L'edificio della Evans Enterprise si staglia davanti a me minaccioso. È enorme e le finestre dei vari uffici riflettono la luce del sole accecandomi mentre sposto lo sguardo verso l'alto. Sento il caffè rivoltarsi nel mio stomaco e l'ansia attanagliare ogni singola cellula del mio corpo. Concentrati Ellie, puoi farcela. Anzi, tu DEVI farcela per Alex. Finalmente mi decido a entrare e la prima cosa che noto è che la raffinatezza e la maestosità dell'esterno non mancano nelle scrivanie bianche e lucide, nelle poltrone nere e nei vari impiegati e segretarie che girano indaffarati. Mi avvicino ad una donna mora, molto bella e dall'aspetto severo, ma cortese. "Salve, mi scusi avrei bisogno di un'informazione". Alza gli occhi su di me e penso che sono dello stesso colore del caffè, cosa che mi riporta subito alla mente il bellissimo, ma assolutamente poco galante, uomo di poco fa. Chissà chi è...credo sia uno degli uomini più affascinanti che abbia mai visto, ma cosa dico! È sicuramente il più affascinante di tutti. "Signorina, mi dica" la segretaria che leggo chiamarsi Jennifer mi riscuote dai miei pensieri. "Oh si, mi scusi. Volevo chiederle se potrebbe indicarmi la sala colloqui" "Certamente, undicesimo piano, terza porta a sinistra" mi sorride e dopo averla ringraziata mi dirigo all'ascensore. È molto grande come è tipico nelle aziende. All'interno è presente un corrimano d'oro e subito mi ci attacco per cercare sostegno. Mi accorgo anche della presenza di uno specchio e ne approfitto per dare una sistemata ai capelli. Al terzo piano le porte si aprono lasciando entrare due uomini sulla trentina che parlottano in modo concitato; si avvicinano lievemente a me quando due fermate dopo, un altro uomo al telefono fa il suo ingresso. Nessuno mi rivolge la parola, sono talmente indaffarati da non accorgersi nemmeno di me. Spero di non diventare come loro, sono sempre stata un'ottima osservatrice e non vorrei perdere questa mia dote. Il numero 10 si illumina e capisco che è arrivato il momento. I miei tacchi fanno rumore sul lucido pavimento del lungo corridoio. Non mi rendo conto fino in fondo di quanto io sia agitata finché non mi siedo in quella che ha tutta l'aria di essere una sala d'attesa. Ciò che forse mi preoccupa di più e che allo stesso tempo mi da la carica, è il fatto che io non sia sola. Ci sono altre donne che vanno dalla mia età alla quarantina circa e posso supporre che siano tutte qui per il mio stesso motivo. Il nostro colloquio non è semplicemente per avere il posto di segretaria, colei che otterrà il lavoro avrà la possibilità di partecipare fin da subito ad ogni incontro e viaggio d'affari mostrando così le sue capacità, senza contare la straordinaria occasione di avere un appartamento al St. Regis Hotel garantito per tutta la durata del contratto.
"Signorina Wilson" è arrivato il momento. Mi alzo e liscio le pieghe del tubino, per poi alzare la testa e raddrizzare la schiena. Una nuova porta è davanti a me e faccio un respiro profondo prima di essere introdotta nella stanza. SCONVOLTA. Sono assolutamente sconvolta. Seduto su una comoda poltrona di pelle nera si trova quello che dovrebbe essere il mio capo, da me meglio conosciuto come il ladro di caffè. Mi guarda con un sorrisetto beffardo e capisco che mi ha riconosciuta, ha un cipiglio di scherno che gli disegna le sopracciglia. Sono spacciata. Non otterrò mai quel posto, io e Alex finiremo sotto un ponte. E poi, proprio come un lampo, l'idea di mio figlio mi riscuote e mi ricorda uno dei motivi per cui sono qui. Coraggio Ellie, puoi farcela. Anzi, devi farcela. Accanto a lui ci sono altri uomini facenti parte della compagnia; in particolar modo, uno con i capelli bianchi e la voce profonda mi invita ad accomodarmi di fronte a loro. "Buongiorno signorina Wilson". "Buongiorno" il mio tono esce sicuro e deciso fortunatamente. "Vorremmo porle alcune domande" e detto ciò, a turno, mi chiedono informazioni sulla mia vita e soprattutto sul mio curriculum che sono sicura hanno anche già letto e analizzato per filo e per segno. "Ci dica, per quale motivo vorrebbe questo incarico o crede di meritarlo?" immaginavo questo quesito, ma ora che mi viene posto con tutta questa serietà proprio dal Signor Evans che mi fissa con i suoi occhi di ghiaccio, il mio cervello si spegne e il panico mi attanaglia. So che il suo obiettivo è quello di mettermi in difficoltà, me l'ha giurato con un solo sguardo al mio ingresso qui, ed è per questo che dalla mia bocca non riesce ad uscire alcun suono.
ZACK'S POV
"Ci dica, per quale motivo vorrebbe questo incarico o crede di meritarlo?" Non voglio mettere a rischio il suo posto di lavoro, non sono così crudele. Ma questa mattina mi ha mancato di rispetto e la deve pagare, porle davanti qualche ostacolo non sarà certo un problema. Dopo la mia domanda la vedo agitarsi: si muove sulla sedia, avvicina le caviglie, muove le mani in modo convulsivo e i suoi occhi azzurri schizzano da una parte all'altra. La prima cosa che mi ha colpito di lei in realtà sono stati i capelli: ho sempre preferito le more perché trovo le bionde troppo scontate, insomma, piacciono a tutti. Ma in lei trovo si adeguino perfettamente al suo viso e la combinazione di occhi azzurri e capelli biondi mi fa pensare ad un angelo. Mi distolgo dai miei pensieri e torno a guardarla: si sta morsicando le labbra carnose in segno di nervosismo. La facevo più audace e sicura, non credevo che per una domanda assolutamente scontata ad un colloquio di lavoro cadesse nel panico. Forse c'è di più in gioco. Ogni mio dubbio viene spazzato via dall'improvviso suono della sua voce. "Io credo fermamente di meritarlo. So di avere le capacità che richiede, ho studiato molto e mi sono argomentata per arrivare dove sono ora e non ho nessuna intenzione di lasciarmi sfuggire questa opportunità. Io voglio e ho bisogno di questo lavoro." Sono colpito, ma ancora non mi basta. Voglio di più. "Crede di essere migliore delle altre persone che hanno fatto la richiesta di colloquio? Crede di averne più bisogno?" questa volta la sua agitazione compare solo come una scintilla nei suoi occhi e se ne va alla stessa velocità con cui è arrivata. Ora non guarda più tutta la commissione, punta lo sguardo verso di me e risponde con voce ferma e sicura. "Io non mi ritengo in alcun modo superiore. Semplicemente so di avere le carte in regola per entrare a far parte di questa azienda. Non ho bisogno di farmi dire da lei o dai suoi colleghi se sono qualificata o meno perché so di esserlo. So come funziona qui: ponete domande di cui sapete già le risposte e fate di tutto per mettere in difficoltà noi stagisti, ed è giusto. Anche la vita fuori da questo ufficio funziona così e sappiate, prima di provare a spezzare la mia volontà e la mia determinazione, che io conosco il mondo là fuori meglio di voi. Sto crescendo un figlio da sola e a parte alcuni dati anagrafici, non sapete nulla di ciò che ho affrontato, ma sappiate che non ho visto nessuno nell'altra sala così deciso come sono io ad ottenere questo impiego. Nell'annuncio parlavate di persone con un carattere deciso, forte e con propensione agli affari. Bene, l'avete davanti ai vostri occhi, quindi mi domando, voi avete propensione agli affari?"
●N/A●
Buonasera💕ecco qui un nuovo capitolo. Speriamo davvero che vi piaccia e vi preghiamo di farcelo sapere lasciando un voto o un commento. Un grazie di cuore a tutte:) vi ricordo di passare a dare un'occhiata a "The Accident" di RedMoonHead 💕baci.
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When Love Takes Over
RomanceEllie Wilson, 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei h...