Over the limit

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"Sono furiosa, Jennifer! La cameriera, ti rendi conto?" cerco di trattenermi dall'urlare non appena la donna entra nel mio ufficio. "Andiamo Ellie, stai tranquilla, vedrai che piano piano i tuoi impieghi diventeranno più appaganti". Si siede accanto a me e mi posa una mano sulla spalla con fare materno. "So che bisogna partire dal basso per arrivare alla vetta, ma non credo che portare caffè e dolciumi per tutto il pomeriggio, possa aiutarmi con la mia carriera. Quel bastardo lo ha fatto apposta!" Quando mi balenano in testa due occhi di ghiaccio, sento montare la rabbia sempre di più. La sua sfacciataggine supera la sua bellezza, il che è tutto dire. "Ellie ascolta, Zack Evans è un giovane uomo di successo che probabilmente ha fin troppo potere per l'età che ha. Non ti racconterò la solita storiella di un uomo che ha fondato il suo impero dal nulla, perché non sarebbe la verità. Zack è sempre stato abituato al lusso, o almeno per la maggior parte della sua vita e ciò lo ha segnato. Non ha idea di cosa significhi faticare e probabilmente hai ragione tu nell'affermare che sia solo un ragazzino viziato, ma, nonostante questo, resta il tuo capo e non solo ti paga profumatamente, ma fa sì che tu e tuo figlio abbiate un tetto sopra la testa. Vuoi fargliela pagare? Va bene, si può fare. Ma stai attenta". Le parole di Jennifer mi portano a riflettere. Non voglio farmi mettere i piedi in testa, tantomeno da quell'essere affascinante quanto spregevole e dal suo amico, ma è meglio agire con cautela. Non sono più una ragazzina, ora sono prima di tutto una madre e devo mettere il bene di Alex prima di ogni mio altro desiderio di vendetta. "Hai ragione Jenn, ti ringrazio" poso la mano sulla sua e le sorrido. Questo è proprio uno di quei momenti che mi piace conservare con gioia e custodire nel mio cuore. Non ne ho molti, la prima parte della mia vita è quasi totalmente da eliminare; mi sono trasferita qui per modellare dei nuovi tasselli che avranno il compito di comporre il mosaico della mia vita d'ora in poi. "Ora sarà meglio che vada, il lavoro mi chiama. Anzi, ci chiama!" mi lascia un occhiolino prima di fiondarsi fuori dalla porta con la potenza di un uragano. Quella donna è una vera e propria forza della natura.

Inutile dire che sono stata costretta a cambiarmi d'abito per incontrare i soci: ho optato per un abito intero, così che il tubino non fosse troppo stretto e non mi rallentasse durante le mie corse, inoltre mi sono adoperata per cambiare le scarpe in modo da avere un tacco di qualche centimetro più basso. Jennifer mi ha aiutata a stringere meglio i capelli in una crocchia. Il mio obiettivo è quello di essere elegante, formale e comoda: queste sono le mie parole d'ordine. Zack e Matt fanno la loro comparsa in tutto il loro fascino. Ho sempre apprezzato gli uomini in giacca e cravatta, ma in questo momento non ho proprio il tempo di pensare a loro e alle loro facce toste che mi osservano sorridenti. "Signor Evans, Signor Smith, i soci stanno per arrivare". Detto ciò, giro i tacchi ed esco dalla sala riunioni. Mentre attendo che tutti gli uomini sulla lista facciano il loro ingresso, non posso fare a meno di pensare che questa è la stessa sala dove io ho fatto il mio colloquio di lavoro. È stato un giorno veramente importante per me che ha dato una svolta alla mia vita; forse il fatto che io mi ritrovi ancora qui è un segno del destino, chissà. Il meeting inizia con leggero ritardo e con questa scusa non vengo presentata ai soci in maniera ufficiale. Tra di loro noto anche l'uomo che mi aveva intrattenuta alla cena di qualche sera fa e noto con piacevole sorpresa, che si ricorda di me dato il cenno che mi rivolge. Nessun'altro mi degna della minima attenzione, a quanto pare sono fuori tempo sulla tabella di marcia; questo non li distoglie però dal chiedere caffè in continuazione, tanto che mi tocca fare avanti e indietro a ogni minima richiesta. Dopo un'ora ho un diavolo per capello, sto iniziando a sudare e mi sembra di camminare sul fuoco ad ogni passo da tanto che mi fanno male i piedi, ma visto che non c'è mai fine al peggio e non mi ero ancora resa conto di essere giunta all'inferno, ecco che mentre mi sto affrettando per il corridoio, qualcuno mi viene addosso poco gentilmente. Il caffè che ho tra le mani sta per straripare dal bordo della tazza, ma per qualche assurdo miracolo il liquido ritrova il suo equilibrio e posso concedermi un sospiro di sollievo. "Ellie, ti stanno aspettando" della persona con cui mi sono scontrata non c'è più traccia, ma Matt è davanti a me mentre mi spinge verso i colleghi. "Okay stop, stop!" punto i piedi e mi fermo poco prima di entrare. "Non so a che gioco tu stia giocando Smith, ma vedi di smetterla. Non sono la tua serva, né tanto meno quella del tuo amico. Sono una persona e ho una dignità quindi evita di darmi ordini e trascinarmi come se fossi un sacco di patate". Lo lascio a bocca aperta e faccio il mio ingresso nell'aula. Tutti mi fissano con fare attento e mi assale il dubbio che forse, siano riusciti a sentire il mio piccolo monologo di poco fa. Mi schiarisco la gola e faccio finta di nulla mentre porgo la bevanda a colui che la desiderava, per poi mettermi nel mio angolo in attesa di istruzioni. Matt rientra e non mi guarda, al contrario di Zack che mi sta lanciando occhiate di fuoco decisamente eloquenti. "Scusate signori, sapete come sono le donne, ora si spiega perché seduti a questo tavolo ci siano solo uomini". Tutti scoppiano in una fragorosa risata. Tutti tranne me. Il commento sessista di Zack mi lascia interdetta per qualche secondo. Cerco di controllare la mia rabbia pensando ad Alex. Calmati Ellie, lo stai facendo per il tuo bambino. Respira e sorridi. Non ho mai sopportato i maschilisti. Quell'uomo sta diventando l'incarnazione di tutto ciò che più odio.

"Wilson un caffè e bello caldo, mi raccomando" faccio come mi è stato chiesto da quella specie di demonio dagli occhi di ghiaccio, ma stavolta non lascerò correre. "Tenga signor Evans, non le farò pesare di non avermelo chiesto per favore, dato che come ha detto, sono una donna e non mi sembra carino combattere con chi è disarmato, come nel suo caso" sorrido facendolo infuriare. Solo Matt e un paio di altri soci si sono accorti del nostro dialogo, dato che gli altri sono impegnati in importanti discussioni. "Cosa stai cercando di dire?" farfuglia contraendo la mascella. "Sto cercando di dire" mi avvicino con fare deciso al suo orecchio e lo vedo irrigidirsi. "Che un cervello piccolo come il suo non può competere con il mio notevole intelletto". È spiazzato. Tutto si ferma mentre io mi ritraggo. Matt si mette sull'attenti e tutti i presenti si girano verso di noi. Osservo Zack e vedo pulsare la vena sul suo collo. Poi succede qualcosa che non mi aspettavo. In un secondo del caffè bollente entra in contatto con la mia pelle scottandomi  e rovinando il mio abito. Ad occhi altrui sembra un incidente, ma io so che lo ha fatto apposta. Ho visto il modo sprezzante e crudele in cui mi ha guardata poco prima di farlo. "Oh signorina Wilson, che maldestra. Perdonatemi signori, ora avete capito per quale motivo non ve l'ho presentata. È una nuova stagista ed è davvero impacciata, una palla al piede quasi. Sono stato costretto ad assumerla perché il consiglio mi ha fatto pressione dopo il racconto sulla sua tragica vita, insomma tutto per pietà. Se qualcuno di voi la desidera, sono più che contento di sbarazzarmene" scoppia in una risata di superiorità e viene subito seguito dagli altri. Solo Matt e il mio vecchio intrattenitore non si sbilanciano e restano in silenzio, quasi pietrificati. Questo è troppo. Esco come una furia senza badare a ciò che mi circonda. Sono stata umiliata e come se non bastasse, il dolore causato dal caffè bollente inizia a farsi sentire.

"O mio Dio, Ellie!" Jennifer mi trova in bagno mentre sfrego con rabbia il vestito, nell'intento di smacchiarlo. "Che è successo?" "Io..." non riesco a terminare la frase perché scoppio in un pianto a dirotto. Jenn mi abbraccia cercando di calmarmi e mi accompagna nel mio ufficio per farmi sedere. Dopo averle raccontato dell'accaduto restiamo per un po' in silenzio. "Mi dispiace tanto cara, questa volta ha passato il limite".

Non sono mai stata una persona che si piange addosso, così il desiderio di riscattare la mia dignità passa in primo piano e il mio cervello inizia a macchinare vendetta. "Jennifer? Potresti raccontarmi tutto quello che sai del signor Evans?" mi guarda sorpresa mentre cerca di capire la mia domanda. Ognuno di noi ha una parte oscura, nel mio caso riguarda il mio passato, forse anche Zack Evans ha degli scheletri nell'armadio ed io sono decisa a farli ritornare in vita.

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Buongiorno fanciulle! Ecco il nuovo capitolo che speriamo sia di vostro gradimento💕fateci sapere cosa ne pensate e siamo aperte anche a critiche costruttive che ci permettano di migliorare. Nel prossimo probabilmente accadrà qualcosa di interessante🙈 nel frattempo vi ringraziamo per tutto il supporto che ci state dando e vi invitiamo a unirvi al nostro gruppo Facebook (trovate il link nella bio). Un bacio💕

When Love Takes OverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora