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S A M

Il cuore mi martellava nel petto e sapevo che non era per l'alcool nel mio corpo. I suoi occhi mi osservarono il viso per pochi secondi e le sue labbra si aprirono come se volesse dire qualcosa, ma invece sbuffò e se ne andò, alzando gli occhi al cielo.

Ed io ero confusa. E arrabbiata perché i suoi sbalzi d'umore mi facevano venire il mal di testa. Lo guardai mentre continuava ad allontanarsi da me fin quando non sparì da qualche parte.

"India!" Urlai mentre andavo verso di lei, che si voltò con un sopracciglio sollevato. "Che ne dici di farci dei bicchierini?" Chiesi e lei sorrise.

L'avevo già detto che non reggevo bene l'alcool, ma questa notte avevo voglia di bere. India lo reggeva molto bene quindi sarei stata apposto con lei.

Mi trascinò in cucina dove c'erano Ashton e Calum. Becca era da qualche parte, probabilmente con un ragazzo. Non avevo idea di dove fosse Michael, ma pensavo di averlo visto giocare i video games mentre era davvero molto ubriaco.

"Bene, bene, bene, guarda chi vuole ubriacarsi adesso." Scherzò Calum mentre mi posava un braccio sulle spalle.

Ero già un po' brilla quindi risi e gli arruffai i capelli. L'ultima volta che mi ero ubriacata era stato divertente. Anche se vomitare e stare male il giorno dopo non lo era stato, quindi speravo che non sarebbe successo.

"Ecco a te, ragazza." Urlò India mentre mi passò un bicchierino. La guardai mentre mischiava il suo bicchierino con un bicchiere pieno di redbull e feci lo stesso. Volevo chiederle cosa fosse ma, conoscendola, mi avrebbe solo detto di bere.

Quindi lo feci e arricciai il naso, il liquore era caldo in gola, nel petto e poi nello stomaco. Guardai verso Calum e gli sorrisi, lui ricambiò. Stavamo entrambi ridacchiando mentre bevevamo insieme, questo drink era più forte del primo.

"India!" Mi lamentai e le presi un polso, facendola girare verso di me. "Luke è arrabbiato con me, non vuole parlarmi. Non mi ha neanche salutato."

"Chi se ne importa?! Ti ho detto che dovevi venire qui per divertirti!" Urlò e mi strinse le spalle. "Più alcool!"

"Si, più alcool!" Urlò anche Ashton e ci versò del liquore nei bicchieri.

"Calum, fai con me quella cosa che le persone fanno sempre ai matrimoni dopo la torta." Dissi e mi misi di fronte a lui.

"Okay, okay." Accettò e incrociammo le nostre braccia. "Uno, due, tre." Contò e piegammo la testa indietro, bevendo.

Era troppo forte per i miei gusti e feci una smorfia. "cos'è?" Mi lamentai ed India ridacchiò.

"Patròn." Disse India. Volevo dell'aranciata.

Dopo un'ora mi ritrovai a girovagare per il secondo piano ella casa, cercando di mantenermi in equilibrio. Era più silenzioso qui su, ma potevo comunque sentire la musica.

Ogni singola luce delle stanze era spenta, finchè non raggiunsi la fine del corridoio. La luce era accesa, c'era decisamente qualcuno dentro e qualcosa mi diceva che era Luke. Non l'avevo visto giù per più di un'ora. Doveva essere qui.

Afferrai la maniglia con m ano tremante e sospirai di sollievo quando scoprì che non era chiusa a chiave. Feci capolino dentro con la testa e Luke era lì.

Era seduto sul letto, la schiena contro la testata, le ginocchia contro il petto mentre lui guardava in basso, probabilmente al suo telefono.

Incontrò i miei occhi e mi aspettavo che fosse arrabbiato, ma non lo era. Invece le sue labbra si arricciarono in un sorriso.

L U K E

Anche se la musica rimbombava per tutta la casa riuscì comunque a sentire dei passi. Si stavano avvicinando sempre di più. Poi la vidi infilare la testa nella stanza. Da dove ero seduto potevo vedere i suoi occhi rossi.

Oh mio Dio, era ubriaca. Le rivolsi il più piccolo dei sorrisi, lasciandole sapere che poteva entrare. Lei chiuse la porta dietro di se e ci si poggiò contro. Notai che era vestita in nero e che era ancora più attraente con quel colore.

Potevo dire che era nervosa, ma non sapevo esattamente perché. "Beh, vieni più vicino, non mordo." Dissi e lei arrossì.

Mi faceva impazzire quando arrossiva per ogni piccola cosa che dicevo. Mi chiesi se sarebbe arrossita così anche se avessi avuto la mano dentro i suoi jeans.

Sam venne verso di me e si mise a sedere di fronte, le gambe a penzoloni fuori dal letto. deglutì prima di dirle, "Nessuna ragazza è mai stata in camera mia prima."

I suoi occhi si spalancarono leggermente prima di guardarsi intorno. "Oh, dovrei andarmene? Non voglio che sembri che mi stia infilando-"

"No, no, va bene." Dissi e le afferrai un braccio prima che potesse muoversi.

"Perché non hai mai portato nessuna ragazza qui?" Chiese, guardando la mia mano sul suo braccio.

Mi allontanai e mi misi a sedere dritto. Non avevo mai detto questo a nessuno, ma visto che era ubriaca ero sicuro che non si sarebbe ricordata niente al mattino. "Penso che le stanze da letto siano una cosa davvero privata. La tua stanza è il riflesso della tua vita."

Osservò la stanza. La luce era soffusa, visto che c'era solo la lampadina del comodino. Tornò a guardare me e mi sorrise. "Sembra che tu abbia tutto sotto controllo. E' tenuta molto bene."

"Oh, a volte diventa abbastanza disordinata." Risi e lo fece anche lei. Il suono della sua risata rimbombò nella mia stanza e mi provocò una strana sensazione al centro del petto. "Allora, uh, cosa è successo giù? Le cose si sono fatte un po' noiose per te?" Chiesi, ignorando la sensazione nel mio petto.

"Stavo solo bevendo." Blaterò. "Non so cosa stavo bevendo. Ma India mi ha fatto questo drink con una cosa scura e poi l'abbiamo versato nella redbull ed era davvero buono."

"Sam." Dissi e lei mi guardò, non potevo fare a meno di ridere. "Si chiama jager bomb."

"Era davvero buono." Ridacchiò mentre sospirava, poi si stese sul letto. Si posò una mano sulla pancia mentre guardava il soffitto. Poi posò l'altra sul mio ginocchio ed io la guardai, all'improvviso davvero confuso. Ma la sua mano non rimase ferma, le sue dita iniziarono ad accarezzarmi il ginocchio in cerchio. La guardai mentre si mordeva il labbro inferiore.

"Smettila." Borbottai e mi alzai, allontanandomi il più possibile da lei.

Sam si mise a sedere e si accigliò. "Smettila di fare cosa?" Chiese e poi si alzò anche lei, rimanendo accanto al letto.

"Smettila. Di. Essere. Desiderabile." Dissi in tono acido. "Non farlo, Sam. Perché l'hai fatto?"

"Io- io," ma non la stavo ascoltando. Iniziai a camminare avanti e indietro per la stanza, sfregandomi la faccia con una mano.

"Lo fai di proposito, solo per prenderti gioco di me quando mi dici no." Sbottai, interrompendo quello che stava per dire.

"Non sto facendo niente!" Sbottò lei e incrociò le braccia al petto. "Non hai pensato per un secondo che magari voglio essere tua amica, Luke?"

Smisi di camminare e andai verso di lei, ridendo. "Non voglio essere tuo amico, non voglio essere il tuo niente e tu non lo capisci."

Lei alzò gli occhi al cielo, chiaramente innervosita da quello che avevo detto. "Beh, okay, Luke. Allora me ne vado." Disse come se non fosse un grande problema e lasciò la stanza.

Io borbottai e non sapevo perché ma la seguì giù per le scale e continuai a seguirla anche mentre entrava in ascensore. Allungai una mano, fermando le porte in tempo ed entrai dentro con lei.

Aveva ancora le braccia incrociate al petto, qualcosa che avevo notato che faceva quando era arrabbiata o nervosa. Si allontanò da me, andando dall'altra parte dell'ascensore. Volevo ridere per quanto era infantile, ma evitai.

"Perché sei qui?" Si lamentò e scosse la testa. "Pensavo che non volessi essere mio amico ne niente."

Mi mordicchiai l'interno della guancia e sospirai. "Posso provare." Mentì.

Questo non sarebbe finito bene.

Mrs All American -luke TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora