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Questo è tipo un mese dopo il capitolo 43

S A M

Dopo quattro pile di compiti e testi infiniti oggi mi sarei finalmente laureata. Mi stavo finalmente laureando in Inglese e ancora non mi sentivo felice come pensavo. Avevo sempre pensato che il giorno della mia laurea sarebbe stato una gioia e pieno di sorrisi e risate, ma sembrava che questo non fosse il caso.

Forse era perché nessuno dei miei parenti era riuscivo a venire. Questo non significava che non ero felice di avere qui India, Dylan e Becca perché lo ero, ma non era lo stesso. Avevo sempre pensato che i miei genitori mi avrebbero visto e magari avrebbero pianto un po' e mi avrebbero regalato dei fiori e detto quanto erano fieri, ma ovviamente questo non sarebbe successo. Quindi forse era per questo che non ero felice come avrei dovuto essere.

I mesi passati non erano stati semplici, ma avere il supporto dei miei amici mi aveva aiutato. Era stata dura e alcuni giorni non erano stati belli, ma adesso stavo bene. Non ero felice, stavo solo bene e questo era abbastanza.

"Sam, hai sentito cosa ho detto?" La voce di Becca mi fece sussultare e la guardai. Era di fronte al suo specchio a truccarsi.

"Scusa, cosa?" Chiesi e mi voltai per guardarmi nello specchio. India era seduta dietro di me, ad arricciarmi i capelli. Aveva insistito a farlo, visto che non li curavo da un po'. Non avevo in mente di fare niente. Volevo solo farli asciugare soli e lasciarli come uscivano.

Quando guardai di nuovo Becca lei sembrava esitante. Le sue labbra erano socchiuse, come se stesse per dire qualcosa, ma non venne fuori niente ed io mi accigliai. "Ti ho chiesto se- ti ha chiamato per farti le congratulazioni?"

"Le stai seriamente chiedendo questo?" Borbottò India e, anche se non era sua intenzione, tirò i miei capelli un po' troppo forte.

Ovviamente non aveva chiamato, perché me lo stava chiedendo? Cioè, perché avrebbe dovuto farlo comunque? Soprattutto, perché doveva tirarlo in ballo proprio oggi tra tutti i giorni? Oggi doveva essere tutto su di me, non lui. Non mi aspettavo che chiamasse oggi o in qualsiasi altro giorno. Non mi aspettavo niente da lui. Non avevo parlato con lui per mesi, perché avrei dovuto iniziare ora?

Ero riuscita ad evitare tutto quello che aveva a che fare con lui. Non pensavo a lui da un po', per qualche ragione avevo smesso di pensare a lui e sentire la sua mancanza. Anche se sapevo di non aver mai smesso. Non avevo mai smesso di pensare a lui. Non avevo mai smesso di sentire la sua mancanza. Non avevo mai smesso di amarlo. Lo sapevo perché faceva male quando ci pensavo e se faceva ancora male era perché lui significava ancora qualcosa. E significava tanto.

"Va bene." Sospirai e mi guardai le mani. "No, non ha chiamato. Non lo farà." Dissi e sollevai la testa per mettere un po' di mascara. Una parte dentro di me sperava che lo facesse e mi odiavo per questo.

"Possiamo parlare di altro?" Chiese India ed io rimasi zitta. "Non abbiamo bisogno che Sam sia triste oggi tra tutti i giorni."

Becca stava per dire qualcosa, ma la porta d'ingresso si aprì e sapevamo già che era Dylan. "Ciao? Come stanno le mie ragazze preferite?" Chiese e sentì i suoi passi avvicinarsi. Credeteci o no, adesso chiudevamo sempre a chiave la porta. Soprattutto perché Dylan aveva deciso che sarebbe stato esilarante spaventarci alle due del mattino entrando e facendo finta di essere un ladro. Aveva detto di averlo fatto per insegnarci una lezione. Dylan aveva una chiave del nostro appartamento visto che veniva spesso.

Poi entrò nella stanza con una busta tra le mani. La sollevò. "Sono venuto con dei regali per questa sera." Disse con tono eccitato. C'era un ghigno sul suo viso mentre lo guardavamo.

Mrs All American -luke TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora