse velocemente e Alessia non perse occasione di seguirlo, lasciando gli altri due soli.
- Bianca... - iniziò lui, ma lei lo bloccò con un gesto della mano.
- Che significa?
- Niente che ti riguardi.
Jason scrollò le spalle e iniziò ad avviarsi lungo la strada.
- Jason, voglio sapere... Perché ha detto di chiamarsi Darren?
L'altro si bloccò immediatamente, stringendo i pugni. Ormai era tardi, troppo tardi per lasciarla fuori da tutto quello.
- Vieni con me.



Camminavano fianco a fianco, osservando la strada che si estendeva davanti ai loro occhi. Nessuno osava dire nulla, anche se Jason era consapevole che doveva dirle qualcosa e Bianca si stava trattenendo dal chiedergli spiegazioni.
- Dove stiamo andando? - chiese allora lei, provando a farsi dare un minimo di informazioni.
- A casa mia, devo medicarmi - rispose, con tono piatto, quasi annoiato, come se fosse una routine.
- Perché ti ha fatto questo? - chiese Bianca, girando il viso verso di lui.
- Ti spiegherò tutto a tempo debito...
- Jason, puoi parlare anche mentre cammini - lo rimproverò.
- Per favore, non discutere.
La ragazza non replicò, limitandosi a seguirlo con il proprio zaino in spalla e le parole di Derek nella mente.
Camminarono per una ventina di minuti, per poi arrivare di fronte ad un'abitazione modesta, ma dalla struttura antica.
- È casa tua? - chiese lei, scrutandolo. Lui annuì e aprì il vasto cancello che li separava dal vialetto di accesso alla casa. Lei continuò a seguirlo senza fiatare, mentre osservava il giardino curato.
Jason aprì la porta e varcò la soglia, invitandola ad entrare; passarono qualche stanza, fino ad arrivare ad un bagno, abbastanza piccolo. Lui aprì le ante sotto il lavandino e prese dei disinfettanti e delle garze. Bianca rimase ad osservarlo, deglutendo mentre immaginava quanto dolore potesse star provando.
- Ti fa male? - chiese allora, ma lui le lanciò un'occhiataccia ovvia, facendole capire quanto la sua domanda fosse stupida e senza senso.
La ragazza sbuffò appena, sentendosi a disagio e fuori posto. La stava trattando come se fosse spazzatura e non le piaceva affatto.
L'unica cosa che la tratteneva ancora dal non andarsene era la consapevolezza che da lì a poco avrebbe scoperto la verità.



Si trovavano sul divano. Jason con il viso sfregiato e il sangue incrostato alle ferite, Bianca al suo fianco, agitata e silenziosa, in attesa che qualcuno parlasse.
Il ragazzo le aveva offerto più volte qualcosa da bere, ma lei aveva rifiutato; era lì per uno scopo preciso, niente distrazioni.
- Allora... - iniziò lui, schiarendosi la voce. - Ecco... - indugiava, continuamente, come se non trovasse le parole, oppure non le volesse proprio trovare.
- Jason, basta, voglio sapere.
Lo sguardo di lei era deciso e stanco.
Stanco di tutta la faccenda e stanco dei segreti.
In realtà non c'entrava nulla con loro, non erano fatti che le riguardavano, eppure sentiva che doveva sapere, che ormai era coinvolta.
- Va bene... Va bene... - Jason sospirò, passandosi una mano tra i capelli leggermente sporchi. - Mio fratello... Ha un problema... - Bianca rimase in silenzio, aspettando che continuasse. - È strano... Insomma...
Si bloccò, deglutendo e guardando altrove. Gli sembrava di starsi levando un peso enorme dall'anima, ma allo stesso tempo era come se se ne stesse creando uno nuovo.
- Era stato lui anche l'altra volta, vero? - chiese lei, in tono pacato. Lui annuì, tenendo lo sguardo sulle proprie gambe.
- Non è cattivo... Non Derek almeno... Cioè, lui è buono, disponibile... Il ragazzo che hai conosciuto, insomma... È l'altra parte di lui che è orribile... Darren.
A Bianca non serviva nessun'altra spiegazione, aveva capito.
- Mi dispiace... - disse solo, continuando a guardare il profilo di Jason.
- Non devi, ormai sono abituato...
- Da quando?
Jason si irrigidì, deglutendo diverse volte e accarezzandosi il braccio sinistro, da cui spuntava fuori il tatuaggio.
- Dovresti andare ora...
Bianca aggrotto le sopracciglia, non capendo l'improvviso cambio di umore. Forse era stata troppo avventata, pensò.
- Scusa, non volevo essere inva... - lui la interruppe.
- No, vai, ti prego...
Finalmente tornò a guardarla negli occhi. Occhi profondamente distrutti, tormentati da cose che ancora non poteva completamente conoscere e affrontare.
- Non so tornare a casa da qui... - ammise lei, imbarazzata.
- Ti accompagno, ma non chiedermi altro.
Si alzò, sotto lo sguardo titubante della ragazza. Voleva sapere, voleva capire, ma si rese conto che già molte cose erano state svelate ed era già abbastanza per il momento.
Derek soffriva di disturbo della personalità.

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