Gabriele non aveva rispettato nemmeno per un secondo la volontà di Emma e l'aveva tempestata di messaggi che lei aveva volutamente ignorato, in compenso lei aveva parlato con Nadia, che aveva giurato di non sapere nulla del suo rapporto con Gabriele, e che non l'avrebbe più risposto. Lei accettò di buon grado la situazione, non era nella sua indole litigare con le amiche per un ragazzo, anzi spesso capitava che lei e la sua amica Sofia si "riciclassero" i ragazzi da baciare, ma questa era un'altra storia.
Il giorno dopo appena sveglia aveva trovato un messaggio di due pagine da parte di Gabriele che gli raccontava, per la prima volta, della prima volta che l'aveva vista, di come fosse rimasto imbambolato a guardarla, di come l'avesse pensata intensamente per giorni da quel solo singolo incontro, e della felicità che aveva provato quando l'aveva baciata per la prima volta. Le scrisse che non immaginava il suo futuro con nessun altro, che non voleva altre labbra, altre braccia, un'altra persona, che di lei si stava innamorando sul serio, che doveva dargli un'altra possibilità. Il messaggio era stato mandato alle quattro, si chiese se fosse riuscito a dormire, e questo le provocò un altro pianto.
Non sapeva da dove provenivano tutte quelle lacrime, si sentiva tradita come se fosse stato suo marito e non un semplice ragazzo come tanti, sentiva un peso sul cuore mentre tutte le sue amiche non facevano che ripeterle di rispondere, che un ragazzo così quando gli ricapitava, che errare era umano.
Ma lei non voleva sentirsi così, e sapeva che se l'avesse perdonato si sarebbe sentita sempre in questo modo, perché il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Poi arrivò la sera, i suoi erano andati a prendere un caffè dai signori del piano di sotto, e le arrivò un nuovo messaggio.‒ Senti, io non so cos'altro fare, mi sembra di aver fatto anche troppo, cos'ho sbagliato io? A farmi dare il numero da una ragazza dopo che tu hai detto di non volermi più sentire? E' uno sbaglio questo? Sei stata tu a lasciarmi andare. ‒
"Come si permette 'sto stronzo?"E forse per rabbia, forse per orgoglio, forse per farlo sentire una merda, lo chiamò.
‹‹Come cazzo ti permetti di dire che non hai sbagliato nulla?›› sbraitò lei appena lui rispose.
‹‹Buonasera, ho dovuto darti torto per farmi chiamare? E' da ieri sera che ti scrivo.››
‹‹Non te la meriti una risposta, hai fatto schifo.››
‹‹Ma in cosa? Tu mi hai detto di lasciar perdere.››
‹‹E ti sei ripreso in fretta a quanto vedo! Che cazzo di figura ci ho fatto io davanti agli altri secondo te? E poi Nadia è mia amica, idiota! Non solo ci provi con un'altra dopo nemmeno ventiquattro ore, ci provi anche con una mia amica! Qual è il tuo cazzo di problema?!››
‹‹Non sapevo fosse tua amica!››‹‹Si, certo, valla a raccontare a qualcun'altra questa stronzata!››
‹‹Te lo giuro!››
‹‹Che poi non è solo l'aver chiesto il numero, tu hai detto di volerla baciare!››
‹‹Non è vero!››‹‹Non prendermi per il culo, ho le conversazioni!››
‹‹Ho detto di voler baciare qualcuno.››‹‹E dì la verità, intendevi me!››
‹‹Si.››
‹‹Cristo, se sei coglione!››E andò avanti così, ancora e ancora, finché lei non si stancò di far defluire il sangue così velocemente e quindi di calmarsi. Alla fine decisero che si sarebbero visti il giorno dopo per parlarne da vicino.
‹‹Quindi? Sono perdonato?››
‹‹No›› e Gabriele rise, lui lo sapeva che l'avrebbe perdonato.
Si incontrarono il giorno dopo, otto marzo, fuori il centro commerciale di Casoria.
Gabriele si presentò con suo cugino, e quello fu il primo membro della famiglia che Emma conobbe, era un tipo simpatico, Luigi.
‹‹Allora?›› chiese lei appoggiandosi al muro guardando Gabriele di fronte a lei, e cominciarono a parlare, lei non sbraitava più ma lo guardava col suo cipiglio ironico, come a volerlo prendere in giro, e questo lo rendeva ancora più nervoso. Dopo essere stati più di un'ora a parlarne, Emma aveva deciso di perdonarlo, ma non gliel'aveva detto, solo per farlo soffrire ancora un po'.
Lui l'abbracciò e aveva provato a baciarla, ma lei si era spostata, allora aveva deciso di giocare la carta materiale. Si avvicinò alla vespa e dal cruscotto prese la mimosa che le aveva comprato, un gesto che negli anni a venire non sarebbe mai mancato, era la prima volta che qualcuno che non fosse suo padre gli regalava la mimosa, o qualcosa in generale.
Ne rimase piacevolmente colpita, e si lasciò baciare.
Si chiese che le aveva fatto quel tipo per farla ammorbidire così tanto, che aveva lui che gli altri non avevano, ma non seppe darsi una risposta.
E se la conosceva, in quel momento non volle ammetterlo.
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Ed io non volevo più salvarmi da sola.
RomanceEmma e Gabriele si sono amati più di quanto fosse lecito, lui ha preso qualcosa da lei, lei ha preso qualcosa da lui e non saranno mai più gli stessi dopo la fine della loro storia. Emma e Gabriele si sono amati per due anni e quasi due mesi, fra al...