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Passò un mese prima che Emma crollasse sul serio, era già una settimana che litigava con chiunque e non aveva voglia di andare alla festa che Jonathan aveva organizzato al locale dove avevano festeggiato il compleanno di Massimiliano, era ansiosa senza motivo, come prima di un attacco di panico e respirava a stento, e la cosa peggiore era che doveva distribuire bacini e sorrisi a tutti.
Fu a metà serata che si sentì crollare come non le capitava da anni, prese Jonathan da parte e lo guardò con gli occhi pieni di lacrime:‹‹Jo, io non ce la faccio più. Ti giuro ci ho provato, sono mesi che faccio la figa, che passo per quella senza cuore, che faccio la superficiale e rido e scherzo con tutti ma ho questo vuoto nel petto, non mi sento più io, e non ce la faccio, mi sento come quando è morta Amanda e ho voglia di farmi male, e non riesco, Jo, non riesco›› ed era scoppiata a piangere. Jonathan l'aveva abbracciata forte e le aveva ripetuto che c'era lui, che l'avrebbero superata insieme di nuovo ma questo l'aveva fatta piangere ancora più forte e disperatamente fin quando non s'erano accorti tutti, compresa sua cugina presente alla festa.

Le avevano chiesto cosa non andasse e lei aveva cominciato a far uscire tutto come un fiume in piena, e piangeva e diceva che nessuno l'aveva capita mai, che tutti si erano basati su quella facciata ma lei non era quella, non voleva essere quella e Gabriele la guardava pieno di sconforto, e lei guardava lui e desiderava che l'abbracciasse, ma lui non lo fece e lei non glielo disse.
Quando si fu calmata si sedette sulla vespa di lui e sua cugina le si avvicinò, aveva parlato con Gabriele, lui le aveva detto che non l'avrebbe mai fatta piangere così, Emma ci credeva a questo, lo vedeva l'amore nei suoi occhi ma qualcosa la frenava.

Fu la sera del 16 aprilequando lei si decise di contattarlo, lui stava chattando con sua cugina e leaveva detto di stare male per lei, perché non sapeva più che fare perconquistarla.
Emma pensò che andava bene che lei stesse male, ma che doveva stare male luino, così no almeno, e lo contattò.
‒ Hai finito? ‒
‒ Di fare cosa? ‒

‒ Lo sai bene. ‒

‒ Emma ma io che posso farci mi spieghi? Ci sto male, mi sono legato a te, e tumi hai lasciato da un giorno all'altro e senza una spiegazione, io non capisco,sul serio. ‒
‒ Ma di cosa ti sei innamorato tu? Di cosa? Di una persona che non conosci?Perché tu non mi conosci, Gabriè, hai visto solo la parte di me che volevo farti vedere. ‒
‒ Fammi conoscere la vera te, allora. ‒

Le erano bastate sei parole per farla innamorare.

Ed io non volevo più salvarmi da sola.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora