Non riuscivo a credere ai miei occhi. Perché lo aveva fatto?
Lui era lì, contro il muro, impassibile con la manica del braccio sinistro alzato, il marchio nero in bella vista.
Mi scese una lacrima dopo che arretrai di qualche passo verso il letto. Non riuscivo a guardarlo in faccia. Lui era uno di loro; loro che avevano ucciso i miei genitori.
«Posso spiegarti...» disse con tono implorante.
«No,» lo interruppi fredda «stai lontano da me» dissi con voce leggermente rotta.Mi avviai verso la porta ma lui ci si parò davanti e cercò di accarezzarmi una guancia, ma io lo scostai subito.
«Non toccarmi» dissi a denti stretti.
«Non avevo scelta!»
«Hai sempre una scelta. Hai scelto di farlo. Questo mi basta» riuscii finalmente a scrostarlo e uscii dalla porta, alla ricerca di qualcuno che sapevo non avrebbe fatto troppe domande.Arrivai davanti al dormitorio dei Tassorosso. A quanto sapevo quel dormitorio era sconosciuto, sembrava non esistesse.
Proprio in quel momento passò Hannah Abbott e approfittai per chiederle se poteva farmi entrare.
«Cerchi Cedric?» mi disse con un sorriso cordiale.
«Si... Se non è un problema» risposi con un sorriso finto.Eseguì tutte le procedure per entrare nella Sala Comune, ma io ero troppo sconvolta per notare i dettagli della stanza e mi diressi nella direzione indicatami da Hannah per raggiungere la stanza di Cedric.
«Cedric sono io...» bussai lievemente alla porta. Mi venne ad aprire poco dopo. Gli bastò uno sguardo per capire cosa era successo, mi sorrise tristemente e spalancò le braccia e io mi ci fiondai dentro, lasciandomi andare ad un pianto disperato.
Mi accarezzò i capelli e mi diede un bacio dolce sulla fronte.
«Malfoy?» annuii.
«Cos'ha fatto stavolta quel bastardo?»
«Una cosa orribile. Tienimi lontana da lui, non ho molta forza di volontà a volte...» implorai.
«Sei sicura?»
«Assolutamente» dissi.
Restammo abbracciati per altri minuti.
«Ci sono gli allenamenti di Quidditch. Vieni a vedere?» mi chiese con un sorriso. Una distrazione mi avrebbe fatto bene.
«Va bene» annuii.
«Ma prima facciamo una tappa in un altro posto» disse con un sorriso malizioso guadagnandosi una mia occhiata sospettosa.
Con quel suo bellissimo sorriso mi prese per mano e uscimmo dalla stanza e andammo nel corridoio delle cucine.
Mi fece segno di non fare rumore. Aspettammo che due elfi domestici andassero via e poi Cedric mi trascino furtivamente dentro la cucina, nascondendosi goffamente dietro un grande frigo. Mi misi una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere quando ci sbatté contro.
«Vaniglia o cioccolato?» mi sussurrò.
«Vaniglia» risposi altrettanto piano. Prese dal congelatore una vaschetta non troppo grande di gelato alla vaniglia, il mio preferito, e due cucchiaini.
«Voi due cosa state facendo?» ci fece sobbalzare una voce roca e strana. Ci girammo e trovammo un elfo con uno sguardo omicida sul volto.
«Scappa!» mi disse Cedric prendendomi per mano e iniziando a correre con l'elfo domestico alle calcagna. Svoltò un altro corridoio e un altro ancora, scese delle scale a chiocciola inciampando sull'ultimo gradino e cadendo trascinandomi con se. Scoppiammo a ridere come due idioti, mentre ci accertavamo che la creatura avesse rinunciato a seguirci.
«Stai bene?» mi chiese ancora ridendo mentre mi aiutava ad alzarmi. Ero piegata in due con le lacrime agli occhi dalle risate. Raccolse il gelato e ci sedemmo su una panchina di pietra sotto una finestra di un corridoio deserto, non sapevamo nemmeno in che piano fossimo.
Iniziammo a ingozzarci di gelato come due bufali.
«Tu sei pazzo» dissi continuando a sorridere.
«Sarò anche pazzo ma tu sei felice» gli sorrisi di nuovo, riconoscente.
«Grazie Ced» in quel momento lui mi mise un po' di gelato sul naso.
«Brutto stronzo» dissi felicemente indignata.
Gli saltai letteralmente addosso e gli misi del gelato sulle guance con il dito.
«Anche tu non scherzi riguardo a stronzaggine» disse ridendo.
Ero a cavalcioni su di lui e non me ne ero nemmeno resa conto, non ero per niente imbarazzata.
Lo abbracciai e lui mi strinse forte a se, poi mi baciò sulla guancia.
«L'allenamento sta per iniziare, vieni?» disse prendendomi per le gambe per mantenere quella posizione. Annuii.
Era divertente muoversi in quella posizione e cercare di non cadere. Buttammo la vaschetta di gelato e corse verso il campo da Quidditch con me in braccio.
Mi lascio scendere solo vicino agli spalti, mi diede un bacio sulla guancia e si andò a cambiare.Durante l'allenamento Cedric fu perfetto e una volta concluso mi accompagnò al mio dormitorio, finalmente potevo dirlo.
Lo abbracciai ancora, lui mi prese in spalla e io lanciai un gridolino.
Nella sala comune Ginny sorrise al nostro passaggio.
Non faticò ad aprire la porta della mia stanza nemmeno con me in spalla.
Quando entrammo tutta la felicità accumulata quel giorno cadde in una fossa.
No. Mi rifiutavo di far finire quella felicità. Mi rifiutavo.
«Malfoy va' via» mi precedette Cedric facendomi scendere.
«Va bene ragazzi. Buona scopata» disse il biondo Serpeverde dirigendosi verso la porta.
«Ci hai messo poco a rimpiazzarmi. Spero che lui possa soddisfare i tuoi bisogni» mi disse all'orecchio e mi lasciò un bigliettino nella mano prima di togliere il disturbo."Ore 23, torre di astronomia. Non mancare.
D. M"
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You Can't Turn Back|| Draco Malfoy
FanfictionIl cappello parlante non era riuscito a prendere una decisione e finché Daphne Blackwood non sarebbe stata smistata avrebbe dovuto condividere la stanza con Draco Malfoy. «Piantala, quello lì non ti fa lo stesso effetto che ti faccio io» disse con f...