Non avevo idea di cosa ci facesse Harley con Dakota. Anzi, il perché lo immaginavo, ma non avevo idea di cosa lei potesse dirgli. L'avrebbe convinto a tornare con lei?
Era tutta la giornata che avevo una brutta sensazione, e non riuscivo a scrollarmela di dosso in nessun modo.
Non avevo idea del perché ogni volta che qualcosa sembrava andare bene, arrivava questa sensazione orribile che annunciava che qualcosa stava per rovinare tutto.
Guardai il ragazzo accanto a me e gli sorrisi. Lui mi riportava con i piedi per terra e contemporaneamente mi faceva sentire sulle nuvole. Era incredibile l'effetto che mi faceva.
Con il ritorno anticipato di Dakota avevamo deciso di rifugiarci in biblioteca, in modo da non destare sospetti.
Stavo leggendo un vecchio romanzo preso a caso dallo scaffale. In questo libro la protagonista si sofferma molto su cosa sia per lei l'amore. Io non ci avevo mai pensato. Quando dici "Ti amo", non devi dirlo solo perché sei fidanzato con una persona ed è una frase di circostanza. L'amore per me, è un sentimento facile quanto difficile da provare. Dici di amare una persona quando quella riesce a farti ridere e a distrarti dalle brutte cose che succedono nella tua vita, quando con un solo sguardo ti fa volare mille farfalle nello stomaco, quando ti fa sentire una regina e quando a ogni minimo contatto ti senti rinascere. Inevitabilmente volsi lo sguardo al biondo accanto a me. Ecco. Lui era la mia definizione di amore.
«Perché mi guardi così?» chiese con un sorriso il ragazzo con gli occhi in tempesta.
«Pensavo»
Lui posò il libro che stava leggendo sul tavolo e si avvicinò al mio viso.
«E cosa pensavi?» continuò con un sorriso dolce che gli vedevo raramente.
«Pensavo che ti amo» lo pensavo veramente. Era l'unica persona che avessi mai amato sinceramente. Mi sono sempre chiesta cosa io gli facessi provare.
Mi baciò dolcemente accarezzandomi la guancia con il pollice.
«Ti amo anch'io»
Per un attimo mi persi nei suoi occhi. So che sembra una frase scontata da dire, ma era successo. Il suo azzurro ghiaccio era così intenso e così freddo contemporaneamente. Draco sapeva trasmettere in un attimo freddezza, amore, passione e delusione. Quando lo guardavo però, mi guardava in un modo che non sapevo definire. Era come se avesse avuto paura che io potessi, in qualche modo, abbandonarlo.
«Vorrei tanto sapere che cosa pensa il tuo meraviglioso cervello» disse baciandomi la mano.
«Il mio cervello, sta pensando che mi guardi in un modo strano»
«Ti guardo con gli occhi di un pazzo innamorato»
Risi lievemente. Era bello sentire che era innamorato di me, era una sensazione mai provata prima.
Le sue dita continuavano ad accarezzare il dorso della mia mano mentre gli angoli della sua bocca si alzavano formando un sorriso.
Stavo ripensando al piano di Dakota riguardante me e Draco. Lui le avrebbe detto che aveva accettato di aiutarla ma in realtà avremmo solo approfittato di lei. Voleva che mi sentissi in colpa, ma quando questo non sarebbe successo? Ci avrebbe scoperti. Se fosse rimasta qui per più tempo, avrebbe avuto tutte le occasioni per vendicarsi. Forse avrei dovuto fare finta di dispiacermi... In fondo non ne avrebbe sofferto nessuno.
«Stavo anche pensando che il piano di Dakota ci permetterà di stare insieme»
«Dovremo ricominciare tutto da capo»
Lo guardai con una faccia perplessa.
«Sai le persone non passano dal non sopportarsi all'amore in un giorno.»
Cavolo è vero. Quanto mi sentivo stupida. Mi battei una mano sulla fronte.
«Non sei stupida. Anzi sei troppo intelligente.» mi lesse nel pensiero e mi baciò velocemente.
«Quindi dovremo fingere, di nuovo»
«Si ma non sarà così difficile. Tu mi resisterai per un po' e dopo tutto scorrerà liscio»
Sembrava estremamente semplice eppure qualcosa poteva benissimo andare storto.
Ma perché dovevo fare sempre pensieri negativi?
«Finalmente oggi romperò con Pansy. Non la sopporto più» risi per la strana espressione che aveva fatto.
Era passata quasi una settimana ma per quanto eravamo stati lontani sembravano mesi.
«Questo è il momento in cui dici che anche per te è stato atroce»
Mi misi a ridere sguaiatamente, facendolo sorridere.
«Sei bellissima quando ridi» disse baciandomi. Eravamo troppo esposti ma in quel momento non ci interessava. Le nostre lingue scivolarono l'una sull'altra mentre con le mani gli tiravo leggermente i capelli.
Nonostante cercassi di godermi a pieno il momento, tenevo le orecchie tese per captare ogni suono, nel caso arrivasse qualcuno.
Sentii dei passi frettolosi e mi separai in fretta da Draco e aprii il libro mettendo le gambe sopra il tavolo. Draco mi guardò stupito per un istante.
«Ragazzi come è andata?» chiese Dakota tutta pimpante. Ma come faceva ad essere sempre così allegra? Non lo aveva mai il ciclo quella ragazza?
«Nulla di speciale» commentai con nonchalance sfogliando la pagina del romanzo.
«Siete rimasti tutto il giorno qui?»
«Non tutto il giorno. Metà» rispose Draco.
«Dakota posso parlarti?» aggiunse poi rivolto alla rossa alzandosi dalla sedia. Lei annuii e riuscii a sentire le loro voci dietro lo spesso scaffale.
«Ti aiuterò» lei emise un urletto soffocato da marmotta in calore, poi lo schiocco di un bacio risuonò forte e chiaro. Strinsi forte la copertina del libro fino a che le nocche non mi diventarono bianche. Presi un respiro profondo e cercai di concentrarmi sulle parole scritte sul libro.
La voce di Madama Pience risuonò in tutta la biblioteca «I gufi non possono entrare qui dentro!»
Un gufo molto familiare si posò di fronte a me.
«Ehi Bae» sussurrai al gufo di mio fratello. Staccai il pacchetto che aveva attaccato alla zampa e lessi il biglietto.
"Tesoro mio, non so quando ti arriverà questa lettera e cosa sarà successo nel frattempo, ma tengo affinché tu sappia delle cose.
Noi siamo qui in America perché dobbiamo combattere. Dobbiamo combattere per te e Harley. C'è il rischio di non rivederci più. Bambina mia io e papà ti amiamo tanto. Resta sempre forte e se Merlino ci aiuterà saremo di nuovo insieme. Anzi, noi saremo sicuramente di nuovo insieme. Io e papà siamo fieri di te. Non dimenticarti mai chi sei.
Con amore,
Mamma e Papà
P.S: non ti eri portata gli occhiali"
Involontariamente mi scese una lacrima. Ma che una, me ne scese un fiume. Come aveva fatto quella lettera ad arrivare così tardi?
Aprii il pacchetto viola, c'erano i miei occhiali sottili e dorati, rotondi sotto e leggermente curvati sopra. Li adoravo.
Quella lettera mi sconvolse, l'unica cosa che mi era rimasta di mia madre era lì davanti a me. La sua ultima dimostrazione d'affetto, su un tavolo di legno di quercia scuro. La cosa peggiore era che non potevo nemmeno risponderle, e l'unica persona da cui avrei voluto un abbraccio era dall'altra parte dello scaffale, a fingere di non conoscermi.
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You Can't Turn Back|| Draco Malfoy
FanfictionIl cappello parlante non era riuscito a prendere una decisione e finché Daphne Blackwood non sarebbe stata smistata avrebbe dovuto condividere la stanza con Draco Malfoy. «Piantala, quello lì non ti fa lo stesso effetto che ti faccio io» disse con f...