Shadowing

2K 96 26
                                    

           

"Innanzitutto, l'abbigliamento è fondamentale. Deve essere qualcosa di normale, che indosseresti tutti i giorni così da non destare sospetti, ma al tempo stesso devi riuscire a mimetizzarti. Il calar della sera dovrebbe giocare a tuo favore." Mi lascio andare pesantemente sullo schienale della sedia; l'entusiasmo che avevo fino a poche ore fa sembra essersi quasi completamente esaurito. "Mi servono delle scuse plausibili" interrompo il monologo di Jen. "Come?" Ferma la sua passeggiata avanti e indietro per l'ufficio e mi presta attenzione. "Si insomma, se mi dovesse beccare, cosa che molto probabilmente accadrà, devo essere preparata". Non posso permettere che le mie paure diventino realtà: io e Zack siamo già cane e gatto, non voglio perdere il posto di lavoro. "Mm...okay allora io proporrei di usare Alex come scusa. Magari un regalo da comprargli o qualcosa così. Però sai, cercare una scusa a priori non è facile. Non so dove finirai esattamente seguendolo". Forse ho capito cosa intende: "Non posso comprare un gioco per mio figlio se non ci sono negozi di giocattoli nelle vicinanze, suppongo" "Esattamente." "Vorrà dire che improvviserò". "Fai in modo che non sia necessario".  E con questo ultimo avviso, torniamo alle nostre mansioni.

La fatidica ora è giunta e l'ansia attanaglia ogni singolo millimetro del mio corpo. Nervi saldi, Ellie. Facile a dirlo, o a pensarlo, ma è proprio vero che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Mi sono informata e sapevo che Zack oggi avrebbe terminato di lavorare più tardi di me, così sono rimasta tranquilla in ufficio più a lungo del solito. Jennifer si è dimostrata molto disponibile nel voler tenere Alex fino al mio ritorno, dato che Kim ha l'ennesimo appuntamento questa sera. A proposito, sono proprio curiosa di saperne di più, mi dovrò ricordare di chiederle come procede con questo misterioso ragazzo. Ma ora, bando alle ciance, è ora di mettersi in azione: il "soggetto"  si sta recando verso l'uscita dell'edificio con il suo solito passo disinvolto e il sorriso strafottente. La segretaria che sostituisce la mia amica, ammicca con uno sguardo languido e quella sottospecie di demonio non se lo lascia di certo sfuggire. Che schifo. Inizio a seguirlo, mentre rapidi pensieri su quanto la dignità femminile stia regredendo negli ultimi tempi mi attraversano la mente. La dea bendata sembra sorridermi, nell'esatto momento in cui noto che il mio capo, non si sta dirigendo come è solito fare alla macchina aziendale, ma dopo aver educatamente salutato il suo autista, sta deviando a piedi verso la via che porta... non so esattamente dove, dato che la città è enorme, ma il tutto è piuttosto famigliare. Mi mantengo a distanza per la maggior parte del tempo e mi avvicino di più solo quando mi accorgo che sta telefonando a qualcuno. Purtroppo me ne rendo conto un po' tardi e sento solo un ultimo scorcio di conversazione: "Be amico, allora divertiti con la tua nuova fiamma e vedi di comportarti bene". Probabilmente era Matt, ma meglio non dare nulla per scontato, inoltre non era nulla che potesse essermi utile. Dopo pochi passi, la fortuna mi assiste nuovamente nel momento in cui un provvidenziale edificio si trova accanto a me e mi offre un nascondiglio quando Zack si volta improvvisamente. Per un pelo. Devo stare più attenta. Lo vedo alzare il collo del cappotto per ripararsi dal freddo vento che ha iniziato a infuriare, per poi riprendere il suo cammino.

Finalmente arresta i suoi passi e sembra essere giunto definitivamente a destinazione che è... Merda. Non è possibile. Il St. Regis Hotel si erge davanti a noi in tutta la sua eleganza, con le luci di alcune camere ancora accese. Che diavolo ci fa qui? Però... non può essere venuto per me, magari deve incontrare uno dei soci nella sala dove si è tenuta la cena. "Buonasera Signor Evans, come posso aiutarla?" non c'è neanche bisogno di dire che anche la receptionist sembra non essere indifferente al suo fascino: mi sembra di sentire le sue palpebre implorare pietà da tanto che le sta sbattendo. "Salve, avrei bisogno della chiave per raggiungere l'attico". Un momento...io abito nell'attico. Una ragazza sta per uscire quando la fermo. "Ehi, scusa. Se ti do dieci dollari potresti tenere impegnato quel bel ragazzo alla reception il più a lungo possibile?". È molto carina e credo abbia intorno ai trent'anni. Si volta a guardare attentamente Zack e la vedo leccarsi le labbra. Se non altro queste gatte morte possono tornarmi utili. "Ci sto". Dopo averle dato i soldi, mi fiondo verso l'ascensore e le porte si chiudono prima che possa vedermi.

