Ventitré

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- Allora, da che negozio vuoi partire? - chiese Claudia, mentre si dirigevano all'interno. Bianca aggrottò la fronte, non sapendo cosa rispondere.
Da che negozio sarebbe voluta partire? Da nessuno in realtà; sognava di starsene a casa ad ascoltare musica o finire i compiti per lunedì, ma ormai aveva accettato e non poteva certo mettersi a fare i capricci.
- Dove vuoi tu, per me è indifferente - rispose infine, guardandosi attorno.
- Va bene, andiamo!
La donna, euforica, trascinò Bianca tra la folla, conducendola in un negozio che sceglieva sempre per i suoi acquisti sicuri.
Si mise a guardare in ogni dove, prendendo pantaloni, maglioncini, giacche; mentre Bianca osservava diffidente i suoi movimenti, cercando di non dissentire ad ogni scelta che compieva.
Come faceva a non conoscere i suoi gusti neanche in minima parte?
- Dai, andiamo a provarli! - disse entusiasta la donna, camminando velocemente tra la gente.
Quando uscì dal camerino con il primo paio di pantaloni, l'espressione della ragazza era un misto tra imbarazzo e nervoso: le stavano stretti.
Non conosceva neanche la sua taglia?
- Oh, tesoro, ti prendo una taglia più grande, aspetta! - disse Claudia, per poi scomparire. Bianca tirò un sospiro, pensando che quella giornata non si sarebbe conclusa bene.
- Oh, anche tu qui?
Quella voce la fece sussultare e voltare nella direzione della ragazza. Il ghigno che trovò sul viso di Alessia fu impareggiabile.
Sarebbe potuto andare peggio di così?
Si guardarono per qualche secondo negli occhi, poi Bianca si riscosse.
- Che ci fai qui?
- Shopping, come te, immagino...
Alessia volse il viso verso la madre di Bianca, intenta a trafficare con dei pantaloni.
- Beh... Buono shopping allora...
In contemporanea con la fine della frase, sua madre comparve con un nuovo paio di pantaloni.
- La taglia non c'era, ma questi mi sembrano bellissimi, che dici?
Sorrise a trentadue denti, mente Bianca pensava solo che avrebbe voluto sotterrarsi.
- Sì, mamma, va bene...
- Oh, chi è lei, una tua amica?
Alessia fece un cenno con la mano, mentre la donna sembrava euforica.
- Sì, siamo amiche - rispose Alessia prontamente, lanciando una strana occhiata a Bianca. Cosa aveva intenzione di fare?
- Che bello!
La madre volse lo sguardo verso la propria figlia, raggiante.
Bianca, invece, era tutt'altro che allegra; continuava a pensare a cosa diavolo fosse passato nella testa di Alessia.
Non erano amiche e probabilmente non lo sarebbero mai state.
Il suo concetto di amicizia non si avvicinava per niente al carattere della mora accanto a lei.
Sacrifici? Fiducia? Onestà?
Non erano proprio qualità che le si potevano attribuire, data l'aria da cattiva ragazza che si portava appresso.
- Mamma, qua non c'è nulla, andiamo? - propose quindi la ragazza, cercando di allontanarsi da Alessia.
- Ma tesoro, perché non vai a fare compere con la tua amica? Non me la prenderò.
Claudia sorrise, ma non era quello che preoccupava Bianca.
- Ma è la nostra giornata mamma e figlia... - rispose quindi, cercando di mirare al suo punto debole.
Sentiva quanto ci tenesse a riallacciare un rapporto con lei e, per quanto potesse apprezzarlo, sapeva che non sarebbe stato così facile. D'altronde, un colpo così basso era meschino perfino per la stessa Bianca, ma se così poteva ottenere due piccioni con una fava, ne valeva la pena.
Il volto della madre s'illuminò e si portò una mano sul cuore.
- Piccola, non c'è problema, abbiamo tutta la vita per stare insieme... Dai, vai con la tua amica.
Estrasse cinquanta euro dal portafogli e glieli porse.
Bianca deglutì, guardando prima la madre e poi Alessia, che era ancora intenta a fissarla con uno strano sorriso sul volto.
- Grazie... - disse infine, prendendo i soldi e intascandoli, mentre la donna salutava l'amica di sua figlia e si apprestava a lasciare il negozio.
- Bene, amica... Cosa facciamo?
Bianca guardò la mora con tale intensità, carica di risentimento, che questa poté solo ridacchiare, avviandosi fuori dal negozio. - Allora, non vieni? - le disse ancora, girandosi verso di lei.
Bianca, suo malgrado, fu costretta a seguirla, abbandonando gli indumenti provati sull'apposito appendiabiti.
Si avviarono verso l'uscita, ma Alessia non aveva riposto il suo capo e Bianca se ne accorse.
- Dovresti andare alla cassa, sai? - disse retoricamente.
- Dovrei, esatto, ma non lo farò.
La ragazza ghignò per poi appallottolare l'indumento che aveva in mano e infilarselo nella borsa.
- Hey! Non puoi farlo! - la riprese l'altra, nervosa.
Non le erano mai piaciute le persone che rubavano o infrangevano la legge per puro divertimento, le trovata ignoranti e prive di morale.
- Beh, lo sto facendo!
In un attimo la ragazza aveva varcato la soglia e l'allarme si era messo a suonare in modo insistente. Alessia scattò, correndo più velocemente che poté, mentre Bianca era rimasta basita e immobile, osservando le commesse che si stavano muovendo nella sua direzione. Il panico la assalì per due secondi, facendole smettere di far funzionare il cervello, ma quando si rese conto che rimanere lì non le avrebbe giovato per nessuna ragione, decise anche lei di correre il più velocemente possibile, lontano da lì.
Durante il tragitto sentì una fitta al cuore e un reale desiderio di scappare si fece largo nella su mente: era stata indirettamente complice di un furto e la cosa non le piaceva per niente.



La gente le impediva di avere una visuale perfetta. Non capiva in che punto del centro commerciale si trovasse e soprattutto non aveva la benché minima idea di dove fosse Alessia. Da un lato era meglio così, non voleva ritrovarsi accanto ad una ladra per essere considerata tale anche lei.
Avrebbe potuto chiamare la madre e inventare una scusa sulla sparizione della sua amica, ma preferì prendere un respiro profondo e approfittare di quella solitudine per starsene in pace con se stessa; anche se era molto difficile, essendo circondata da così tanta gente.
Voci che si sovrapponevano, lamenti di bambini, risate, bisticci, rumori di stoviglie, di passi, di sacchetti che si scontravano l'uno con l'altro.
Voleva il silenzio, la calma, la quiete, la solitudine.
E dove trovarla, se non in bagno?
La parte più difficile fu fare lo slalom tra la folla, cercando di raggiungere la sua meta, ma appena ci fu dentro, tirò un sospiro di sollievo.
Si guardò allo specchio, notando la matita sotto gli occhi sbavata; non sapeva neanche lei perché si era truccata, anche se lievemente.
- Sì, l'ho presa... Allora siamo a posto... Bene.
Bianca deglutì, volgendo il viso verso la cabina di un bagno, da cui proveniva la voce. Un rumore di chiave preannunciò la figura di una ragazza. Quando questa si mostrò alla ragazza, entrambe ebbero un sussulto.
- Alessia... - sussurrò Bianca, osservando i suoi occhi leggermente rossi. Aveva forse assunto qualche droga? La ragazza subito si coprì gli occhi, girando il viso dall'altra parte e tirando su con il naso.
Bianca rimase perplessa, osservando i movimenti della ragazza nello sfregarsi le mani compulsivamente, come se volesse togliersi lo sporco dall'anima.
- Non dovrai dire nulla di quello che hai visto, d'accordo?
Alessia le rivolse un'occhiata carica di ostilità e questa poté scorgere di nuovo i suoi occhi. Bianca annuì semplicemente, rimanendo immobile ad osservarla, finché non la sorpassò e sentì la porta aprirsi.
- Perché lo hai fatto? - chiese istintivamente. La porta non si richiuse, segno che Alessia si era fermata poco prima di uscire.
- Non sono affari tuoi...
- Non dovevamo essere amiche? Sai, le amiche si dicono tutto...
Bianca si voltò verso di lei, osservandola con un'impassibilità impressionante. Alessia deglutì e abbassò il viso.
- Non siamo e non saremo mai amiche, se ti fa piacere...
- In effetti sì... Ma mi hai quasi coinvolta in un furto, voglio almeno sapere perché...
- Vuoi sapere troppe cose, Bianca...
Alessia rialzò il viso, sostenendo lo sguardo della ragazza.
- Hai ragione, ma ormai ci sono dentro.
- Non con me, io e te non abbiamo nulla a che vedere l'una con l'altra.
- Ma io ho a che fare con Jason e Derek... O dovrei dire Darren...
Gli occhi di Alessia si aprirono sempre di più, in un'espressione di incredulità.
- Come...
- Me lo ha detto Jason... - la interruppe, incrociando le braccia al petto. - Che relazione hai con loro due? - continuò, avvicinandosi di qualche passo alla ragazza.
- Non sono affari che ti riguardano, ripeto...
Alessia non aveva nessuna intenzione di cedere, sapeva che ciò che nascondeva lei non era paragonabile al problema di Derek, ma ci sono alcuni segreti che non possono essere svelati alla prima persona che ti trovi davanti.
- Allora perché non mi hai lasciato con mia madre?
- È lei che se n'è andata, lasciandoti con me.
Alessia fece una smorfia, guardando altrove.
- Tu non hai fatto nulla per fermarla, però...
- Senti, non lo so, va bene? Sei contenta ora?!
Bianca notò il luccichio negli occhi della ragazza farsi più intenso.
Stava trattenendo le lacrime.
Improvvisamente non vide più una ladra, stronza e acida, ma una ragazza che aveva bisogno di aiuto.
Ma lei sarebbe stata in grado di aiutarla e capirla?
E soprattutto: lo voleva?

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