3. Premonitory dreams

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Sogni premonitori

Mi svegliai lentamente, erano le sei del mattino. Mi guardai intorno e notai che Draco non era lì. Dove poteva essere andato alle sei del mattino? Mi alzai dal divano su cui avevamo dormito quella notte e iniziai a vagare nella stanza, fino a quando il rumore di una porta che si apriva mi fece sobbalzare, presentandomi la stessa identica scena del giorno prima: Draco senza maglietta. Stavolta i miei occhi non andarono sul suo fisico ma restarono incastrati nei suoi. Camminavamo l'uno verso l'altro, e arrivati l'uno di fronte all'altro passarono solo pochi istanti prima che le nostre labbra si incontrassero e le nostre lingue si cercassero come se fossero state lontane per molti secoli. Mi prese per le gambe e mi fece sedere sul tavolino per poi piazzarcisi in mezzo senza mai smettere di baciarmi, nemmeno per riprendere fiato. Lui esplorava la pelle sotto la mia maglietta mentre io gli passavo le dita tra i capelli, sembrava fossimo stati distanti troppo, troppo a lungo e avessimo bisogno di più contatto possibile. Mi prese di nuovo in braccio e mi fece stendere sul letto, abbandonando le mie labbra per fiondarsi sul mio collo. Mi tolse la maglietta per poi andare  a baciare il mio petto lasciando una scia di baci da li alla vita.
«Draco..» mugolai. Volevo che quella dolce e splendida tortura non finisse mai.
Mi svegliai di soprassalto. Era stato tutto un sogno, uno splendido, stupido, fottutissimo sogno.
«Menomale che ti sei svegliata mi stavi stritolando» disse Draco accanto a me rilasciando il respiro che evidentemente stava trattenendo. Pregavo solamente che non avessi parlato nel sonno, sarei morta seduta stante.
«Potevi svegliarmi» probabilmente mi sarei risparmiata quel cavolo di sogno e non avrei avuto il dubbio di aver mugolato il suo nome mentre dormivo.
«Mi dispiaceva interrompere il tuo sogno»
«Che sogno?» cercai disperatamente di fare finta di niente, pregando che dicesse così per pura casualità.
«Non lo so ma continuavi a ripetere il mio nome» colpita e affondata. Merda. E ora cosa potevo dirgli? "Scusa stavo solo facendo il sogno più bello di tutta la mia vita dove ci stavamo baciando e non si sa cosa sarebbe successo se non mi fossi svegliata"? No grazie. Quel sogno non poteva sconvolgermi tanto, continuavo a cercare una scusa il più in fretta possibile.
«N-non mi ricordo» balbettai la prima cosa che mi veni in mente. Draco-fisico-perfetto Malfoy mi fissava con uno sguardo indagatore. Perché si ostinasse a dormire senza maglietta in pieno Novembre rimaneva un mistero. Non riuscivo proprio a capire perché vederlo in quello stato mi provocasse migliaia di brividi e mi facesse venire una voglia incredibile di saltargli addosso.
«Farai colazione con noi nella Sala Grande?» mi chiese mettendosi a sedere.
«Non ne ho idea» teoricamente non ero ancora uno studente e quindi non appartenevo a nessuna delle quattro case. Non potevo sedermi a nessun tavolo ma nemmeno restare a stomaco vuoto; forse avrei potuto rubare un po di cibo e andare a mangiare sulle scale. Vidi Draco che lottava con la cravatta per cercare di fare un nodo decente, era veramente uno spettacolo divertente vedere lui che imprecava ogni volta che il nodo non gli riusciva. Mi avvicinai a lui con l'intenzione di aiutarlo «Sei proprio negato» dissi ridacchiando mentre allacciavo la stoffa verde e argento formando un nodo perfetto.
«Sono bravo in altre cose» disse con un ghigno malizioso che mi fece venire milioni di brividi. Roteai gli occhi per cercare di mostrarmi il più disinvolta possibile, difficile dato che mi aveva messo le mani sui fianchi e aveva iniziato ad accarezzarmi lentamente provocandomi molti altri brividi.
«Ti vengono i brividi se ti tocco» mi sussurrò dolcemente all'orecchio. Adoravo quando mi sussurrava all'orecchio, come per indicare qualcosa che era solo per me e nessuno doveva sentirla. Mi lasciai scappare un lieve sorriso che agli occhi di Draco non passò inosservato. Iniziai però a pensare a Cedric e a quello che era successo l'altra sera, non sapevo che cosa ci fosse tra di noi, era troppo per due persone che si conoscevano da un giorno e lo stesso valeva per me e Draco. Probabilmente avrei dovuto lasciarli perdere tutti e due. Altri quattordici giorni e non sarei più dovuta stare da Draco e ci saremmo dimenticati l'uno dell'altro, anche se l'idea un po mi rattristava. Per assecondare la mia coscienza, una volta tanto, decisi di lasciar perdere. Mi allontanai e mi diressi verso il mio baule, afferrai qualche vestito a caso e un mantello e mi cambiai in bagno, dando una veloce aggiustata ai capelli legandoli in una coda e mettendo un po di trucco sugli occhi.
Uscii dal bagno dopo poco più di cinque minuti, trovando Draco seduto sul divano «Ti accompagno dalla McGranitt così vedi cosa fare per colazione» annuii semplicemente e ci dirigemmo nella Sala Grande, dove tutti i tavoli erano imbanditi e c'erano già molti studenti. Il tavolo dei professori non era da meno e la professoressa McGranitt, che sembrava averci letto nel pensiero, ci stava già venendo incontro.
Era perfetta in qualsiasi momento della giornata, con quei suoi capelli legati perfettamente e il vestito verde senza neanche una piega.
Eravamo davanti al tavolo dei Grifondoro, e questi ci lanciavano sguardi incuriositi per cercare di capire quale fosse il problema adesso.
«Signorina Blackwood, lei può mangiare tranquillamente al tavolo dei Grifondoro» disse lanciando un'occhiataccia a un ragazzo con i capelli rosso fuoco e poi continuò «può accomodarsi accanto al signor Weasley, e lei signor Malfoy può accomodarsi al suo tavolo» e così dicendo ritornò al tavolo dei professori.
Io e Draco ci rivolgemmo uno sguardo veloce e poi ognuno si diresse al suo tavolo senza dire una parola. Il ragazzo con i capelli rossi mi fece cenno di sedermi tra lui e una ragazza dai capelli capelli castani molto mossi.
Mi sedetti piuttosto in imbarazzo tra i due ragazzi. Non sapevo assolutamente che cosa fare, se iniziare a mangiare come se nulla fosse o cercare di avere una conversazione come una persona normale.
«Io sono Hermione Granger, tu sei Daphne giusto?» mi disse la ragazza con un sorriso amichevole.
«Già» dissi ricambiando il sorriso.
«Non sentirti in imbarazzo, fai come se fossi a a Casa tua»
Dopo qualche minuto di imbarazzo, decisi di mangiare un po di porridge.
Era veramente buono, tanto da finirlo in poco tempo.
«Che farai questa mattina?» mi chiese Hermione.
«Penso che andrò in biblioteca... Non lo so»
«Un'altra secchiona» disse il ragazzo con i capelli rossi accanto a me in una mezza risata.
«Lui è Fred Weasley»
«In carne e ossa» rispose lui mimando di togliersi un cappello.
«Oh si ho sentito di te...»
«Davvero?» disse lui con una punta di entusiasmo nella voce
«No.» la risata di Hermione echeggiava in tutta la Sala Grande e con lei io e Fred, ma noi ridevamo più per la sua risata isterica. Avevamo tutti e tre le lacrime agli occhi per il tanto ridere.
Una volta che ci eravamo calmati, avevamo gli occhi di tutti addosso e per poco non ricominciavamo.
«Noi adesso abbiamo Erbologia, invece di startene tutta da sola al buio come un vampiro in biblioteca, perché non vieni con noi?» mi propose Fred.
Mi sarebbe piaciuto molto andare ad una lezione, ma come avrei fatto? Non potevo ancora andarci e intrufolarmi lì senza permesso mi avrebbe messo nei guai prima ancora di essere diventata al cento per cento uno studente.
«Non posso»
«Posso chiedere alla McGranitt!» disse Hermione entusiasta. La McGranitt non dava l'idea di una donna che passava sopra a simili cose. Però, a quanto ne sapevo, Hermione Jean Granger era la cocca dei professori, specialmente della McGranitt e lei la considerava una delle sue allieve più brillanti, quindi forse c'era qualche speranza che se glielo avesse chiesto lei avrebbe acconsentito.
Hermione era così decisa che aveva iniziato a parlare ad una velocità assurda, io e Fred ci lanciammo un'occhiata spaventata, e quando lei si fermò la guardammo tutti e due con uno sguardo di puro terrore stampato in faccia.
«Capito?» disse con un sorriso che le andava da un orecchio all'altro. Io e Fred scuotemmo la testa nello stesso momento.
«Andiamo nello studio della McGranitt non appena finisce di fare colazione, tutti e tre,» disse scoccando un'occhiata a Fred alle mie spalle, poi continuò «diciamo che Daphne è veramente interessata alla materia e che ci terrebbe a tenere i corsi con noi per mettersi al pari, io mi offrirei per aiutarti così tu dovresti seguire tutti i corsi con noi. Non sarebbe un problema convincere gli altri professori..» Fred la interruppe: «Dimentichi Piton» e tutti ci girammo a guardare verso il tavolo dei professori.
«Faremo in qualche modo... Stavo dicendo che una volta convinti i professori, potresti stare con noi e comportarti come una normale studentessa, indipendentemente dalla Casa a cui appartieni, anche se speriamo che con questo tu venga smistata in Grifondoro» disse facendomi l'occhiolino.
«Sarebbe veramente orribile set tu fossi smistata nella stessa Casa di Malfoy e gli altri» disse Fred con una faccia schifata.
«Perché cosa c'è che non va?» chiesi con tutta la disinvoltura possibile, nascondendomi bevendo dell'acqua.
«Cosa c'è che non va? Innanzitutto Malfoy. Quello lì è uno schifoso Mangiamorte, perché credete che si sia assentato questi mesi? Per non parlare dei suoi amchetti» concluse rivolgendo uno sguardo schifato al tavolo dei Serpeverde. D-Draco era un Mangiamorte? Non poteva essere vero. Rimasi in silenzio per un paio di minuti fino a che la voce di Hermione mi riportò alla realtà. «In effetti è meglio che ci stai alla larga. Qualche volta magari puoi dormire nel nostro dormitorio se la persona con cui stai te lo permette. A proposito, dov'è che stai?»
E ora che cosa potevo dirgli?
Fortunatamente in quel preciso istante la McGranitt si congedò e attraversò la Sala «Ragazzi la McGranitt» dissi tirando una gomitata a Fred che si era fermato ad abbuffarsi di uova. Ci alzammo tutti e tre e uscimmo diretti allo studio della McGranitt. Ero veramente agitatissima, speravo per il meglio. Arrivati davanti allo studio della McGranitt credevo di svenire, per cosa poi? Probabilmente la notizia di Malfoy mi aveva sconvolto troppo. Non mi accorsi nemmeno che Hermione aveva già bussato.
La McGranitt sembrava stupita di vederci tutti e tre insieme. Ci invitò a sederci e allora Hermione prese parola «Professoressa, mi chiedevo se per caso fosse possibile far seguire con noi i corsi a Daphne... Sa per farla mettere a pari. Io le darei volentieri una mano»
La professoressa sembrava rifletterci molto. Stavo perdendo le speranze. Perché avrebbe dovuto infrangere le regole e fare un eccezione a me?
«Non è permesso... Dato che la Signorina Blackwood non è effettivamente uno studente... Però non obbietto sul fatto che mettersi in pari sia una cosa giusta..» seguí un altro momento di silenzio. La tensione si tagliava con il coltello.
«Parlerò con gli altri professori per informarli che la signorina Blackwood seguirà i corsi con la signorina Granger fino a quando non sarà smistata. Conto su voi due anche per il signor Weasley» non ci potevo credere. Appena usciti dall'ufficio della McGranitt abbracciai Hermione e Fred e ci demmo appuntamento davanti alla Sala Comune di Grifondoro per andare insieme a lezione.
Corsi nel dormitorio dei Serpeverde ed entrai nella camera di Draco, raggruppai un po di cose a caso, avevo i libri, presi delle pergamene, una piuma, l'inchiostro e buttai tutto in una borsa.
«A cosa ti serve tutta quella roba?» mi chiese Draco da un angolo della stanza, come sempre non avevo notato che lui era lì.
«Vado a lezione di Erbologia»
«Strano, anche io. Stasera mi racconti come mai tu frequenti lezioni. Ora non abbiamo tempo.»
Uscimmo dal dormitorio insieme senza dire una parola ma mentre lui andava alla serra io deviai per il dormitorio Grifondoro «Dove vai? La serra è di qua»
«Vengo con Fred e Hermione» dissi tutto ad un fiato. Parve molto stupito e anche leggermente arrabbiato. Non lo avevo mai visto così, aveva un'espressione che diventava sempre più indecifrabile. Si voltò senza dire una parola e continuò per la sua strada.
Corsi fino al ritratto della Signora Grassa, dove Fred e Hermione mi aspettavano chiacchierando. Li abbracciai ancora per la felicità, nessuno poteva rovinarmi quel momento.

You Can't Turn Back|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora