- Siamo arrivati - dichiarò la ragazza, di fronte al cancello del proprio appartamento.
Tirò fuori le chiavi e sorrise a Jason, ancora in imbarazzo per il tragitto.
Quando Bianca gli aveva dato l'indirizzo e avevano compreso che distava più di un'ora a piedi, avevano usato la moto di lui.
Lei rimase scioccata in un primo momento: non si aspettava che lui avesse un mezzo del genere ed era restia a salirci; però alla fine non voleva essere scortese e decise di salirci senza obiettare.
- Allora ci vediamo a scuola... Ciao.
Lui si rimise il casco e accese il motore, per poi sparire lungo la strada.
A Bianca venne un brivido lungo la spina dorsale.
La scuola: l'aveva saltata, era scomparsa senza dire nulla.
Salì di corsa le scale per andare al suo appartamento, ma proprio mentre era sul piano dei suoi genitori, la porta della loro abitazione venne aperta di scatto, rivelando la madre.
- Dio, Bianca!
Le corse incontro e la strinse tra le braccia.
Lei rimase spiazzata, scioccata, anche un po' disturbata da quel contatto, ma si lasciò stringere.
- Dove sei stata?! La scuola ha chiamato dicendo che non sei tornata in classe e non eri da nessuna parte! Ti ho chiamata così tante volte, sono uscita dal lavoro per cercarti. Mi sono spaventata così tanto...
Non allentò la presa neanche per un secondo, accarezzando i capelli della sua unica figlia.
- Scusa, mamma - disse lei, sentendo in parte il dolore che provava.
- Dove sei stata? - chiese di nuovo Claudia, stringendola ancora.
- Dovevo sbrigare delle faccende urgenti, con degli amici... - rispose, un po' titubante, facendo staccare la donna da quell'abbraccio.
- Amici? Sono tipi pericolosi? - chiese preoccupata.
Solo uno di loro, quando cambia personalità, ma non è nulla di che pensò, mentre scuoteva la testa e le sorrideva rassicurante.
- No, mamma, sono bravi ragazzi, ma dovevo andare con loro... Mi spiace di averti fatta preoccupare.
Sorrise di nuovo.
- Non farlo mai più, ti prego, almeno avvisa, capito? Poi andare via dalla scuola in questo modo, la preside sarà furiosa!
Il solito comportamento di sua madre. Si preoccupava, ma subito dopo pensava alle frivolezze. Anche se per Bianca non lo erano.
- Ci penserò io alla preside, tu non preoccuparti.
La ragazza sorrise ancora, provando a rassicurarla. In realtà non vedeva l'ora di rintanarsi nella sua stanza, con la musica e i compiti da finire.
- Va bene... Tesoro, vuoi prendere una tazza di thé con me?
Claudia sorrise, provando a convincere sua figlia; la figlia che aveva creduto lesbica e che aveva lasciato andare in un altro appartamento, credendo di farla felice.
Ma in quel momento, mentre ce l'aveva di fronte, dopo una mattinata a pensare al peggio, aveva capito, forse, che l'aveva sempre un po' messa da parte.
- Non so, mamma... Sono stanca e... - Claudia la interruppe.
- Ti prego, tesoro, voglio parlarti di alcune cose...
La figlia sospirò e annuì, anche se a malincuore.
D'altronde era pur sempre la donna che l'aveva messa al mondo.
Erano in cucina, madre e figlia, in attesa di una sottospecie di miracolo che potesse riavvicinarle.
Claudia non si ricordava più l'ultima volta che avevano passato una giornata insieme, solo loro due, o forse non c'era neanche mai stata.
- Ti va se sabato andiamo a fare un paio di compere? - chiese la donna, sfoderando il suo sorriso migliore. La figlia, però, non sembrava molto convinta: odiava fare qualsiasi tipo di acquisto che implicasse stare in mezzo ad altre persone.
- Non so, lunedì ho due interrogazioni...
Il sorriso della madre si spense in un batter d'occhio, per poi annuire. In quel preciso istante, Bianca sentì come una piccola fitta sul petto, mista al senso di colpa. Non le era mai capitato, soprattutto con i suoi genitori; certo, voleva loro un gran bene, ma non si era mai preoccupata davvero di poterli ferire in qualche modo. In realtà in quel periodo stava provando emozioni che non aveva mai sentito prima. - Però posso studiare prima... - aggiunse quindi, facendo tornare il sorriso alla madre e quasi le sembrò di provare un po' della sua gioia.La settimana stava trascorrendo tranquilla; Bianca, Alessia e i due fratelli Owen non si erano più incontrati né nei corridoi né al solito posto e Bianca iniziava a pensare che la stessero evitando. Anche se il suo pensiero fisso era il fatto che entro qualche giorno sarebbe andata a fare shopping con la propria madre, cosa che non aveva mai fatto.
- Oggi interroghiamo! - esordì la professoressa di storia, appoggiando la propria cartellina sulla cattedra. Un coro di lamentele si elevò nell'aria e tra questi, anche se solo mentalmente, si era unita perfino Bianca.
Non che non sapesse nulla, ma di certo non le sarebbe bastato un misero sei, quando aveva la media dell'otto; poteva fare di più e lo sapeva bene, solo che stava trascurando ciò che era davvero importante in quel momento.
- Qualcuno si offre? - continuò la docente, passando lo sguardo su ogni individuo dell'aula. Per la prima volta, Bianca, si ritrovò a pregare che non scegliesse lei. - Mainini, vuoi venire tu?
La classe diresse i propri occhi su Giada, già pronta a lamentarsi.
- Ma prof, non può interrogare la mia compagna di banco? Tanto lei sa sempre tutto!
Bianca sospirò, passandosi una mano sul viso: ci mancava solo lei.
- No, Mainini voglio te! - insistette la professoressa.
Giada sbuffò, lamentandosi in continuazione, per poi andare vicino alla cattedra e iniziare l'interrogazione. Bianca sorrise, soddisfatta della piega che aveva preso la situazione.
Forse il Karma esiste pensò, sogghignando e andando a ripassare gli argomenti su cui era meno sicura; una cosa era certa: non avrebbe più lasciato lo studio in secondo piano.Tornata a casa si fiondò sui compiti, cercando di recuperare tutto ciò che aveva lasciato indietro per colpa di Jason.
Accese la musica nelle casse e si sedette alla scrivania a studiare. Sua madre l'avrebbe sicuramente rimproverata, diceva sempre che la musica non poteva darle la giusta concentrazione per imparare i concetti scolastici; eppure Bianca riusciva sempre a capire tutto, assimilare e ripetere senza intoppi, proprio grazie a questo metodo.
Per lei la musica non era solo un mezzo di distrazione, era proprio fonte di ispirazione.
E fu proprio mentre ascoltava I'm with you di Avril Lavigne che sentì la necessita di rivedere quel ragazzi pieno di segreti e sofferenza, quel ragazzo che era entrato nella sua vita come un uragano e si era incollato alla sua anima.
Voleva sapere di più, cercare di comprendere la sua sofferenza.
Scacciò quei pensieri, cambiando canzone e concentrandosi di nuovo sui compiti.
Doveva darci un taglio.Il weekend arrivò abbastanza in fretta. Era riuscita a stare lontano da Jason e dalla sua compagnia, ma solo perché era rimasta chiusa in classe ad ogni intervallo.
- Tesoro, sei pronta? - le chiese la madre, entrando nella sua camera mentre si stava preparando.
- Sì mamma, sono pronta.
Prese la borsa contenente il telefono e il portafogli, seguendo poi la madre verso la macchina di lei.
- Allora, quando hai intenzione di prendere la patente? - le chiese la donna, salendo nella vettura e rivolgendole un sorriso caloroso.
- Non lo so, magari quando finisce la scuola e passo gli esami - rispose la figlia, chiudendo la portiera e allacciando meglio il cappotto.
Dicembre era a metà e le temperature non avevano intenzione di alzarsi neanche di poco.
- Va bene, come vuoi.
Claudia mise in moto la macchina, infilandosi nel traffico verso il centro della città più vicina a loro per trovare un centro commerciale degno di essere chiamato tale.
Rimasero in silenzio per un bel po' di tempo.
Bianca non sapeva che argomento trattare e sua madre aveva paura a chiederle qualsiasi cosa, conoscendo il carattere introverso della figlia.
Parcheggiarono nel primo posto che trovarono e scesero, dirigendosi all'entrata. Sicuramente con quel freddo ci si sarebbe aspettati che la gente fosse rintanata in casa al caldo e invece no, molti avevano deciso di trovare tepore proprio nello stesso posto in cui erano dirette le due ragazze.
Bianca tenne per sé i suoi pensieri acidi, rivolti a quella mandria di volti che non aveva la benché minima voglia di vedere, mentre sua madre era più che contenta di essere finalmente a fare un'attività tipica madre-figlia.
Entrambe, però, si chiesero come sarebbe andata a finire.
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Dentro Me
General Fiction[Completa] Dentro di lei era tutto chiaro, ogni emozione, ogni pensiero; aveva le sue idee e non le avrebbe modificate solo per adattarsi alla massa. La sua vita procedeva con cautela, anche se per tutti era quella diversa, non si curava di ciò che...