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L U K E

Un'ora dopo mi ritrovai nel salotto di Sam. Ero venuto senza avvisare, ma dal modo in cui aveva sorriso quando mi aveva visto, non pensavo fosse stato un problema. Mi aveva salutato con un abbraccio davvero forte e io l'avevo ricambiato mentre combattevo il bisogno di spingerla contro il muro e baciarla e farle altre cose.

Adesso eravamo soli, insieme sul divano. Io stavo guardando la tv mentre lei faceva i compiti. Mi aveva detto che erano solo compiti che aveva mancato quando era rimasta a casa per tre giorni. Le sue gambe erano stese sulla mia pancia mentre era seduta dall'altro lato del divano.

Odiavo il fatto che non mi stesse prestando attenzione. Oh mio Dio, questo era così bisognoso, ma non mi importava. Ero un bisognoso figlio di puttana.

Lei era così concentrata che non aveva notato che avevo smesso di guardare la tv. stavo guardando solo lei.

Non volevo interromperla, ma volevo davvero parlarle del suo compleanno e chiederle se aveva in mente qualcosa. Ovviamente volevo passare quel giorno con lei, non era importante quello che avremmo fatto, volevo solo esserci.

"Sam." Mi lamentai e lei mormorò qualcosa, ma non sollevò lo sguardo dal quaderno. "Sam, prestami attenzione." Era strano dirlo perché ero abituato ad essere il centro delle attenzioni quando si trattava di ragazze.

Lei rise ed io la guardai. Chiuse all'improvviso il quaderno e lo fece cadere per terra. "Si, Luke?" Chiese in modo innocente ed io cercai di riprendere fiato.

"Aspetta, avevi finito?" Chiesi, sentendomi in colpa per averla interrotta, ma lei annuì. Le afferrai le gambe e gliele sollevai per avvicinarmi di più a lei. Mi fermai quando la mia coscia sfiorò il suo sedere. "Voglio parlare del tuo compleanno." Dissi mentre posavo un gomito sullo schienale del divano. L'altro era sulla sua gamba.

"Di cosa?" Chiese mentre mi prendeva la mano, voltandola per poter disegnare cose a casa sul palmo. Non sapevo perché lo faceva sempre, ma lo trovavo un gesto tenero.

"Beh, vuoi fare qualcosa?" Chiesi e lei fece spallucce.

"India e Becca mi stanno portando fuori a fare colazione..." Fece una pausa, mordendosi il labbro e guardandosi intorno.

"Cosa non mi stai dicendo?" Chiesi mentre le prendevo un polso e lei mi guardò per un secondo. "Sam, dimmelo." La afferrai per i fianchi e la feci sedere su di me, le sue gambe ai lati del mio corpo.

Ormai non avrebbe più dovuto essere timida con me. Trovavo anche questo una cosa tenera, ma andiamo. La sua mano era stata nei miei jeans, la mia faccia era stata tra le sue gambe ed ero abbastanza sicuro che mi avesse visto nudo quando avevamo fatto il bagno insieme, anche se lei insisteva a dire che non stava guardando.

"Non è stata una mia idea, ma hanno detto che se ne sarebbero andate per la notte così io e te potevamo...stare qui. Soli." Spiegò ed ero sorpreso di vedere che non stava arrossendo.

"Oh." Sussurrai e poi capì. Sapevo quello che le sue amiche stavano facendo e sapevo che avevano parlato della stessa cosa di cui avevo parlato con i ragazzi. "Beh, tu lo vuoi? Stare qui, intendo."

Sam si mordicchio il labbro. Smettila di farlo. "Tu vuoi?"

Io risi e scossi la testa, le mie man ancora sui suoi fianchi e poi le infilai sotto la sua maglietta. "E' il tuo compleanno, Sam, non il mio."

Lei annuì, arrossendo un po'. "Okay, beh, voglio rimanere qui e stare con te." Disse ed io sorrisi.

"Sai," dissi e lei non allontanò gli occhi dai miei mentre le mie mani si muovevano sulla sua pancia. "Mi sei mancata in questi giorni." Pensavo che avrebbe dovuto saperlo. Volevo che lo sapesse.

Mrs All American -luke TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora