Il ragazzo del treno
Ero seduta nel corridoio del treno, con la testa appoggiata alla porta di una cabina a pensare a cosa stessi andando incontro. L'Hogwarts Express era praticamente deserto, tranne per la signora del carrello dei dolci che passava ogni ora per chiedermi se volessi qualcosa. Chi mai si aspetterebbe di partire così all'improvviso? I miei genitori dicevano che non avrei potuto continuare gli studi di magia in Irlanda perché loro si sarebbero dovuti trasferire all'altro capo del mondo e io sarei stata troppo lontana e sola.. Scendendo a compromessi sarei stata durante l'estate a Londra da mia cugina e sarei andata a studiare ad Hogwarts; appena i miei genitori l'hanno nominata hanno deciso di iniziare una commedia drammatica sui bei tempi andati in quella scuola e di quanto ne fossero devoti, quindi non hanno esitato e mi hanno spedito a Londra. Sarebbe stata dura ambientarsi al sesto anno, molto dura.
Decisi di fare una passeggiata verso la fine del treno, dove c'era una cabina con molti posti a sedere con tavolo per quattro; mi sedetti ad un tavolo e mi misi a guardare la pioggia, stringendomi nella mia felpa verde e sistemandomi il cappello nero per il freddo. Adoravo guardare la pioggia che scendeva, mi dava un senso di tranquillità.
«Ti piace guardare la pioggia?» la voce di un ragazzo mi fece sobbalzare. Appena mi girai vidi un ragazzo vestito interamente di nero, con i capelli biondo platino e due occhi color ghiaccio.
«Si.» mi limitai a rispondere. Chissà come mai anche lui su quel treno a metà Novembre. Ritornai a guardare fuori dal finestrino, c'era soltanto un'immensa distesa d'erba fuori e l'odore di pioggia era così forte da penetrare attraverso i finestrini. Respirai a fondo quell'odore familiare che mi infondeva ogni volta un senso di tranquillità e di sicurezza.
«Sei nuova?» mi disse ancora il ragazzo, ma stavolta si stava sedendo di fronte a me con un sospettoso ghigno stampato in quella bella faccia.
«Si.»
«Wow hai un vocabolario talmente assortito che mi perdo nel mare di parole che stai dicendo.» mi disse in tono sarcastico. Non capivo proprio la sua voglia di fare amicizia. O magari, come me, si stava solo annoiando e aveva trovato un essere vivente che non fosse la signora dei dolci, con cui cercare di avere una conversazione.
«Ti annoi così tanto?» dissi incrociando per la seconda volta il suo sguardo freddo e penetrante. Anche io mi annoiavo ma non avevo così tanta voglia di parlare con un bellissimo sconosciuto di cose così noiose.
«In realtà si.»
«Se parlare del tempo ti diverte allora prego, parla quanto ti pare» dissi sostenendo il suo sguardo, a momenti non sbattevamo nemmeno le palpebre. Ad interrompere il nostro gioco di sguardi fu la signora dei dolci «Qualcosa dal carrello, cari?...» scossi la testa come le altre tre volte che lo avevo fatto ma quando la signora se ne stava per andare, il biondo la fermò pagandole uno strano lecca lecca color rosso scuro.
«Tieni, lecca lecca al sapore di sangue» disse porgendomelo. Non sapevo cosa fosse più stano se il fatto che un perfetto estraneo avesse fatto un gesto molto gentile per me, oppure il fatto che la gente comprasse lecca lecca al sapore di sangue. Lo accettai perché ero curiosa di sapere quanto buono o cattivo fosse. Appena lo assaggiai ero sorpresa dal fatto che fosse delizioso, tanto che lo finii in pochissimo tempo.
«Aspetta...» disse il ragazzo alzandosi e venendosi a sedere nel posto accanto al mio «...te ne è rimasto un po' qui» continuò pulendomi con il pollice un angolo della bocca. Il problema era che non si allontanava. Eravamo rimasti a guardarci e la sua mano non si era mossa dalla mia guancia.
«Comunque io sono Draco» disse senza spostarsi di un millimetro, tanto che riuscii a sentire il suo profumo di menta.
«Daphne» mi rivolse un altro ghigno prima di alzarsi e riposizionarsi di fronte a me. Avevo leggermente le idee confuse su quello che era appena successo... Era stato veramente molto strano, quel silenzio. Decisi di non pensarci più.
Arrivammo a Hogwarts dopo un'altra abbondante ora di viaggio, passata a chiacchierare abbondantemente, Draco era veramente una buona compagnia. Ad accoglierci fu una donna vestita di verde smeraldo e con i capelli raccolti in uno chignon «Signorina Blackwood benvenuta... Signor Malfoy la aspetto nel mio ufficio dopo la cerimonia di smistamento della signorina Blackwood per discutere del motivo della sua assenza» la professoressa mi condusse all'interno di una grande sala piena di studenti che mi fissavano, comprensibile direi, non capita tutti i giorni che un nuovo alunno faccia il suo ingresso ad anno iniziato per essere smistata in case di cui sapeva poco e niente.
Mi fece sedere su uno sgabello davanti ad un lungo tavolo dove sedevano tutti i professori e sotto gli occhi di tutti quanti. Odiavo avere gli occhi addosso.
«Siamo qui oggi per dare il benvenuto alla vostra nuova compagna, Daphne Blackwood, che ha fatto un lungo viaggio dall'Irlanda solo per venire a studiare qui.» teoricamente al momento abito a Londra, avrei voluto correggere l'uomo con la lunghissima barba bianca e gli occhiali a mezzaluna. Appena finito il suo discorso, la professoressa che avevo scoperto si chiamasse McGranitt, mi mise sulla testa un grosso e vecchio cappello.
«Interessante...» preannunciò questo, «non mi era mai capitato... Mi metti in difficoltà ragazza...allora direi Serp... No no no... Grifond... No neanche questo...» ci fu un momento di silenzio, ma era sempre così? Incrociai per un secondo lo sguardo di Draco che mi era sembrato leggermente in ansia. Il cappello parlante taceva ancora, sembrava essersi addormentato, cos'era che non andava nella mia cavolo di testa?
«Difficile... Davvero troppo difficile e per questo...» che ansia. Non sapevo nulla delle varie case, non avevo idea se ce ne fosse una "migliore" o una "peggiore", guardavo gli studenti seduti ai vari tavoli, da quelli vestiti in giallo e nero a quelli vestiti in oro e rosso.
«Sospendo la mia decisione» disse infine il cappello, che scatenò una serie di brusii e di occhiate. Allora mi alzai e uscii dalla sala e non sapendo dove andare mi sedetti sulle scale. Mi chiedevo se fosse mai successa una cosa del genere. I miei genitori non mi avevano mai accennato a una cosa del genere "Sicuramente sarai Corvonero amore mio, come noi" , diceva sempre mia madre, ma oltre a quello, niente. Non avevo voglia di stare in una casa di secchioni schizzinosi, come la chiamava sempre mia cugina, lei era una Tassorosso, la casa migliore a parer suo. Ma a me sinceramente non interessava nessuna delle due case, Grifondoro e Serpeverde erano le uniche due case di cui non sapevo assolutamente nulla.
«Penso che ti convenga andare nell'ufficio della McGranitt» mi disse un ragazzo sorridendomi. Era biondo con una pelle bianchissima e degli occhi grigi a dir poco meravigliosi.
«Non so dove sia» dissi alzandomi da per terra per guardarlo negli occhi, era molto più alto di me, ed era semplicemente bellissimo. Si offrì di accompagnarmi e io accettai senza esitazioni.
«Io sono Cedric» disse porgendomi la mano accompagnata da un sorriso scintillante. Diamine quanto era bello, dovevo smetterla di guardarlo.
«Daphne»
«Allora Daphne, come mai ti sei traferirta fin qui dall'Irlanda?»
«È una lunga storia» dissi senza giri di parole. Troppo lunga e troppo noiosa direi, e non avevo voglia di far scappare un ragazzo che si dimostrava così gentile fin dal primo istante. Ero sempre stata troppo diffidente con le persone, e quindi non ero abituata alla gentilezza.
«Allora se vuoi puoi raccontarmela questa sera?» cosa?
«Mi stai chiedendo di uscire?» tutto troppo in fretta, stava succedendo decisamente tutto troppo in fretta. Troppo per una giornata sola: prima "il silenzio" con Draco, poi il cappello parlante che sospende la sua decisione per la prima volta in non si sa quanti decenni e adesso Cedric che mi chiede di uscire dopo averlo conosciuto da cinque minuti.
«Esattamente, oggi alle 6 sotto la Torre di astronomia?» annuii. Eravamo ormai arrivati davanti all'ufficio della McGranitt.
«Eccoci qui... Allora ci vediamo dopo» disse dandomi un veloce bacio sulla guancia e sorridendomi. Gli ricambiai il sorriso e bussai all'ufficio della professoressa. Ricevetti una risposta dopo qualche secondo e nell'aprire la porta non trovai solo la McGranitt, ma anche un professore con capelli e vestiti completamente neri, e Draco il quale credevo che ormai fosse andato via.
«Oh cara accomodati» mi disse la professoressa «la cerimonia è stata posticipata a fine mese e... Signor Malfoy può anche andare» Draco mi guardò e poi si alzò lentamente «stavo dicendo che finché non sarà smistata non so dove farla alloggiare...» ma Draco la interruppe nuovamente con una proposta che mi provocò un brivido lungo la schiena «Posso ospitarla io» fortunatamente gli davo le spalle e non poteva vedere che le mie guance si stavano lentamente tingendo di rosso. Se quel silenzio sul treno non era stato imbarazzante, condividere la stanza con lui lo sarebbe stato senz'altro. Ma evidentemente la McGranitt non la pensava allo stesso modo. Infatti decise, con l'approvazione del professor Piton, che quella sarebbe stata la decisione migliore.
«Troverà tutti i suoi effetti personali nella camera del signor Malfoy» disse il professor Piton senza muovere le labbra «Potrà fare qualsiasi tipo di magia tranne la smaterializzazione» concluse la professoressa abbandonandomi al mio destino e dovetti fare uno sforzo immane per non scoppiare a ridere davanti ai professori. Io e Draco stavamo camminando per i corridoi senza rivolgerci la parola, se avessimo continuato di questo passo ignorandoci completamente, forse non sarebbe andata tanto male la nostra convivenza di due settimane.
Stavamo scendendo nei sotterranei quando incontrammo una ragazza dai capelli neri e gli occhi piccoli e marroni «Wow tu sei quella che ha messo in crisi il cappello parlante. Ma che ci fai qua?» lanciai un'occhiata fugace a Draco che mi capi al volo e disse «La McGranitt mi ha chiesto di farle fare un giro della scuola» disse Draco su due piedi ma anche in tono sicuro. Sinceramente non ero in vena di dare spiegazioni, volevo solo buttarmi sul letto e dormire fino a quando non sarei dovuta uscire con Cedric. Draco liquido la ragazza e, pronunciata la parola d'ordine, mi trovai di fronte una sala con molti intarsi verdi e argento, e guardando fuori dalle finestre si poteva vedere...acqua.
«È acqua quella che c'è fuori?» lui fece una mezza risatina prima di rispondere
«Si, siamo sotto il Lago Nero» disse rivolgendomi un sorriso. Guardai l'ora: erano le cinque meno dieci, avevo ancora un po' di tempo per riposare.
«Sai dov'è la torre di astronomia?» chiesi guadagnandomi un'occhiata dallo specchio. Sarebbe stato brutto arrivare in ritardo, okay mi resi conto che effettivamente stavo dando troppo importanza a quell'uscita, avevo bisogno di calmarmi.
«Perché me lo chiedi?»
«Che t'importa?» mi lanciò un'occhiata come per dire "avanti dimmelo, sai che dovrai farlo" allora continuai «okay, okay...» un respiro profondo «devo uscire»
«Uscire?»
«Si, uscire» sembravamo due pappagalli. A quel punto mi sedetti sul letto e rimasi in attesa della sua risposta. Non riuscivo proprio a capire il problema. Cedric era un ragazzo molto bello e gentile, e poi non mi sembrava di avergli chiesto come arrivare su Marte, né tantomeno aspettavo la sua approvazione. Nel frattempo mi stavo guardando intorno nella stanza: c'era il letto a baldacchino, su cui ero seduta, verde e argento così come il resto della camera, una poltrona verde smeraldo con accanto un piccolo tavolino di legno, un armadio dello stesso materiale del tavolino e una porta che supponevo essere quella del bagno.
«E con chi dovresti uscire?» proprio la domanda che speravo di evitare. Mi sentivo sempre in imbarazzo a parlare dei miei "fatti personali"
«Con Cedric» dissi in un sospiro.
«Wow Diggory, te li scegli bene, complimenti» disse venendosi a sedere sul letto accanto a me. Perché fosse così arrabbiato restava un mistero. Mi guardò negli occhi e mi disse tutto ad un fiato come arrivare alla torre di astronomia, ero veramente esausta e così mi sdraiai sul letto per cercare di riposare almeno un po', ma mi sentivo gli occhi di Draco addosso. Gli sorrisi «Hai finito di fissarmi?» si avvicinò pericolosamente, ma io sostenevi il suo sguardo e stetti al suo gioco. Non disse una parola così io roteai gli occhi e gli diedi di nuovo le spalle quando ad un certo punto sentii le sue braccia intorno alla vita. Trattenni il respiro per un istante ma non dissi nulla perché volevo solo godermi il momento perché sapevo che non sarebbe ricapitato, e così inspirando il suo profumo di menta mi addormentai profondamente.
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You Can't Turn Back|| Draco Malfoy
Hayran KurguIl cappello parlante non era riuscito a prendere una decisione e finché Daphne Blackwood non sarebbe stata smistata avrebbe dovuto condividere la stanza con Draco Malfoy. «Piantala, quello lì non ti fa lo stesso effetto che ti faccio io» disse con f...