44. - Io non voglio ricordare -

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Daphne.
Tutti si comportavano in modo strano con me. Dicevano che avevo perso la memoria, ma per me era tutto uguale. Io non li conoscevo, ma alcuni di loro sembravano a pezzi. Tipo il biondo.

La ragazza con i capelli ricci, Hermione, non mi aveva fornito molti dettagli su quella che era stata la mia vita.
Se la memoria non mi ingannava, e sapevo che lo faceva, ero figlia unica e abitavo a Galway, una cittadina dell'Irlanda e i miei genitori mi avevano mandato a studiare ad Hogwarts perché anche loro avevano studiato qui.
A quest'ora mio padre starà esaminando uno dei casi noiosi del ministero e mia madre starà cercando di farlo rilassare.

Però sapevo che qualcosa di quello che ricordavo era sbagliato, e avrei dovuto scoprire a tutti i costi la verità.
- Hermione, posso chiederti una cosa? - la ragazza sobbalzò, come se le facesse strano essere chiamata da me. Chissà che mi ero persa.

- Certo - esordì mentre rimetteva a posto una scatola di caramelle sullo scaffale di Mielandia.
- Puoi dirmi qualcosa su... Di me? Cioè sulla vita che avevo prima di perdere la memoria - mentre parlavo mi mettevo una ciocca dietro l'orecchio.
La ragazza tossicchiò nervosa e cercò di evitare il più possibile la domanda.

- Hermione, ho bisogno di saperlo - lei boccheggiò per qualche secondo, fino a che un suo amico, di cui non ricordo il nome, la chiamò e scappò via, promettendomi che mi avrebbe spiegato tutto una volta tornate al castello.

- Fantastico - dissi sarcastica tra me e me.
Uscii dal negozio, tutti quei dolci mi stavano facendo venire la nausea.
Mentre camminavo, improvvisamente pensai al mio quasi-bacio con quello che doveva essere il "mio ragazzo".
Sembrava assurdo.

Certo era bello, aveva una voce profonda e sensuale, quegli occhi grigio-azzurri che avrebbero fatto sciogliere chiunque...
- Scusa - immersa nei miei strambi e assurdi e decisamente insensati pensieri, andai a sbattere qualcuno, prima di notare chi fosse.

- Ah sei tu -
- Non sei contenta di vedermi? - biondo egocentrico. Poteva essere bello, ma era insopportabile.
Girai gli occhi e lo superai, tanto sapevo che mi avrebbe seguito.
- Vogliamo andare da qualche parte? - chiese il ragazzo. Se diceva la verità sul fatto di stare insieme, lui avrebbe potuto dirmi qualcosa sulla mia vita.
- D'accordo -

Entrammo ai tre manici di scopa e ci sedemmo ad un tavolo lontano da occhi indiscreti e ordinammo due burrobirre.
- Parliamo - proposi.
- Parliamo -
- Puoi raccontarmi qualcosa della mia vita? - mi morsi il labbro e sorseggiai un po' della burrobirra.
- Beh in questo anno, non è che siano successe poche cose...-

Sgranai gli occhi. La mia vita non era mai stata entusiasmante, era normale. Ero una persona come tutte le altre, nulla di speciale. Quindi non capivo come potesse essere successo qualcosa di significativo.

- I miei genitori sanno qualcosa? -
Lui iniziò ad agitarsi sulla sedia e a passarsi una mano tra i capelli.
- N-no loro non sanno niente -
Sospirai di sollievo. Almeno loro stavano bene.
- Cambiamo argomento, oggi io e la tua amica vogliamo chiedere aiuto a un professore per capire se sei sotto un incantesimo o altro... -
- D'accordo, verrò con voi -

Restammo a parlare almeno per altri venti minuti, avevo cercato in tutti i modi di scoprire qualcosa, ma lui era scaltro e riusciva sempre a evitare le mie domande.
Una volta usciti dal locale, sulla strada principale non c'erano molte persone. Camminavamo verso la Stamberga Strillante, in silenzio.

- Non capisco, perché non puoi dirmi niente? - ero insistente. Se non mi avesse risposto lo avrei lasciato stare.
- Preferisco aspettare il giudizio di Lumacorno, prima di fare qualsiasi cosa -
Dovevo lasciar perdere, tanto non mi avrebbe detto nulla.
Alzai le mani in segno di resa e mi appoggiai con la schiena a un albero.

Lui se ne stava lì fermo ad osservare ogni mio minimo gesto, come mi mettevo i capelli dietro le orecchie, come mi mordevo il labbro, come roteavo gli occhi... Tutto.
- Ho qualcosa che non va? - provai a chiedere.
- No è solo che è strano che noi ci comportiamo come estranei - disse avvicinandosi. Tutte le volte che parlavamo finiva così.

Nonostante tutto quello che mi stavano dicendo tutti, io non credevo molto a quella storia.
- Per me siamo estranei - obiettai.
Lui prese ad accarezzarmi una guancia con il pollice e io trattenni inconsciamente il respiro. Non capivo. Una persona normale non avrebbe avuto quel genere di reazione per uno sconosciuto. Che problemi avevo?

- Nel tuo cuore sai che non è vero -
- E tu cosa ne sai? - dissi in tono acido.
Le nostre labbra erano a meno di due millimetri di distanza e il mio cuore stava per schizzare fuori dalla gabbia toracica.

- Non ho intenzione di baciarti, Malfoy-
Lui ghignò aspramente e si allontanò.
- Andiamo da Lumacorno -

***
Una volta tornati a scuola, io, Malfoy e Hermione andammo da quel professore, Lumacorno. Sembrava una visita medica.
- Allora, la signorina Blackwood è vittima di qualcosa di molto potente. È difficile dire se sia un incantesimo o una pozione. Se fosse una pozione sarebbe sufficiente trovare un antidoto, ma se fosse un'Oblivion, sarebbe del tutto impossibile annullarlo - disse il professore gesticolando e camminando avanti e indietro per la stanza.

- C'è un modo per annullare quest'effetto? - chiese il biondo.
- Cercate di stimolare il più possibile la sua memoria, raccontatele cosa è successo prima, fatele provare le stesse sensazioni... Cose del genere -
Annuimmo tutti e poi uscimmo dallo studio del professore di pozioni.

La riccia ci salutò e si congedò. Rimanevamo solo io e il biondo.
- Hai sentito il professore? Stimolare sentimenti e sensazioni - disse avvicinandosi e baciandomi un angolo troppo, troppo vicino alla bocca.
Il mio stomaco fece una capovolta e il mio cuore saltò un battito.

Lo scansai con una mano e mi allontanai di qualche passo.
- Mi dispiace, non sono riuscito a controllarmi- si scusò.
- Vedi di riuscirci la prossima volta -
Non sapevo perché mi ero arrabbiata. Tutte quelle sensazioni erano del tutto nuove per me e avevo paura.
Non potevo provare qualcosa per lui.

- Cosa c'è che non va? - mi chiese il biondo.
- Io non penso di voler ricordare - dissi leggermente frustrata. La mia vita andava bene così, non volevo altre gatte da pelare. Era tutto il giorno che ci pensavo. Nonostante prima fossi molto determinata a ricordare, adesso non ne sentivo più il bisogno. Perché scoprire qualcosa di brutto, quando stava andando tutto bene?

- D'accordo - qualcosa nel suo tono era cambiato. L'aveva detto con una voce fredda e distaccata, il suo sguardo trasmetteva solo indifferenza.

Lo guardai allontanarsi, non sapevo se l'avrei rivisto.

E non avevo intenzione di scoprirlo.

You Can't Turn Back|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora