42

1.6K 78 0
                                    

S A M

Il mattino dopo mi costrinsi ad alzarmi dal letto, nonostante non avessi dormito e mi preparai per la scuola. Piansi in silenzio nella doccia così che India e Becca non mi sentissero. Forse truccarsi o prepararsi era inutile visto che sembravo un disastro e mi sentivo anche tale.

Quando entrai in cucina India e Becca stavano parlando e ridendo. Io le salutai con un cenno e mi versai una tazza di caffè. Decisi che non potevo pensare a lui, non potevo lasciare che consumasse ogni mio pensiero perché non ne valeva la pena. Perche avevo cose molto più importanti di cui preoccuparmi, vero? Si, vero. Come laurearmi a marzo e concentrarmi sulla scuola e me stessa. E tutto questo piangere non valeva la pena. Non mi avrebbe portato da nessuna parte. Ma non potevo negare il fatto che mi sentivo ancora così miserabile.

Prima di andarmene presi una barretta e uscì. Questo freddo era imperdonabile, mi faceva rabbrividire mentre camminavo e stringevo il caffè in mano.

Il caffè mi ricordava Dylan. Lui era solito aspettarmi dopo le lezioni e, ogni volta, aveva una tazza di caffè per me. di solito andavamo al parco e lui mi leggeva i suoi libri preferiti. Ci eravamo baciati la prima volta in un bar. Era stato tenero, un po' clichè, ma chi se ne importava. Forse sarei andata a trovarlo oggi per vedere come stava. Non lo vedevo da un po'.

Visto che stavo per laurearmi e avevo accumulato crediti extra durante l'estate per accelerare il processo di laurea, avevo solo due lezioni. Ne ero grata perché volevo solo finire con questa storia.

Il primo giorno qui era stato così spaventoso ed intimidatorio, ma la cosa era migliorata. Non potevo credere che fossero passati quattro anni. Non potevo credere che stavo per laurearmi. All'improvviso mi ricordai che i miei genitori non mi avrebbero visto. Mia zia e mio zio non potevano venire, avevano un viaggio organizzato per marzo, ma almeno avrei avuto India, Becca e Dylan.

Quando entrai in classe andai a sedermi dietro, il che era insolito perché mi sedevo sempre davanti. Avevo problemi a concentrarmi perché erano tornati i pensieri su di lui a dominarmi la testa. Sapevo di aver detto che non avrei dovuto, ma più pensavo a cosa era successo ieri più mi arrabbiavo. Mi sentivo così stupida.

Ma anche triste, per quando mi facesse male ammetterlo, perché sapevo che dopo le lezioni non l'avrei visto e dovevo abituarmi a questo. Mi ero abituata ad averlo intorno, anche se a volte si comportava male senza motivo. E non importava quanto tempo avessimo passato a litigare, mi mancava comunque. E lo amavo ancora.

Volevo uscire dalla classe, ma non era giusto. Quindi rimasi seduta, prendendo lentamente appunti e sollevando lo sguardo ogni tanto. Letteratura inglese faceva schifo.

****

Quando finì con le lezioni chiamai Dylan e gli chiesi se potevo andare da lui. Non doveva lavorare, quindi andai. Si era offerto di venire a prendermi, ma volevo camminare, anche se era troppo freddo fuori.

Camminare mi teneva la mente pulita. Forse se pensavo a tutto quello che sentivo sarei stata capace di dimenticare tutto di lui e delle cose che mi faceva provare.

Beh, per prima cosa mi sentivo usata. La cosa peggiore era che non mi sentivo voluta. Mi sentivo patetica per essere così triste. Luke non era mai stato il mio ragazzo. Non era mai stato mio, quindi cosa mi dava il diritto di sentirmi così? Perché dovevo sentirmi così quando lui stava ovviamente bene? India mi avrebbe detto che questo, che lui, non ne valeva la pena. Forse aveva ragione. Se mi aveva ferito così tanto e mi aveva usato solo per i suoi benefici allora non ne valeva la pena. Decisamente no.

Ma adesso cosa avrei dovuto fare? Lo amavo ancora e non sapevo come fare a dimenticarlo. Come potevo dimenticare qualcuno che non era mai stato mio? Perché mi stavo facendo così tante domande? Perché lui mi stava facendo mettere tutto in discussione?

Quando arrivai da Dylan ero quasi di nuovo in lacrime, ma mi dicevo di trattenermi. Non si trattava di me e i miei problemi, si trattava di recuperare il tempo con Dylan e vedere come stava. Non volevo trasformarmi in quell'amica che infastidiva tutti con i propri problemi.

Ma quando Dylan venne ad aprire la porta e mi guardò il suo sorriso sparì lentamente e scosse la testa. Era sempre un bene parlare con Dylan. Era quel tipo di persona che anche se non ci parli per tanto tempo si comportava normalmente e gentilmente.

"Gli ho detto che lo amo e lui se n'è andato." Dissi e sentì una lacrima sulla guancia. "Se n'è andato."

"Andiamo, Sammy." Disse Dylan e prese una mia mano per trascinarmi dentro.

Ci sedemmo sul divano e mi posò una coperta sulle spalle. Posò la mano sul mio ginocchio, muovendola in cerchio per confortarmi. Non stavo piangendo tanto quanto pensavo.

"Quando è successo?" Chiese ed io posai la testa sulla sua spalla.

"Ieri." Dissi. "Ma possiamo parlarne dopo?" Chiesi e lui annuì. "Voglio parlare di tutto tranne che di lui. Voglio solo stare con te e non essere triste."

"Okay, Sammy." Sussurrò. "Che ne dici di cioccolata calda e film?"

Io annuì e lui andò in cucina. Forse Dylan era quello di cui avevo bisogno adesso. Non in quel senso, avevo solo bisogno che ci fosse per me.

Avevo solo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a dimenticarmi di lui.


Mrs All American -luke TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora