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Questa storia comincia una sera all'inizio di febbraio, una domenica in una piazza affollata.

Emma era appena arrivata fuori al solito bar, coi soliti amici, aveva salutato tutti e si era seduta al solito tavolo. Si chiedeva chi sarebbe stato il fortunato che avrebbe avuto la fortuna di uscire con lei quella sera e si guardava intorno fumando la prima sigaretta della serata.
Pensava a quanto fosse cambiata la sua vita, fino a cinque mesi prima passava le giornate chiusa in casa a guardare serie tv, completamente abbandonata a sé stessa e con solo tre amici fidati, uno dei quali era in casa famiglia, mentre l'altra si era trasferita.
Una carneficina in pratica.
Poi Jonathan era uscito dalla casa famiglia e si era iscritto alla sua scuola, nel giro di un mese si era fatto conoscere e aveva portato lei all'apice della popolarità con lui. Ad un tratto erano arrivati al vertice della piramide sociale, e i ragazzi facevano la fila per uscire con Emma. Fino alla settimana prima fuori al solito bar aveva esclamato:‹‹mi annoio, chi vuole venire a fare un giro con me?›› e i ragazzi avevano cominciato a litigare tra loro fin quando lei non ne aveva scelto uno. Per gli altri ci sarebbe stata occasione, non usciva mai con lo stesso ragazzo più di una volta.
‹‹Buonasera, signorina›› erano arrivati anche Francesco, Alfredo ed Ettore. Alfredo faceva parte della sua comitiva, gli altri due li incontrava occasionalmente, Ettore era il migliore amico di Lia, la sua migliore amica.
‹‹Amori miei›› e salutò tutti con un abbraccio, ‹‹restate?››
‹‹tesoro no, dobbiamo andare a Fratta.››
‹‹capisco, ma io volevo fare un giro sul motorino, Ettore.››
‹‹Facciamo in settimana, ok? Ora il nostro amico sta aspettando›› e indicano un punto indefinito tra la folla, Emma non lo vede Gabriele, ma Gabriele vede lei e non sa perché ma non riesce a scendere dalla vespa, lui che è così sfacciato, che gli basta poco per conquistare chiunque, non riesce a smettere di fissare quella biondina coi capelli riccissimi che ora si sta scattando un selfie con i suoi amici.
‹‹Gab?›› Gabriele si gira di scatto verso Alfredo, non l'aveva notato affatto.
‹‹Come si chiama quella ragazza, Alfrè?››
‹‹Ma chi?››
‹‹La riccia che hai salutato prima.››
Ma quello che Gab non sapeva è che anche Alfredo aveva una cotta per Emma, mai fidarsi delle apparenze. ‹‹Non me lo ricordo.››
‹‹Beh, sai cosa? Quella ragazza è mia.›› La frase fa scoppiare a ridere Alfredo, lui la conosce bene Emma, è tutto tempo perso.
‹‹Se lo dici tu, ora andiamo.››

Questa storia comincia una sera di metà febbraio, fuori il pub del corso fra una chiacchiera e l'altra. E' passata una settimana da quando Gabriele ha visto Emma, l'ha cercata sui social ma niente, ovviamente non sapendo né il nome, né il cognome era abbastanza difficile, ma stasera ha intenzione di rifarsi. Per questo quando la vede fuori al pub chiede ad Ettore di fermarsi, ed è proprio quello che fanno. Si fermano, Ettore saluta tutti, Gabriele resta in disparte.
‹‹Gab, guarda che se vuoi che ti presentino la riccia, Lia è la sua migliore amica.›› dice Ettore, e a Gabriele si illuminano gli occhi.
‹‹Lia, puoi venire a fare un giro con me? Devo chiederti una cosa.››
Emma nota quando Lia sale sulla vespa del tipo con gli occhiali, chissà chi è quel tipo.
Quando tornano, poco dopo, Lia corre subito verso Emma, la prende da parte.
‹‹Lo vedi il tipo con la vespa? Vuole conoscerti.››
‹‹E non sa venire lui, scusa?›› quando Emma si gira a guardarlo, lui la sta fissando.
"Ma che tipo inquietante.."
‹‹Ma posso fidarmi?››
Lia scoppia a ridere, ‹‹Certo, vieni dai, te lo presento.››
Quando si trovano uno di fronte all'altra ed ha possibilità di guardarlo meglio, Emma comincia a pensare che poi non sia così male.
Ha gli occhi verdi, e sotto il casco che porta perennemente dei capelli biondissimi.
‹‹Che dici? Ti va di andare a fare un giro con Gabriele? Io vado con Ettore.›› Dice Lia.
Emma e Gabriele si guardano.
"Si, può andare bene" pensa lei.
"Speriamo dica si" pensa lui.
‹‹Si, è okay.››


Mentre sfrecciano per le strade del centro, Gabriele fa un deviazione, guida verso Frattamaggiore, mentre Lia ed Ettore tornano indietro. All'inizio era strano, poi cominciano a conversare, parlano della scuola di lei, del lavoro di lui. Tornano fuori al pub, vanno via di nuovo, parlano ancora e ancora. Dei posti in cui escono, di quelli in cui uscivano, di come hanno conosciuto le rispettive comitive.
Il tempo passa, e non se ne accorgono, fin quando il telefono di lui non squilla.
‹‹Gabriele, sono Ettore. Ma non dovevamo andare a Fratta?››
‹‹Giusto, ora riporto Emma da voi e ce ne andiamo›› e stacca.
‹‹Devi andartene?›› Chiede lei.
‹‹Si, vado a fare un giro a Fratta con i ragazzi.››
‹‹Che andate a fare? Sono già le nove e mezza, venite con noi in pizzeria.››
E Gabriele si lascia convincere, forse perché ancora non ha il suo numero, forse perché è meglio stare qui che stare da soli altrove, ma lo fa.
Quella sera in pizzeria i due si siedono vicini, dividono una pizza, ridono, la complicità è palese e tutti li guardano.
Escono fuori a fumare una sigaretta insieme, lei si siede sulla vespa, Emma pensa che il tipo con gli occhiali è divertente, Gabriele pensa che riccioli d'oro è davvero bella, e ad un tratto l'abbraccia. Lei si irrigidisce per un attimo, poi ricambia. E sarà stato forse il momento, l'atmosfera, la serata piacevole..
Si baciano, piano.
Si conoscono.
Lei gli mette la mano tra i capelli.
Lui gli accarezza la schiena.
Non esiste nessun altro, oltre loro, tanto che quando tutti gli altri escono e cominciano a fare commenti, nemmeno se ne accorgono.
E dopo quei minuti interminabili, Gabriele la guarda negli occhi e torna ad abbracciarla, e lei glielo lascia fare, anche se poi queste cose non le sono mai piaciute, anche se non lo lascia fare mai a nessuno.
Quando rientrano Alfredo li guarda, ‹‹complimenti, performance da 10. Ti invidio, fratello›› e ad un tratto si ritrovano al centro dell'attenzione, e della loro bolla personale non resta che il ricordo.
‹‹DEVI RACCONTARMI TUTTO.›› esordisce Lia quando lei ed Emma restano sole.
‹‹C'è stato un bacio, nulla di più. Sai come sono.››
‹‹Gabriele lo conosco, è un bravo ragazzo. E da come lo vedo preso, metterebbe la testa a posto per te.››
‹‹Ci sto bene, mi piace, più di quanto voglia ammettere, ma non può esserci nulla. Non posso permettere a nessuno di farmi questo.››

‹‹Allora? Come hai fatto?›› Chiede Alfredo a Gabriele.
‹‹Che ti frega? Tu non volevi nemmeno dirmi il suo nome.››
‹‹Ma che c'entra? Era questione di principio. Dovevi farcela da solo.››
‹‹E ce l'ho fatta.››
‹‹Insegnami, maestro›› e ridono.
Gabriele pensa che questa ragazza potrebbe essere la ragazza giusta e quella sera stessa le scrive, parlano per un po' ed entrambi per la prima volta dopo tanto tempo vanno a letto col sorriso.

Nelle settimana successiva Gabriele ed Emma si vedono tutti i giorni, a volte solo per qualche minuto, altre volte per molto di più ma non restano mai da soli. Ridono tanto insieme, tutti li vedono già come la coppia del momento, ma per chi conosce veramente lei sa che non durerà più di quel momento.


Ed io non volevo più salvarmi da sola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora