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Emma aveva dato il suo primo ad un tipo della sua scuola durante una festa in piazza, era stato insignificante, come lui, e da quel momento aveva cominciato la sua "carneficina" di cuori.

E sarebbe continuata così, anche se lei il cuore di Gabriele non lo voleva spezzare, perché lui era uno di quelli buoni, di quelli che sono sempre lì per te, che se hai bisogno corrono, che anche se sono gelosi non lo dicono, e anche se sono incazzati con te ti riportano comunque a casa.
Poi c'era stata la prima foto, e aveva cominciato ad avere paura. Lei di foto non se ne faceva coi tipi con cui usciva, non voleva avere ricordi tangibili, quelli nella memoria si perdono con gli anni, ma le foto puoi anche stracciarle, di una foto non ti dimentichi.

Però Gabriele era buono, la faceva ridere, e fin quando non la faceva piangere, a lei andava bene tenerlo vicino.

Poi Jonathan aveva litigato con la sua fidanzata, c'era stato un litigio epico in piazza, con sessanta persone dietro di loro che li incoraggiavano a litigare, ed era successo.
Emma e la tipa in questione se l'erano date di santa ragione, e per dividerle qualche pugno se l'erano beccato anche quei poveri ragazzi, ma Gabriele non c'era, era andato via prima per qualche festività in famiglia.
I genitori di Emma l'avevano saputo, lei era stata messa in punizione, e Gabriele si era presentato sotto casa sua con Jonathan per vederla, anche solo dal balcone, e lei c'aveva provato a scendere, ma suo padre glielo aveva impedito e le venne da piangere, perché non poteva vederlo.
Ebbe paura, e sapeva che non poteva farlo, non poteva innamorarsi, per questo il due marzo, Emma lo chiamò e gli disse che sarebbe stato meglio se avessero smesso di sentirsi e vedersi, quando lui le chiese spiegazioni lei disse che non se la sentiva di continuare questa storia, che non potevano nemmeno vedersi e non voleva costringerlo ad aspettare che a suo padre fosse passata, la verità è che non voleva costringere sé stessa ad aspettare, "è meglio così", si ripeteva.

Ma quello che lei non sapeva era che Gabriele di tempo non ne perdeva, perché era uno di quelli buoni, ma non era stupido.

Tuttavia questaseparazione forzata durò tre giorni, e il sei marzo Emma tornò a cercarlotramite il cellulare di Serena, la sua compagna di banco. Si accordarono pervedersi alla festa di Massimiliano, un ragazzo della comitiva di lei, la serastessa. E sarebbe dovuto succedere, ma il destino non li ha mai realmentevoluti insieme, e questo volle che la vespa di Gabriele si rompesse quella sera, facendolo restare a casa. Questo già di per sé rese Emma nervosa, ma c'era qualcosa, una sensazione..

Jonathan la guardò per un po', prima di sospirare e prenderla per mano:‹‹Devo parlarti..›› lei, in silenzio si era lasciata guidare fuori. ‹‹Gabriele domenica sera si è preso il numero di Nadia, messaggiano da un paio di giorni, e ci sono dei messaggi in cui lui dice di volerla baciare e pensavo che tu dovessi saperlo, prima di fare qualcosa di cui poi ti pentirai, perché io so che cosa hai passato, l'abbiamo passato insieme, non voglio più vederti così, non voglio più curarti le ferite.››

‹‹Voglio gli screen, fatteli mandare›› e così era stato fatto fare.


Nadia si era scusata con lei mille volte mentre le arrivavano gli screen, ma sinceramente a lei non importavano le sue scuse, le importava di più il fatto che aveva sentito il suo cuore spezzarsi quando glielo avevano detto, si era sentita tradita nel profondo e peggio ancora, mentre leggeva quelle conversazioni aveva cominciato a piangere, ed ora lo sapeva che era rimasta fregata, che c'era qualcosa in quel ragazzo che l'aveva conquistata subito, forse il suo modo di baciarla, forse perché la faceva ridere, forse perché aveva sempre il bisogno di vederla anche se solo per cinque minuti, lei non lo sapeva il perché, ma in quel momento pensò che era questo che accadeva alle persone che si fidavano, soffrivano.

Gli scrisse un messaggio, allora: ‒ Quando ti ho conosciuto mi dissero che eri un bravo ragazzo, che potevo fidarmi di te, e così ho fatto. E so di aver sbagliato quando ti ho detto di lasciarmi perdere, ma era solo perché mi stavo affezionando ed io ho paura di legarmi alle persone, perché le persone fanno la stessa cosa che hai fatto tu stasera, deludono. Per quanto mi riguarda puoi continuare a messaggiare con Nadia, io non voglio più sentirti. ‒

Lei non era più disposta a soffrire. 

Ed io non volevo più salvarmi da sola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora