8. Scars and lost feelings

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Cicatrici e sentimenti persi

Urlavo.
«Crucio!» disse la strega con la folta chioma scura. Sentivo un dolore lancinante a qualsiasi parte del corpo, le spade mi tagliavano, i coltelli mi laceravano e gli spilli mi perforavano.
Non sapevo come fossi finita in quel luogo sconosciuto, non vedevo niente a parte il pavimento scuro e la chioma che ogni tanto oscillava della strega che mi stava torturando.
Ogni tanto sentivo il legno della donna puntato alla mia gola «Allora, sei con noi?» chiese tra una serie di torture e l'altra.
«Mai» dissi recuperando quel poco di voce che mi era rimasta.
Sentii delle braccia che mi trascinavano bruscamente verso una parete, facendomi battere la testa. Solo in quel momento realizzai davvero cosa stesse succedendo. Un Mangiamorte si stava abbassando il cappuccio e togliendo la maschera, ma prima che potessi scoprire la sua identità, un'altra fitta di dolore mi attraversò e mi fece contorcere.
Urlavo.
Mi tirai a sedere di scatto, tossendo per il male alla gola che avevo. Era stato tutto un sogno ma... Sembrava così reale. Se fosse stata una premonizione?
Mi guardai intorno e i colori verde e argento della stanza mi rassicurarono. Draco era seduto accanto a me e mi sorrideva in modo malinconico.
«Avresti fatto invidia a una Banshee» disse senza abbandonare quell'espressione. Sollevai appena un angolo della bocca, stupita dal suo tentativo di sdrammatizzare la situazione. Non avevo mai gridato nel sonno in vita mia. Sentivo un dolore lancinante al braccio sinistro, quindi sollevai la manica del maglione e notai una cicatrice lunga almeno quindici centimetri. La toccai leggermente per testare quanto facesse effettivamente male.
Gemetti sottovoce per il dolore che non mi aspettavo essere così intenso. Ricoprii in fretta il braccio e mi voltai di nuovo verso il ragazzo biondo che sembrava leggermente più sollevato di prima. «C-che...» cercai di dire, ma il mal di gola mi costringeva a tossire ripetutamente, rendendomi quasi impossibile parlare. «... Cosa è successo?» riuscii a dire dopo un po'.
«Sei svenuta. Ti ho portato subito qui e dopo nemmeno cinque minuti hai urlato come se ti avessero torturato. Ogni dieci minuti urlavi e...» disse cercando di rimanere impassibile. Aveva saltato le lezioni per stare con me?
«Perché non mi hai portato in infermeria?»
Lui scrollò semplicemente le spalle e mi fece cenno di stendermi accanto a lui. Come mi ero procurata quella lunga cicatrice?
Mi ricordai che prima di svenire, Harley mi disse che mia madre e mio padre erano morti... Ma in quel momento mi sentivo come se fosse accaduto anni fa. Che fosse stata colpa del sogno?
Guardai l'orologio, erano le undici e trentacinque. Ero svenuta per due ore e mezza, e lui riteneva non necessario portarmi in infermeria?! Sarei potuta essere morta!
«Andiamo al Lago Nero» mi disse Malfoy stringendomi di più a lui.
«Siamo già al Lago Nero» dissi indicando con un cenno la finestra.
«Non era una domanda» disse in un sussurro roco.
Un'altra ora e saremmo dovuti andare a pranzo, tanto valeva saltare la lezione di Cura delle Creature Magiche.
«D'accordo andiamo» acconsentii in un sospiro. Ci alzammo in piedi e constatai di avere la bacchetta ancora con me.
«Prima però devi cambiarti» disse appoggiandosi alla porta. Era ritornato il Malfoy arrogante e malefico di sempre.
«Di sotto stai bene, sopra mettiti una mia camicia» sbuffai e andai a prendere una camicia bianca dal suo cassetto. Ad un tratto mi tornò in mente un pezzo di conversazione avuta con mio fratello tempo prima:
"«Mi ha fatto impazzire te lo giuro! Si è cambiata la maglia talmente lentamente che non riuscivo più a resistere dal saltarle addosso!» disse ridendo come un pazzo al ricordo di quella mattina con la ragazza del suo migliore amico... Lei era rimasta a dormire con una scusa solo per provarci con Harley, fortunatamente il buon senso del mio caro fratellino aveva funzionato come dovuto."
Decisi che volevo farlo impazzire, se doveva avere il controllo su di me anche io ne volevo avere un po' su di lui. Presi la camicia e la appoggiai sul letto, poi sollevai il mio maglioncino molto lentamente, mettendo in mostra il succhiotto che lui stesso mi aveva fatto poco tempo prima, mentre studiavo ogni sua singola reazione. Contrasse più volte la mascella mentre le nocche gli erano diventate bianche a causa della forte stretta attorno alla maniglia della porta. Indossai la camicia lasciando volontariamente sbottonati i primi tre bottoni. Mi avvicinai a lui talmente tanto che in altre circostanze avrei preferito che ci fosse un iceberg tra di noi. I nostri nasi si sfioravano e sentivo il suo respiro irregolare sulla mia pelle. Gli porsi una collanina dorata e mi girai, facendo segno di mettermela.
Sentii le sue dita allacciare la catenina d'oro e pochi secondi dopo la sua bocca famelica era sul mio collo, che assaggiava ogni centimetro di pelle disponibile. Appena smise mi girai di scatto e lui invertì subito le posizioni, facendomi scontrare poco delicatamente con la porta, iniziando a baciarmi in una maniera da togliere il fiato.
Gli passai le mani tra i capelli lisci, mentre lui mi accarezzava dolcemente i fianchi da sotto la sua camicia. Mi sentivo finalmente bene, non provavo più alcun dolore. Non potevo essermi innamorata... Non così in fretta... Non in questo momento... Non di lui!
Sorrise contro le mie labbra e a quel punto il mio cervello partí per la tangente.
«Mi hai fatto spaventare oggi» disse tra un bacio e l'altro. Il solo fatto che si fosse preoccupato per me mi faceva sentire l'adrenalina a mille. 
Una volta rimessa della distanza tra di noi, presi il mantello e ci dirigemmo al lago. Lungo il tragitto incontrammo solo il custode Gazza che, fortunatamente, era talmente preso dalla sua gatta per accorgersi di noi.
Il Lago Nero era un posto meraviglioso, ci avrei passato tutta la vita.
«È bellissimo» dissi salendo su una roccia per ammirare meglio il panorama. Malfoy prese posto accanto a me e mi passò un braccio attorno alla vita.
Mi depositò un dolce bacio sulla tempia. Mi girai per provare a scendere da lassù, ma purtroppo i massi erano bagnati.
Mi aggrappai a Draco per cercare di non cadere «Scoordinata come sempre» disse baciandomi velocemente la punta del naso e io per tutta risposta gli girai un pugno non troppo forte sul braccio mentre scendevamo.
Mi fece sdraiare e mi iniziò a sbottonare lentamente qualche bottone della camicia.
«Sai non mi dispiacerebbe vederti vestita così per tutta la giornata» disse con un ghigno spietato prima di aggiungere: «E anche con i capelli legati» disse iniziando a disporre piccoli baci vicino al punto viola sul mio collo chiaro.
«Sei una Serpe, Draco Malfoy» dissi ansimando leggermente mentre cedevo alla sua lenta e meravigliosa tortura. «Mi vendico solo per il tuo bel giochino di prima» disse scendendo sempre di più con la mano, fino ad arrivare al bordo della mia gonna e a infilarci la mano sotto, accarezzandomi la pelle mentre lentamente scendeva sempre di più...
«Lo so che ti piace» mi sussurrò all'orecchio «...ma per tua sfortuna dovremmo approfondire in un altro momento» disse smettendo di accarezzarmi in quel punto estremamente vicino all'inguine. Cosa diamine mi stava succedendo... Porca puttana avrei voluto che andasse fino in fondo. Basta. Dovevo tornare in me. Draco mi aiutò a rialzarmi e io gli finii addosso.
«E anche instabile» disse prima di darmi un lungo bacio.
Vedere Draco così dolce e affettuoso in quei momenti era veramente strano, ma mi provocava una bellissima sensazione allo stomaco, anche se non dovevo illudermi che questa situazione durasse ancora per molto.
Era ora di andare a pranzo e, come ordinato da lui mi legai i capelli mettendo in bella mostra il mio collo e la camicia che notai solo in quel momento avesse ricamate sotto il colletto in bella calligrafia le lettere "D.M".
"Perfetto" pensai. Adesso quel cavolo di succhiotto aveva anche la firma. Grandioso.
«Ehi Daphne, bel regalino» disse Zabini che incontrammo in corridoio, indicandosi il collo e facendo ridacchiare Draco.
«Zabini piantala» dissi fulminandolo con lo sguardo. Ero felice però che Draco e Blaise avessero fatto pace.
Entrammo in Sala Grande e Malfoy mi diede un bacio sulla guancia prima di dirigersi con l'amico verso il tavolo verde-argento.
Occupai il solito posto tra Fred e Hermione, guadagnandomi anche da loro un'occhiata sbalordita.
Harley rischiò di strozzarsi con qualsiasi cosa lui stesse bevendo. Io mi riempii il piatto di pietanze come se nulla fosse cercando di ignorare i loro sguardi. Sembravano congelati. «D'accordo. Cosa c'è?» decisi di chiedere.
«Cosa c'è?!» chiese Harley sbalordito come se avessi detto che la luna è quadrata. «Capirai che è abbastanza... Ehm... Evidente» continuò Hermione con tono apparentemente calmo e gentile.
«Dimmi che Malfoy non c'entra nulla» continuò poi Fred.
«Ragazzi non fatemi l'interrogatorio, non è successo nulla» li liquidai infine. Hermione e Fred ripresero a mangiare tranquillamente mentre mio fratello non mi staccava gli occhi di dosso.
«Hai intenzione di mangiare o resti a fissarmi?» gli chiesi senza sollevare lo sguardo dalle mie patate al forno.
Lo sentii sollevare le posate e riprendere a mangiare, allora mi concessi di alzare lo sguardo e notare che Draco mi stava guardando e ghignava come suo solito. Finii in fretta il cibo che avevo nel piatto prima di sentirmi chiamare da Harley «Possiamo parlare ti prego» l'ultima volta che avevamo parlato, ovvero qualche ora prima, non era andata a finire nel migliore dei modi. Nonostante tutto annuii e ci incamminammo nei corridoi. «Devi stare lontana da lui, Daphne.» adesso aveva cominciato a fare il fratello protettivo? No grazie, sapevo cavarmela da sola. La maggior parte delle volte.
«Dovevi parlarmi solo di questo?» non avevo intenzione di starlo a sentire, se doveva fare il fratellone geloso.
«No... Ma che cos...» disse sollevandomi il braccio sinistro che aveva preso a sanguinare. Mi sollevai la manica e vidi come da un angolo della cicatrice aveva preso a scendere una sottile linea di sangue scuro.
«Da quanto ce l'hai?» era la quiete prima della tempesta, me lo sentivo.
«Tre ore più o meno»
«Dovevi dirmelo» disse tirando fuori dallo zaino una benda nera e avvolgendomela intorno all'avambraccio. Non mi sembrava nulla di irrimediabile, d'altronde era solo una cicatrice, dovevo essermela fatta quando ero caduta.
«Dai Harley è solo un graffio» dissi tirando giù la manica. Mio fratello si passava svariate volte la mano in faccia con fare assai turbato.
Non avevo la più pallida idea di cosa stesse succedendo, Harley sembrava sul punto di esplodere.
Aprì più volte la bocca per dire qualcosa ma ci ripensò.
Mi guardò un'ultima volta e senza aggiungere nulla se ne andò.
***
Durante la giornata successero tantissime cose strane, sembravo non essere più in grado di provare emozioni. Qualsiasi cosa successa quel giorno non mi provocava alcuna reazione esagerata, le uniche emozioni amplificate erano quelle provate con Draco...
Nemmeno la strana profezia della professoressa Cooman a mio riguardo riuscì a turbarmi: "Loro stanno arrivando, stanno arrivando per te."
«Non pensarci è una ciarlatana» disse Hermione risvegliandomi dalla mia trance.
«In realtà non ci pensavo...» dissi svoltando l'angolo.
Hermione si fermò di colpo, ripugnava dalla scena che aveva davanti: Lavanda Brown stava attaccata a Ron come una cozza.
«Scusami devo andare a vomitare» disse tornando indietro. Mi dispiaceva vedere Hermione in quello stato, stare male per un ragazzo troppo ingenuo per vedere che quello che desiderava lo aveva sempre avuto accanto. Perché gli uomini dovevano essere sempre idioti?
«Come va con Malfoy?» a proposito di idioti...
«Zabini, tra di noi non c'è niente» dissi continuando a camminare. Tra di noi c'era solamente quella scommessa, nient'altro.
Zabini mi prese per il gomito e guardandosi intorno mi portò dentro al ripostiglio delle scope.
«Senti, lo so che quello che sto per dirti ti sembrerà strano ma devi ascoltarmi» annuii e lo incitai ad andare avanti.
«Draco... Stanno succedendo parecchie cose nella sua vita, non posso dirti cosa, ma devi stargli vicino, a te lo permette. Anche se dici che tra di voi non c'è nulla, io so che non è così. Lo vedo come ti guarda. Gli unici che sembrano non accorgersene siete voi due. Ascoltami Daphne e stagli accanto, non si fida più di nessuno ormai.»
Le parole di Blaise mi avevano sconvolta per la prima volta in tutta la giornata. Sembravo aver perso l'uso della lingua, così mi limitai a sorridere debolmente e annuire. Che periodo difficile stava passando Draco? Zabini c'entrava qualcosa?
Stava per uscire dal ripostiglio, ma io lo bloccai per chiedergli un'ultima cosa «Blaise,» dissi con voce roca e debole dovuta al mal di gola che aveva deciso di tornare proprio in quel momento «ha a che vedere con i Mangiamorte?» sembrava aspettarsi quella domanda, fece un mezza risatina e poi aprì la porta del magazzino.
Appena uscimmo vidi l'ultima persona che avrei pensato potesse essere lì in quel momento.
«Piaciuta la sveltina?» disse con il suo sguardo penetrante e freddo. Non ci diede il tempo di rispondere, Malfoy stava già andando via. Mi voltai verso Zabini che mi mimò un "Vai" con le labbra.
Iniziai letteralmente a corrergli dietro supplicandolo di fermarsi ad ascoltare.
«Ti ho sentito dire il suo nome lì dentro» a quel punto si fermò di colpo e io ebbi finalmente il tempo di avvicinarmi. Ero nel panico più totale, come se tutte le emozioni represse quel giorno avessero deciso di saltare fuori tutte insieme. Non volevo che pensasse tali assurdità, non con il suo migliore amico, non gli avrei mai fatto una cosa del genere. Ero del tutto fuori controllo, sicura che la prossima cosa che avrebbe detto mi avrebbe fatto crollare il mondo addosso «e lo hai detto nello stesso modo in cui fino a qualche ora fa dicevi il mio.»

You Can't Turn Back|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora