19. I love you and I must go

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«DAPHNE!» mi gridò Hermione nell'orecchio per forse la settima volta.
«Sono sveglia!» dissi mettendomi il cuscino sulla faccia.
«E menomale! Credevo fossi morta! Sai da quanto tempo ti chiamo? Sto facendo tardi per colpa tua!»
«Perché che ore sono?» dissi guardando l'orologio alla parete. Le nove meno cinque.

Scattai in piedi di corsa e mi preparai in fretta e furia. Dopo cinque minuti io e Hermione corremmo in Sala Grande per vedere se era rimasto qualcosa da mangiare.

Con mia grande sorpresa erano tutti seduti ai loro posti, la colazione sembrava iniziata da poco.
«Hermione, che ore sono?» dissi con tono apparentemente calmo.
«Le otto meno cinque» disse Hermione tra un colpo di tosse e l'altro.
Sbuffai rumorosamente e lanciai un'occhiataccia a Hermione per avermi svegliato in modo molto prematuro.

Andai verso il tavolo dei Grifondoro e mi sedetti accanto ad Harley.
«Tu conosci un certo...» mi fermai, indecisa se continuare o no
«Si?» disse mio fratello incitandomi ad andare avanti.
«Gallert Grindelwald?» perché quando dicevo qualcosa a mio fratello lui si strozzava con qualcosa?

«E tu come lo conosci?»
«Non lo conosco, l'ho solo sognato»
«Tu non sei normale sorellina» rispose ridendo.
«Comunque si lo conosco è un m...» si bloccò.
«Mangiamorte. Puoi dirlo» dissi in un mezzo sorriso.

Mi guardai intorno in attesa che mio fratello mi desse una risposta. Mi girai verso il tavolo dei Tassorosso dove incrociai lo sguardo di Cedric che mi sorrise. Ricambiai sotto lo sguardo di falco di Hannah Abbott. Poi guardai davanti a me e inevitabilmente guardai verso Draco. Notai che mi stava già guardando.

«Cosa ti ha detto Grindelwald nel sogno?» interruppe i miei pensieri mio fratello.
«Dovevo andare con lui se volevo mettere fine alle mie sofferenze»
«Sofferenze? Daphne scusa se in questi giorni non ti sono stato abbastanza accanto, mi dispiace» disse prendendomi la mano.
«Tranquillo, non è successo nulla di grave» sorrisi in modo spudoratamente falso. Guardavo il cibo, non avevo per niente fame.

«E tu come fai a conoscerlo?» chiesi a mio fratello. Lui ci rifletté per un istante, poi si girò verso di me.
«Non si può dire che sia un mio grandissimo amico, ci sopportiamo» disse girandoci intorno.

«Non ti ho chiesto questo»
«Perché insisti tanto?» mi chiese bevendo un sorso dal bicchiere.
«Perché non vuoi dirmelo?»
«Cerco solo di proteggerti»
«Ma proteggermi da cosa?» chiesi nervosa. Ormai le nostre conversazioni erano solo così. Iniziavamo con calma e ci innervosivamo e finivano per litigare.
Sbuffai quando non rispose.

Presi una mela verde e uscii dalla sala grande. Erano passate da poco le otto, avevo quasi un'ora prima della prima lezione della giornata.
Approfittai per fare un giro per il castello.

«Allora, ci hai pensato?» la voce di un ragazzo mi fece sobbalzare. Mi girai e trovai lo stesso ragazzo del sogno.
«Ma... Non è possibile era solo un sogno» dissi perplessa.
«Giusto dimenticavo. Io comunico attraverso i sogni. Allora, hai pensato alla mia offerta?»
«Si. La risposta è no» dissi con un sorriso.
«Ma perché?»
«Perché non ti conosco, non so in cosa consista questa tua "offerta" e non mi fido di te» dissi semplicemente.

«Ora capisco perché dice che sei così speciale. Oltre che bellissima» disse con un ghigno.
«Chi lo dice?» chiesi curiosa.
«Gallert» disse Malfoy alle nostre spalle.
«Draco» rispose il biondo. Sono tutti e due biondi e che cavolo.
«Che ci fai qui?»
«Stavo solo scambiando qualche parola con la tua ragazza» disse Gallert.
«Non sono la sua ragazza» commentai fredda.
«Gallert, lei no.» interruppe Malfoy di ghiaccio.
«D'accordo d'accordo ragazzi, tolgo il disturbo» disse indietreggiando e alzando le mani in segno di innocenza.

Appena il ragazzo se ne andò, lanciai un'occhiata a Malfoy e ripresi a camminare senza dire nulla.
«Cosa ti ha chiesto?» mi chiese seguendomi.
«Nulla che ti interessi» risposi acida.
«Daphne devi stare lontana da lui»
«Devo anche stare lontana da te» dissi senza smettere di camminare.

A quel punto mi prese delicatamente per il braccio e mi fece voltare verso di lui. Era sempre la stessa storia.
«È un Mangiamorte Daphne»
«Lo sei anche tu» obiettai.
«Ma io non ti farei mai del male»
«Me ne hai già fatto. Draco ascolta, forse abbiamo corso troppo. Da quanto ci conosciamo? Un mese? Sono già successe troppe cose, forse non sono ancora pronta. E non voglio farti del male»

«Dicendo così me ne stai facendo» disse.
«Mi dispiace, davvero. Ma voglio pensare anche un po' a me stessa. Non voglio stare male.»
Sapevo che allontanarmi da lui mi avrebbe fatto ancora più male, ma era inevitabile. Sapevo di farne a lui, ma per una volta, volevo mettere me stessa al primo posto.

Mi avvicinai a lui, gli accarezzai la guancia e gli lasciai un ultimo bacio. All'inizio sembrò sorpreso del mio gesto, poi mi prese per i fianchi e fece scivolare la sua lingua sulla mia per probabilmente l'ultima volta.
Smisi di baciarlo e sorrisi in modo malinconico. Eravamo ancora vicinissimi però e continuava ad accarezzarmi i fianchi.

«Daphne io...» si interruppe in un momento di frustrazione «non ho idea del perché sia impossibile per me dire quella parola»
«Non fa niente. Io devo andare» dissi allontanandomi da lui e iniziando a camminare. Lo sentii sbuffare rumorosamente.

Stavo per svoltare l'angolo e sparire dalla sua vista quando mi urlò qualcosa «Non ti farei mai del male perché io ti amo» quelle parole mi sconvolsero.
«Anche io Draco. Ed è per questo che devo andare» tutta la speranza scomparse dai suoi occhi.

Svoltai l'angolo diretta in camera mia per preparare le valigie. Finalmente sarei partita e speravo di poter dimenticare finalmente tutto per un po'. Draco compreso.

You Can't Turn Back|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora