Ventiquattro

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Bianca deglutì, continuando a guardare la ragazza.
- Mi dispiace - disse poi.
- Per cosa? - sputò l'altra, acida.
- Se qualcosa non va...
- Di sicuro va tutto meglio a me che a te!
Alessia afferrò la maniglia di scatto e aprì la porta, pronta ad uscire.
- Allora ciao, rimani pure nella tua splendida vita, stronza.
Bianca girò i tacchi, andando verso il bagno, percependo poi la porta richiudersi con un boato.
Si sedette sul water, passandosi le mani sul viso e pensando alla scena vissuta poco prima.
Le era davvero passato per la mente di aiutarla? Era solo una viscida ladra.
Uscì dalla cabina per lavarsi le mani e la porta si aprì di nuovo, mostrando ancora la figura di Alessia.
Sembrava avesse corso, con il fiatone e il viso arrossato, mentre stringeva la borsetta tra le mani.
Bianca evitò di guardarla direttamente, ma si concentrò sul suo riflesso allo specchio.
Aveva il viso sconvolto e si teneva a debita distanza da questa, come se potesse aggredirla da un momento all'altro.
Il desiderio di chiederle cosa fosse successo fu forte, ma si trattenne, pensando che le avrebbe risposto male e non si meritava il suo aiuto in nessun modo.
Un singhiozzo si elevò nell'aria, per poi essere troncato violentemente.
Lo sguardo di Bianca non poté che guizzare sulla ragazza, ma stavolta sulla sua reale figura, senza nessun mezzo che facesse da tramite.
Alessia si precipitò in una cabina, chiudendosi dentro in modo brutale. La situazione si stava facendo strana e Bianca non aveva la minima idea di cosa fare.
- Vattene! - urlò Alessia, facendo sussultare l'amica.
Questa non rispose, ma non si mosse neanche di un millimetro, anche se la tentazione era forte.
Voleva liberarsi di lei, ma una piccolissima parte (anche se non abbastanza da farla andare via) voleva sapere cosa ci fosse di tanto grave da far piangere una ragazza come Alessia: una cattiva ragazza.
- Sono fuori... Se vuoi.
E uscì, con un peso in meno sulla coscienza, ma uno enorme nel cervello: non avrebbe dovuto cedere.



Si stupì perfino lei, quando rimase davvero ad aspettarla fuori dal bagno, ad osservare la gente che passava.
Chiasso, solo chiasso, anche nel suo cervello c'era un chiasso infernale.
Cosa nascondeva? Perché aveva rubato quella maglia? Era la prima volta? Poteva davvero essere una ragazza bisognosa d'aiuto?
Quelle erano le domande che le affollavano il cervello, facendole venire una piccola fitta di dolore alla tempia destra.
Sbuffò, ad un certo punto, prendendo il telefono e constatando che erano quasi le tre di pomeriggio.
Come si era ridotta ad aspettare Alessia fuori dal bagno? Non lo sapeva neanche lei.
Forse, tempo fa, se ne sarebbe fregata, avrebbe lasciato che le persone accanto a lei, persone con cui non aveva nulla a che vedere, risolvessero i propri conflitti senza metterla in mezzo.
Non voleva essere messa in mezzo, non voleva sentire nessuno che si lamentava della propria patetica vita, non voleva avere a che fare con gente senza cervello.
Eppure Jason, Derek e Alessia non erano così.
Non erano patetici, non erano frivoli, non erano stupidi e neanche senza cervello.
Forse la loro vita aveva davvero qualcosa di terribile per cui soffrire.
La porta si aprì e Bianca scattò sull'attenti, vedendo la ragazza uscire con la solita faccia da ragazza cattiva. Si guardarono per un secondo e, dopo lo sgomento iniziale di Alessia, si rilassarono entrambe, sospirando.
- Credevo te ne saresti andata... - disse Alessia, come se sperasse davvero che se ne andasse.
- Lo credevo anche io...
Le due si guardarono e, pian piano, un sorriso spuntò sulle labbra di entrambe.
- Non ti dirò comunque nulla, sappilo.
- Fa niente, vorrà dire che aspetterò.
Bianca continuò a sorridere, forse non rendendosi conto di ciò che davvero aveva detto; mentre Alessia la guardò perplessa, pensando a quanto potesse essere strana, ma poi scosse la testa, iniziando a camminare con l'amica al fianco.



Entrarono in diversi negozi.
Alessia si provava di tutto, mentre Bianca continuava a guardare vestiti, immaginando solamente di poterli indossare. Ma, d'altronde, non le era mai importato avere vestiti bellissimi da sfoggiare; per chi, poi?
- Hey, Scura, vieni un po' qua!
La diretta interessata volse il viso verso i camerini, trovando Alessia intenta a sbracciarsi. Molti si erano girati verso di loro, per osservare la scenetta, ma non sembrava importare a nessuna delle due.
- Cosa? - chiese, avvicinandosi.
- Come sto con questi pantaloni? Mi fanno un bel culo? - Bianca aggrottò la fronte a quelle domande. - Hey, hey, sto scherzando!
Alessia scoppiò a ridere, mandando in confusione l'altra, che non capiva più cosa stesse succedendo.
- Hem... Sì, ti fanno un bel... Culo...
Trattenne a stento una risata.
Non credeva che avrebbe mai potuto dire una cosa del genere.
- Tanto è tutto merito del mio culo, quindi questi non mi servono.
E detto ciò, entrò di nuovo nel camerino.
Incredibile, pensò Bianca, ridacchiando tra sé e sé, mi sto anche divertendo.
Scosse la testa, tornando a guardare gli abiti in esposizione, quando il telefono le squillò.
Sua madre.
- Pronto?
- Tesoro mio, quando vuoi andare a casa? Ormai sono quasi le quattro!
Bianca sussultò, sentendo l'ora. Non si era resa conto che fosse passata già un'ora.
- Hem... Ora parlo con Alessia e ti dico... Ti chiamo tra poco...
- Va bene, a tra poco.
E chiuse la chiamata.
- Cosa devi dirmi?
Bianca sobbalzò, girandosi verso Alessia.
- Hem... Devo andare... - rispose, con una leggera ansia.
Cosa le stava prendendo?
- Oh... Capisco... Allora, ciao...
Neanche Alessia sembrava averla presa bene.
- Ciao...
Bianca si allontanò, prendendo il telefono per chiamare la madre e comunicarle che si sarebbe fatta trovare al parcheggio.
- Sì, mamma... Mi faccio... - una voce la interruppe.
- Senti... - Bianca si voltò, trovandosi Alessia di fronte. - Vengono Jason e Derek dopo, a prendermi... Se vuoi puoi stare con noi...
Entrambe capirono che era stato difficile pronunciare quelle parole, soprattutto per una ragazza come Alessia, che non aveva bisogno di nessuno.
O almeno così sembrava.
- Tesoro, sei ancora lì?
Claudia riscosse Bianca dai propri pensieri.
- Sì, sì... Sono qui.... Hem... Torno con Alessia e dei suoi amici... Poi ti dirò l'ora...
- Va bene, allora ci vediamo stasera.
E chiuse nuovamente la chiamata.
Rimasero una di fronte all'altra, senza parlare, ma solo con la consapevolezza che avrebbero passato altro tempo assieme e che a nessuna delle due sarebbe dispiaciuto.





Avrebbe rivisto Jason.
Solo questo era il pensiero che tormentava Bianca ormai da mezz'ora.
Si erano fermate a prendere una cioccolata in un bar del centro commerciale, anche se ognuna con i propri pensieri.
Da fuori sarebbero potute sembrare amiche, ma dentro, nella realtà, nessuna delle due aveva il coraggio di iniziare un argomento; per quando banale potesse essere, per quanto frivolo o stupido, anche solo per intrattenere un dialogo.
No, nessuna delle due aveva così tanto coraggio.
Riuscivano a pensare solo a come tutta quella situazione fosse surreale e tragica. Bianca non aveva mai avuto un'amica e neanche la cercava, per Alessia la questione era leggermente diversa, ma il punto non cambiava: non voleva un'amica, ma aveva chiesto alla ragazza di fronte a sé di rimanere, di andare a casa con lei e i suoi amici.
- A che ora arrivano? - chiese improvvisamente Bianca, ansiosa.
- Mi mandano un messaggio appena sono qua.
- Hai detto loro che ci sarò anche io?
Nel fare quella domanda Bianca deglutì, pensando alla scena a cui aveva assistito.
- No, lo scopriranno quando saranno qua...
Alessia alzò le spalle, indifferente, dando un altro sorso alla sua bevanda.
- E non credi che potrebbero arrabbiarsi?
- Perché dovrebbero?
Alessia la guardò, inarcando entrambe le sopracciglia.
- Non lo so... Magari perché non sono un ospite gradito?
- Ti importa?
- Sì.
Entrambe si guardarono, studiandosi.
Da quando a Bianca importava del pensiero altrui? Da quando codesto pensiero era rilegato a Jason, ma ancora non se ne rendeva del tutto conto.
- Beh, non darai fastidio... Ormai sai tutto, devi solo assicurarti che Derek non lo scopra, oppure...
Alessia non terminò la frase e Bianca sentì il cuore perdere un battito.
- Oppure cosa?
- Meglio che tu non lo sappia...
Bianca tornò a guardare la sua tazza e vi finì il contenuto, pensando a cosa sarebbe potuto accadere se Derek avesse scoperto tutto.
Ci sarebbero state delle conseguenze per lei o per Jason? Il pensiero di entrambe le cose le faceva venire i brividi, ma non riusciva a capire cosa davvero sarebbe stato peggio.
- Sono arrivati - disse Alessia, interrompendo il flusso di pensieri della sua amica, anche se uno era rimasto, come un chiodo fisso: avrebbe rivisto Jason.

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