16. Draco

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At the mercy of memories.

Quando il cappello la smistò in Grifondoro, capii che avevo perso.
Avevo perso anche lei. Quei privilegiati hanno sempre avuto vita facile, le cose migliori e tutto il resto. Forse è per questo che in questi anni mi sono sempre ostinato a rendere un inferno la vita di San Potty & Co.
Avevano rotto le palle con quelle stronzate da "Io sono il prescelto", "Io ho sconfitto il Signore Oscuro", "Mi fa male la cicatrice", "La mia vita è difficile solo quando il Signore Oscuro decide di farsi vivo". Loro non sapevano cosa fosse dover vivere con un peso come il mio sopra le spalle. Loro non sapevano cosa significasse dover fare ogni giorno, qualcosa contro la propria volontà. Loro non sapevano niente. E ora? Ora si erano presi l'unica cosa che poteva distrarmi da quella realtà.
La guardai andare ad abbracciare il gruppetto dei salvavita, ma i miei nervi mi impedirono di trattenermi a lungo. Mi alzai dal tavolo furioso e uscii dalla Sala Grande diretto non so dove.
Decisi di fare un salto in camera a prendere una bottiglia di Whisky Incendiario. L'alcol mi avrebbe fatto bene.
«Dracuccio» il suono irritante della voce di Pansy mi fece innervosire ancora di più.
«Cosa vuoi Pansy?» dissi continuando a camminare verso la mia stanza, deciso a dare alla bruna meno importanza possibile.
«Sai, adesso che Daphne non è più "dei nostri", pensavo che...» mi baciò senza finire la frase. Non provavo mai niente quando ci baciavamo, nemmeno un fremito di eccitazione. Ecco perché la maggior parte delle volte finivamo per scopare. Avevo il fottuto bisogno di provare qualcosa, e di non essere così maledettamente apatico. Ma ora non potevo farlo, non potevo sapendo che l'unica donna in grado di farmi provare qualcosa era lì fuori, così vicina e al contempo così maledettamente irraggiungibile.
Pansy mi prese la mano e la posizionò sul suo fondoschiena. A quel punto ripresi a ragionare e la allontanai.
«Vai a importunare qualcun'altro Pansy» le sussurrai a denti stretti.
«Dracuccio perché mi tratti così? Pensavo che mi amassi» ma cosa stava blaterando? Lo ha sempre saputo che l'unica cosa che ci legava erano le nostre famiglie e il loro tentato matrimonio combinato.
«Pansy, pensavo che ormai avessi capito che io non amo e amerò nessuno all'infuori di me stesso» un sorriso compiaciuto comparve sul suo volto. Mi girai verso la porta e trovai Daphne, con una misto di rabbia, delusione, disgusto e tristezza sul viso.
Oh merda. Se ne andò in fretta e furia «Sei proprio una stronza» dissi prima di uscire dalla stanza per rincorrere Daphne.
Fortunatamente Blaise l'aveva rallentata e non era andata tanto lontano. Era poco prima delle scale che portavano di sopra quando la bloccai prendendole delicatamente il polso. Era una zona piuttosto buia quella, le lanterne c'erano ma la maggior parte erano rotte.
«Draco lasciami» affermò con voce rotta. Sentirla così per colpa mia mi provocava una sensazione orribile all'altezza dello stomaco.
«Quanto hai visto?»
«Dal bacio fino a quando ammetti di essere un bastardo egoista» si voltò e notai il suo sorrisetto autoritario e sarcastico.
«Non è come sembra»
«Quindi tu non stavi baciando Pansy, ammettendo di averla illusa e poi confessando che non ami e non amerai mai nessuno? Perché a me è sembrato esattamente così.» disse decisa più che mai.
«Mi ha baciato lei...» fu l'unica cosa che riuscii a dire in mia difesa.
«Che ne so che non hai fatto la stessa identica cosa con me?» sgranai gli occhi e le presi il viso tra le mani e le accarezzai le guance, ma lei rimase fredda come il ghiaccio.
«Ti giuro che non ho mai fatto nulla del genere con te. È sempre stato tutto sincero» dissi con la voce leggermente rotta.
Lei sembrò accorgersene, ma rimase sulla sua posizione. Mi lasciò capire che non bastava un piccolo gesto di insicurezza per farla sciogliere.
«Sai che ti dico? Sei solo un apatico, insensibile e non so come...» la interruppi con un bacio. Cercai di trasmetterle tutto l'amore che a parole non riuscivo ad esprimere. Sembrò fare resistenza all'inizio, ma poi si rilassò e lasciò che le nostre lingue si incontrassero. Le accarezzai i fianchi mentre la facevo scontrare delicatamente con il muro. Dio quella ragazza mi faceva impazzire, tirava fuori un lato di me che non sapevo neanche esistesse.
La sollevai e lei allacciò le gambe a me.
«Draco» disse mettendomi le mani fra i capelli e strusciandosi su di me facendo agitare- e non poco- il mio amico dei piani bassi. Lo sapeva benissimo l'effetto che mi faceva, eccome se lo sapeva, nonostante tutto continuava a provocarmi.
«Cazzo cosa mi fai» dissi ansimando.
«Ti basta così poco?» disse lei in una risatina.
«Solo con te» dissi baciandole la clavicola ripetutamente.
«Come faccio a sapere che non sono solo un passatempo per te?» mi disse preoccupata.
«Non lo sei Daphne. Non lo sei stata e non lo sarai mai.» mi baciò ancora e la lasciai scendere. Mi prese per mano e mi trascinò nella mia stanza. La baciai ancora e ci stendemmo sul letto e le iniziai a baciare il collo. Mi tolse la camicia e mi iniziò ad accarezzare. Mi balzò alla mente un'immagine. Merda, merda, merda, merda. Mi ritrassi di scatto e mi alzai dal letto rimettendomi la camicia.
«Draco cos'era quello?» chiese al limite della pazienza.
Porca. Puttana. Vacca. Laida.
«Niente» dissi sperando che lasciasse stare.
«No Draco. Che avevi sul braccio?» disse venendo verso di me.
«Un taglio, nulla di cui preoccuparsi» mi alzò la manica e mi preparai all'inevitabile. Lasciò andare il braccio e mi guardò negli occhi, con lo sguardo indecifrabile. Arretrò di qualche passo e una lacrima le rigò il viso.
Restammo a guardarci per non so quanto tempo. Avevo capito che quello che aveva appena visto l'avrebbe allontanata da me per sempre.

You Can't Turn Back|| Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora