«E tu cosa ci fai con lei?» Pansy Parkinson e la sua voce stridula accompagnata dal suo tono oltraggiato, mi avevano fatto venire in mal di testa in meno di due secondi.
«Tu ora stai con me e lei-» disse indicandomi con un movimento circolare del dito «non doveva contare più niente per te»
Era incredibile come riuscisse a parlare come se non ci fossi.
Ora stava tutto nella risposta di Draco, doveva dire qualcosa che non ci facesse scoprire e allo stesso tempo che non mi facesse incazzare. Ma lui era bravo. Cavolo se era bravo.
«Le cose cambiano Pansy. Ora tu per me non sei più niente» era una brutta frase da dire ad una ragazza innamorata, io lo sapevo bene...
D'altro canto, quello era l'unico modo per placare l'ira di una Serpe. Serpe calma Serpe, vero?
«Draco ti ricordo che noi abbiamo un contratto da rispettare»
Di che contratto stava parlando?
«I contratti si possono annullare»
La Parkinson grugnì contrariata e ci puntò un dito contro «Non finisce qui» disse scandendo bene ogni lettera e lanciandomi un'occhiata atroce prima di andarsene.
Rilasciai il fiato che non mi ero accorta di star mantenendo.
Avevo paura a porgli la fatidica domanda che mi stava tormentando. Iniziai a tormentarmi il labbro inferiore con i denti.
«Tutto bene?»
Ci misi un po' a reagire. «Ehm sì certo tutto okay» farneticai.
Lui sospirò forte, e dato che eravamo in un corridoio affollato, non esagerò con le attenzioni.
«Qualsiasi cosa sia, puoi dirmela»
«Lo so Draco» dissi mordendomi la lingua subito dopo. Sapevo che non era opportuno parlarne in un corridoio affollato, però non riuscivo a resistere. La curiosità mi stava divorando. E se fosse stato qualcosa di serio e irreparabile?
Iniziai a torturarmi il labbro inferiore con i denti, immersa nei miei pensieri.
Avrebbe potuto essere qualsiasi cosa. Un voto infrangibile, un contratto di morte, qualsiasi cosa!
«Arriva la rossa» disse lanciando un cenno col capo alla ragazza che ci stava venendo in contro.
«Che bello ragazzi, siete insieme!» osservò euforica facendo un occhiolino a Draco.
«Daphne che fine avevi fatto?»
«Non mi sentivo tanto bene»
«Oh cavolo quasi dimenticavo» esclamò picchiandosi una mano sulla fronte. Speravo con tutto il cuore che non dicesse quello che pensavo.
«Oggi tu e Marcus avreste fatto un anno. Mi dispiace così tanto» disse abbracciandomi. Che boccaccia che ha. Non può metterci un cavolo di tappo?
Lanciai un'occhiata veloce al biondo accanto a me. Era impossibile. Stava indossando di nuovo quella sua maschera, quella che lo difendeva dal dolore che il mondo circostante gli procurava. E sapere che la causa di quel dolore forse ero io mi faceva stare male.
«Per questo-» disse sciogliendo l'abbraccio e trascinandomi verso un giardino interno.
«Te l'ho portato qui» disse.
Mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Un ragazzo con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi era a mezzo metro da noi.
Era cambiato molto dall'ultima volta che lo avevo visto. Era più alto di almeno dieci centimetri ed era molto più muscoloso, i capelli erano pettinati all'insù e qualche ciuffo ribelle gli ricadeva sulla fronte.
Serrai forte gli occhi cercando di svegliarmi da quello che speravo fosse solo un brutto sogno.
Aprii gli occhi. Era ancora lì.
«Marcus» mi uscì in un sospiro.
Lui azzerò la distanza che c'era tra di noi e posò le labbra sulle mie.
COSA STA SUCCEDENDO.
Ci misi più del dovuto a realizzare cosa stesse succedendo, quindi lo scostai spintonandolo all'indietro.
«Sei impazzito?» sbottai. Non aspettai nemmeno una risposta che girai i tacchi e me ne andai di nuovo nella mia stanza. Cominciavo a pensare che da lì non ci sarei più uscita.
Mi guardai allo specchio, avevo una faccia sconvolta. Mi sciacquai il viso con l'acqua gelida e tornai in camera.
La porta si aprì e si richiuse di scatto, non dandomi nemmeno il tempo di realizzare.
«Marcus eh?»
«Draco ti posso spiegare» cercai di dire.
«Oh certo che mi devi spiegare»
Era incazzato nero. Una volta venuto a conoscenza della verità lo sarebbe stato ancora di più, ne ero certa.
«Non ti ho detto del tutto la verità» il suo sguardo cominciava già a mutare da arrabbiato a deluso. Gli occhi mi si stavano velando di uno strato lucido che cercavo di reprimere.
«Io e Marcus siamo stati insieme per quasi un anno, lui mi ha tradito con Dakota e mi ha fatto soffrire davvero tanto» sospirai.
«Lo amavi?» mi chiese freddo.
Aspettai un po' prima di dargli la risposta. Non avrei potuto mentirgli.
Annuii semplicemente.
Una lacrima mi rigò il viso.
«Su cos'altro mi hai mentito?» chiese più serio che mai.
«Draco io...» si avviò verso la porta, capendo dove volessi arrivare. La cosa più dolorosa non era quella, gli avrei dovuto dire una cosa che speravo di tenere nascosta per il resto della vita. Avrei dovuto dirgliela, lo sapevo. Non avevo il coraggio, i suoi occhi non erano pronti per essere colpiti da quella bomba che avrei dovuto confessargli.
Gli corsi dietro e lo fermai prima che potesse uscire. I suoi occhi di ghiaccio mi trasmettevano solo delusione.
«Non posso sopportarlo» ormai non avevo più il controllo delle lacrime.
«Come faccio a sapere che non hai mentito su quello che provi per me?» aggiunse. Come faceva a pensare una cosa del genere?
«Come fai anche solo a pensarlo?» chiesi sconvolta. Non rispose, si limitò a guardarmi.
«Draco io ti amo, lui appartiene al mio passato»
«Mi dispiace» disse andando via. La porta si chiuse con un tonfo e mi lasciai andare ad un pianto disperato. Mi lasciai scivolare con la schiena attaccata alla porta e mi portai le ginocchia al petto.
E per la seconda volta in cinque giorni mi sentivo vuota. Come se mi avessero strappato brutalmente qualcosa dal petto. Solo che questa volta avevo fatto tutto da sola, ero un disastro. Il problema ero io, non Dakota o nessun'altro. Solo io.
Non me lo sarei mai perdonata. Mi buttai sul letto e guardai la cicatrice sul mio braccio che non si era ancora rimarginata. Avvertii una forte stretta allo stomaco.
La porta si spalancò per la seconda volta «Stupeficium!» gridò una voce. Venni scaraventata bruscamente contro il muro e battei la testa.
Mi si era offuscata la vista e ci misi un po' a riconoscere chi avevo davanti.
«Questo è per aver cercato di fregarmi» la rossa mi puntò di nuovo contro la bacchetta.
«Ma di che stai parlando?»
«Credevi che non avrei scoperto che tu e Draco stavate insieme?» ammutolii.
«Oh cara, non hai la più pallida idea di cosa ti aspetta ora»
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You Can't Turn Back|| Draco Malfoy
FanfictionIl cappello parlante non era riuscito a prendere una decisione e finché Daphne Blackwood non sarebbe stata smistata avrebbe dovuto condividere la stanza con Draco Malfoy. «Piantala, quello lì non ti fa lo stesso effetto che ti faccio io» disse con f...