"Jennifer è una catastrofe" corro di qua e di là mentre mio figlio e la mia amica mi guardano confusi. "Zack è qui". "COSA?" saltello nel tentativo di infilare i pantaloni della tuta. "Si e-" un insistente bussare alla porta interrompe la mia spiegazione. "Apro io, cambiati la camicia" Jennifer cerca di coprirmi per darmi il tempo di cambiarmi. "Buonasera Zack, posso aiutarti in qualche modo?" "Jennifer? Cosa ci fai qui? La Wilson non c'è?" il suo tono è sospettoso e allusivo. Mi si gela il sangue nelle vene. Mantieni la calma, Ellie. Coraggio. "Eccomi" faccio capolino sull'uscio e sembra molto sorpreso di vedermi. Jen ci lascia soli. "Ho delle carte da consegnarti. Domattina non ci sarò e ho bisogno che siano compilate e firmate sulla mia scrivania entro l'ora di pranzo." Il tono non ammette repliche, ma non voglio dargliela vinta. "Che premuroso da parte sua portarmele a casa". "Sono documenti confidenziali. Vedi di non perderli, rovinarli o farli finire in mani sbagliate". Allunga i fogli verso il mio petto e me li pianta sui palmi in maniera poco cortese. "Non lo farò, non si preoccupi. Ora, se vuole scusarmi, ho altro da fare". Gli chiudo la porta in faccia e rilascio un sospiro di sollievo. Per oggi i pedinamenti sono finiti.

Sono ormai passati due giorni dalla mia "missione" e non ho ancora avuto modo di ripeterla. Devo aspettare che la fortuna sia nuovamente dalla mia parte, sperando che non mi volti le spalle all'ultimo momento, come è successo la prima volta. Al ricordo di quella sera, rilascio uno sbuffo frustrato. Strano che qualcosa o qualcuno mi si rivolti contro. Davvero molto strano. L'ingresso di Jennifer interrompe i miei pensieri sarcastici. "Buone notizie!" "Hanno riparato la macchina del caffè?" le domande mentre mi brillano gli occhi. Ho bisogno di caffeina. "No" "Quella stronza di Jessica è caduta dalle scale e non potrà più mettere quegli orridi trampoli che la fanno sembrare una giraffa?" "No, ma apprezzo la fantasia". Jessica Thompson è un'arpia. Sta facendo di tutto per guadagnarsi il titolo di "Lavoratrice dell'anno" e quando dico di tutto, lo intendo davvero in ogni sua accezione positiva o negativa che sia. "Giochiamo agli indovinelli o mi vuoi dire in cosa consistono le buone nuove?" "Peccato mi stavo divertendo, comunque, passiamo alle cose importanti. Ho parlato con l'autista di Zack". Mi metto dritta sulla sedia con tutti i sensi in allerta "E?" "E... a quanto pare, questa sera, Zackary Evans non desidera i suoi servizi perché ha delle faccende da sbrigare". "E chi ha detto che non guiderà lui stesso o non si farà dare un passaggio da qualcun altro?" "A quanto mi risulta, i suoi impegni sono in questa zona". "Interessante". "Appena finisco il turno vado da Alex, tu occupati del capo." "Posso chiamare Kim" "Non ce n'è bisogno, io e tuo figlio ci divertiamo tanto insieme".

Come programmato, alle sette in punto sto aspettando di vedere Zack lasciare l'azienda. Sono ancora tesa, ma l'ansia è decisamente nemica delle imprese sotto copertura, così cerco di calmarmi prima di incamminarmi. La sua uscita dall'edificio è identica a quella di due sere prima, tanto che una sensazione di déjà-vu mi attanaglia. Questa volta però, viene fermato da Jessica che naturalmente si è trattenuta a lavorare fino a tardi. "Signor Evans! Ma guardi che coincidenza, anche lei se ne va a quest'ora?" Già, che coincidenza. "Jessica! Cosa ci fai qui? Il tuo turno dovrebbe essere finito da un po'". Afferma lui in tono ammiccante.  Ovviamente ci sta.  Figuriamoci se un donnaiolo come lui si lascia sfuggire una preda tanto facile. "Stavo finendo di fare del lavoro extra. Accidenti è già piuttosto buio". Una tattica non troppo originale per farsi riaccompagnare a casa. Osservo Zack aspettandomi la sua altrettanto scontata risposta, ma quello che vedo e sento mi lascia perplessa e, a quanto sembra, non solo me. "Si be, sono le sette, le giornate si accorciano" afferma con tono sbrigativo. "Non potresti-" "No, non ho tempo. Buona serata Jessica". Oh. Colpo basso. Povera principessa. Mi desto dai miei pensieri e cerco di evitare l'arpia mentre mi getto all'inseguimento del capo, il quale dopo la conversazione sembra essere piuttosto irritato. Chissà cosa avrà mai da fare.

Quando cambia direzione ed entra in un negozio, mi fermo davanti alla porta d'ingresso. Vedo Zack e un uomo anziano scendere le scale per recarsi in quella che sembra una cantina o una taverna, così colgo l'attimo ed entro. Un pungente odore di vernice mi invade e un tepore accogliente riscalda il mio corpo infreddolito dalla sera. Cercando di fare meno rumore possibile, mi avvicino alle scale sperando di carpire la conversazione tra i due. "Allora Zackary, mi hai portato qualche nuovo disegno?" Disegno? Zack Evans fa il pittore nel tempo libero?

~ N/A ~
Buon pomeriggio fanciulle! Eccoci con un nuovo capitolo che speriamo di cuore vi piaccia. Vi ringraziamo per tutti i voti, commenti e visualizzazioni. Senza di voi tutto questo non esisterebbe. Vi invitiamo a seguirci su Facebook e Twitter, trovate i link nella nostra descrizione. Un bacio💕

When Love Takes OverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora