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S A M

"Sveglia, sveglia, uova e torta." Borbottai quando riconobbi la voce di India accanto al mio orecchio. Non ero esattamente sicura di che ora fosse, ma sapevo che non era ancora arrivata l'ora per me di svegliarmi per andare a lezione. Non dovevo essere a scuola fino alle otto. Becca ridacchiò e poi sentì anche Dylan. Borbottai di nuovo e mi tirai le coperte sopra la testa.

"Buon compleanno!" Urlarono.

"Sam, svegliati." Urlò Becca e mi tirò uno schiaffo sul sedere. Quando non mi mossi e non risposi lei si buttò su di me ed io mi lamentai. L'odore del suo profumo preferito mi invase i sensi e i suoi capelli mi ricaddero tutti in faccia. Dopo poco India e Dylan copiarono le azioni di Becca e si lanciarono anche loro sul letto.

In qualche modo riuscì a girarmi per stare stesa sulla schiena, Becca era su di me mentre India e Dylan erano ai lati.

"Grazie, ragazzi." Dissi con voce mezza addormentata e borbottai di nuovo quando notai che erano le sei del mattino. "E' troppo presto." Mi lamentai e mi sfregai gli occhi stanchi per cercare di svegliarmi.

"Andremo tutti a fare colazione." Disse india e poi si alzarono tutti tranne Dylan. Lui era già vestito e pronto ad andare, quindi si stese meglio sul mio letto e mi guardò mentre cercavo qualcosa nell'armadio.

"Dylan, non posso credere di avere 22 anni. E' così strano. Oh mio Dio, cosa mi metto?" Blaterai. Di solito non parlavo molto di mattina, ma ero davvero nervosa per questa sera. Ieri India mi aveva detto che avremmo passato tutto il giorno fuori quando avessi finito con le lezioni e poi mi avrebbe riportato a casa per passare la notte con Luke.

Ero nervosa perché non sapevo cosa aspettarmi quando sarei tornata a casa. Era una cosa un po' ridicola perché non era che non eravamo mai stati soli prima, ma con la recente conversazione che avevo avuto con India e Becca, era tutto quello a cui riuscivo a pensare ultimamente.

"Sam, puoi metterti quello che vuoi." Disse Dylan ed io sorrisi anche se non poteva vedermi. Non l'avevo visto molto ultimamente visto che era stato impegnato con il lavoro, ma ero felice che ci fosse oggi. Mi sentivo un po' in colpa perché probabilmente avrebbe dovuto riposare.

"Grazie per essere qui, so che sei stanco." Dissi mentre mi voltai con i vestiti in mano.

"Non me lo sarei perso per niente al mondo, Sammy." Sorrise e si mise a sedere. Indossava una giacca di pelle, i capelli erano tirati indietro e nascosti sotto una cappellino e aveva gli occhiali. "Ti ho preso una cosa." Aggiunse dopo e mi zittì quando notò che stavo per protestare.

Era un buono per la mia libreria preferita ed io sorrisi, dicendogli "grazie."

"Prego, Sammy." Disse e mi baciò la testa.

Dopo una doccia, tornai in camera dove vidi Dylan che guardava i miei libri e mi preparai in meno di venti minuti. Presi il telefono e vidi che avevo alcuni messaggi, incluso uno da parte di Luke.

Buon compleanno, piccola.

Sorrisi, mordendomi il labbro e gli risposi con un semplice grazie.

"Allora... India mi ha detto dei tuoi piani per questa sera." Disse all'improvviso Dylan e quando sollevai lo sguardo incontrai i suoi occhi tramite lo specchio. Stava ghignando, in un modo che mi ricordava Luke e alzai gli occhi al cielo.

"La ucciderò, è pazza." Borbottai e presi lo zaino e i libri. Credeteci o no, non riuscivo a infilare neanche la metà delle mie cose nel mio zaino quindi dovevo portarmi in giro le cose per tutto il campus, il che non era semplice. "E' un po' ridicolo il fatto che sono nervosa?"

Dylan fece spallucce, ma sorrise. "Va bene se lo sei. Cioè, penso che non dovresti, ma chi non lo sarebbe?"

Mi mordicchiai il labbro, cercando di capire le sue parole, ma non funzionò. "E' solo- oh Dio, scusa. Non dovrei parlare con te di queste cose." Dire che ero imbarazzata era dire poco.

Ma Dylan rise e la mia faccia mi tradì diventando rossa. "Sam, non mi importa." Disse mentre si alzava, poi uscimmo dalla mia stanza. "Voglio dire, non è che io e te non abbiamo-"

"Dylan!" Mi lamentai e gli tirai un pugno sul braccio. Mi ricordava Luke in così tanti modi, il che era strano perché non avrei dovuto paragonarli. Non potevo fare a meno di pensare a quanto entrambi fossero aperti e di come riuscissero a parlare di quello come se fosse niente. Erano entrambi sicuri di se stessi. Certo, Dylan era molto più gentile di Luke. Anche Luke lo era, ma secondo la sua definizione. "Vi comprerò tre Bibbie per Natale." Dissi quando India e Becca uscirono dalle loro stanze.

"Se lo fai io ti comprerò un libro sulle posizioni sessuali." Scherzò India quando uscimmo da casa e andammo in ascensore.

"Sam, perché non ti trovi a tuo agio a parlare di queste cose?" Chiese Becca quando le porte dell'ascensore si aprirono ed entrammo.

"Andiamo, Sam, siamo tutti amici qui." Disse Dylan. Mi sentì subito preoccupata e imbarazzata.

Quando il silenzio diventò troppo sospirai e mi strinsi i libri al petto. "Penso solo che, sapete... il sesso è una cosa privata e tutti ne parlano come se non fosse un grande problema. Voglio dire, a volte non lo è, ma a volte si. Le persone fanno sesso tutto il tempo, ma a volte per le ragioni sbagliate."

"Allora cosa, noi siamo puttane allora?" Chiese Dylan, facendo finta di essere offeso e Becca scoppiò a ridere. Entrammo in macchina di Dylan ed ero felice che non stessi camminando.

Mentre aspettavamo che la macchina si riscaldasse risposi alla domanda di Dylan. "No, certo che no! Fare sesso non ti rende una puttana, solo che io non funziono così. Altrimenti l'avrei fatto con Luke un sacco di tempo fa." Dissi prima di pensarci e loro mi guardarono a bocca aperta. "Non guardatemi così. Volevate voi che ne parlassi."

"Hai bevuto prima di uscire? Chiese India.

Io mossi una mano in aria. "Andiamo avanti, dove andiamo a mangiare?" Chiesi.

"Dove vuoi." Disse Becca mentre mi posava una mano sulla spalla.

Quindi finimmo in un piccolo bar locale dove prendevo sempre il caffè la mattina. Venivo qui così spesso che quasi tutti i dipendenti conoscevano me e il mio ordine. Il proprietario era davvero dolce, un anziano signore che a volte mi regalava un bagel con il mio caffè. Non ero molto d'accordo con il fatto che mi regalava il cibo, ma a lui non importava.

Sospirai di sollievo quando entrammo, era caldo e calmo. Il posto era decorato con foto appese alla parete.

Ci sedemmo e il cameriere venne a prendere gli ordini. Immaginavo che una grande colazione fosse il modo giusto per iniziare la giornata visto che saremmo stati fuori per tutto il giorno. Né Becca né India mi avevano detto cosa avremmo fatto ed io non continuavo a chiederlo solo perché sapevo che non me l'avrebbero detto. Dubitavo che Dylan lo sapesse visto che sembrava confuso come me.

Per quanto riguardava Luke pensavo che avremmo guardato un film o qualcosa del genere. C'erano cose di cui dovevamo parlare, un sacco di cose e volevo farlo, ma non sapevo come si sentiva lui a riguardo. Sapevo che mi piaceva e che lui si sentiva allo stesso modo, ma non cambiava il fatto che mi chiedevo costantemente se c'era un 'noi' dopo tutto.

Allontanai i pensieri, sapendo che mi sarei rovinata la giornata se avessi continuato a pensarci. Invece mi concentrai sulla colazione e cercai di mantenere attiva la conversazione.

"Okay, Sam, quando avrai finito con le lezioni andremo a fare shopping. Non lamentarti! Niente ma!" Mi rimproverò India quando cercai di protestare. Non ero mai stata una grande fan dello shopping, lo facevo solo se ero in disperato bisogno di vestiti nuovi. India e Becca mi trascinavano sempre con loro, ma non era un problema perché ci divertivamo sempre.

"Ma shopping per cosa?" Chiesi e Becca sollevò subito lo sguardo dal suo piatto. "Non mi serve niente." Dylan era troppo occupato a mangiare. Non era mai stato un fan dello shopping neanche lui.

"Intimo." Risposero in coro India e Becca.


Mrs All American -luke TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora