20° giorno senza te.

130 3 1
                                    


5 luglio 2016.

Sei tornato da me.
L'avevo capito che stava per succedere quando stasera alla festa di Rosalia sei stato tutto il tempo vicino a me, e riempivi il piatto e il bicchiere anche a me. L'ho capito da come mi parlavi, da come mi guardavi.
‹‹Vuoi un passaggio?›› e ho detto si.
Mi hai lasciata sedere davanti, ti sei fermato fuori la scuola media e hai fatto scendere Adriano e Giulia. ‹‹Emma tu resta, ti accompagno a casa›› e tu non lo sai, non lo saprai mai quanto volevo restare, quanto avrei voluto restare e lasciarti fare quella proposta e lasciarmi andare ancora tra le tue braccia, ma non potevo. Io non posso. ‹‹No, resto a fare compagnia ad Adriano, non ti preoccupare››
‹‹Sicura?›› ci sei rimasto male, te l'ho letto in faccia, ma dovevo fare ciò che era più giusto per me.
‹‹Sicura›› e sono scesa.
Qualcuno a saperlo, penserà che sono stupida, ma io sapevo a cosa stavo andando incontro.
Sapevo che mi avresti baciata e mi avresti tenuta stretta a te di nuovo, e sapevo che te l'avrei lasciato fare, pur conoscendo le conseguenze, perché domani ti saresti svegliato e te ne saresti pentito, e mi avresti spezzato il cuore, di nuovo.
Ma scendendo dalla tua auto, quell'auto che per un anno è stato il nostro nido d'amore, sapevo anche che non ti saresti arreso così.
E quando sono tornata a casa me l'aspettavo già il messaggio che mi è arrivato.
"Domani sera ti va di uscire insieme?"
E vorrei urlare, saltare, scrivere SI tremila volte, mandare lo screen a tutte le mie amiche e dire:‹‹VISTO? E' TORNATO!›› ma non posso.
"Ti sembra il caso?"

Visualizzato senza risposta.
Ecco, appunto.

Ed io non volevo più salvarmi da sola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora