È passata ormai una settimana da quello "spiacevole" incontro, e da quel momento, ho avuto modo di incrociare Zack e Matt solo un paio di volte. Il legame con Jennifer si è intensificato e abbiamo preso quel famoso caffè insieme: è stato piacevole passare un pomeriggio in compagnia di una possibile amica; da quando ho avuto Alex, molte attività mi sono state interdette e per una volta, è stato bello vivere l'età che ho. Questa sera l'ho invitata a cena per farle conoscere il bimbo, così anche Kim potrà godersi il fine settimana. Non immaginavo di trovare così velocemente una confidente, ma devo ammettere che la cosa mi riempie di gioia. Ne avevo proprio bisogno, inoltre Jennifer è una persona meravigliosa. Ha circa otto anni più di me ed è una donna di gran classe e cultura. Mi ha spiegato molto sul mio lavoro, dato che per la prima settimana sono stata affidata completamente a lei per "Prenderci la mano", come ha detto Zack.
Ho preferito non ordinare il servizio in camera, ma preparare qualcosa con le mie mani. Mi sembrava un'idea più carina e intima. "Ellie, Alex è pronto! Hai bisogno di una mano con la cena?" Kim fa capolino dalla camera da letto, con in braccio un bambino vestito di tutto punto: una camicetta azzurra abbinata perfettamente a dei pantaloni blu. "Oh ma guarda il mio piccolo ometto! Grazie Kim, hai fatto un ottimo lavoro" Ho comprato alcuni vestiti nuovi per il lavoro, ma ho tenuto da parte qualcosa da dare alla babysitter per il grande sostegno che mi sta dando in questi ultimi giorni. "Se mi dai altri dieci minuti, finisco di prepararmi e ti porto la paga" mi sorride e scompaio nella cabina armadio. Ho già scelto cosa indossare, dato che resterò a casa mia, avevo optato per qualcosa di semplice: un vestito grigio di velo che arriva fino al ginocchio e si incrocia sul petto. È veramente molto comodo e pratico persino mentre sforno i piatti che ho preparato. "Grazie di tutto Kim" "Figurati Ellie, ora scappo perché ho un appuntamento" "Oh davvero? Mi dispiace farti tardare, va pure e buona serata" "Altrettanto, ciao Alex" gli da un bacio sulla fronte e corre alla porta. Poco dopo, sento bussare e penso che la ragazza abbia dimenticato qualcosa, ma quando apro, mi ritrovo davanti Jennifer. Indossa un abito lungo nero nella parte inferiore e con delle placchette argentate sul busto. Porta i capelli corti pettinati in modo impeccabile e mi guarda con un caldo sorriso stampato in volto. "Jennifer, accomodati" ci scambiamo due baci sulle guance e la invito ad entrare. "Oh ma lui deve essere Alex" gli si avvicina e il piccolo ride. A quanto pare piace anche lui. "Ellie, ma siete proprio uguali! Posso prenderlo in braccio?" Mi ha raccontato di non avere figli, ma che le sarebbe molto piaciuto; ogni Natale va a pranzo dalla sua famiglia e ha la possibilità di stare con i nipoti. "Riesce a mangiare un po' di torta al cioccolato vero?" mi chiede guardandomi speranzosa. "Altroché e ne va pure matto, come sua madre del resto".
La cena è tranquilla e divertente, Jennifer gioca volentieri con Alex e non tocchiamo neanche una volta l'argomento lavoro. La mia collega non si addentra mai in domande troppo personali come ad esempio dove sia il padre di Alex e come mai mi sia trasferita, e per questo gliene sono grata. Sento di potermi fidare di lei, ma non sono ancora pronta a raccontare tutto ciò che è successo in passato. "Ellie grazie della serata, ma sarà ora che io vada" "Grazie a te per la compagnia e per il dolce soprattutto" ancora un'ultima risata e poi si dirige verso l'uscita. "Ah, un'ultima cosa: lunedì va direttamente nell'ufficio di Zack, deve darti una comunicazione".
Inutile dire che ho passato il fine settimana a domandarmi in cosa consista l'informazione del mio capo. Ovviamente riguarderà il lavoro, ma sono tesa all'idea che sia il primo compito assegnatomi direttamente da lui. Suppongo sarà una giornata impegnativa per cui indosso uno dei completi più comodi che ho e dopo aver lasciato Alex ad un punto giochi, mi avvio verso la Evans Enterprise. Mi reco direttamente all'ufficio di Zack e busso prima di entrare. "Signorina Wilson, si accomodi". Ovviamente è perfetto nella sua giacca nera su misura e nella camicia bianca che gli fascia il busto, gli occhi color ghiaccio sembrano essere sempre più magnetici e il ciuffo ribelle lo rende più intrigante di un normale uomo d'affari. "Ora che ha terminato il suo periodo di preparazione, possiamo passare al vero lavoro. Da lei mi aspetto precisione, puntualità e correttezza; e veda di non fare errori" l'ultima frase mi fa raggelare. Non so perché, ma pronunciata con quel tono mi ha lasciato intendere che se dovessi commettere degli sbagli, ci saranno delle conseguenze. "Certamente Signor Evans." Un sommesso bussare alla porta ci interrompe. "Zack scusa il ritardo" Matt fa il suo ingresso con gli occhi cioccolato vispi e i capelli leggermente arruffati. "Oh Ellie" nota la mia presenza solo il momento successivo e mi guarda con aria colpevole. Dopo il nostro ultimo incontro una settimana fa, in questo stesso luogo, non ci siamo più visti, se non di sfuggita. Non mi ha infastidito il fatto che abbia garantito che tra me e lui non ci fosse niente, perché effettivamente è così. Ciò che mi ha fatta arrabbiare oltre ogni misura è l'avermi definita una "frivolezza", cosa che mi considerano entrambi da quanto ho capito. In seguito a questo ragionamento, suppongo faccia bene a sentirsi in qualche modo colpevole, ma torniamo al dunque. "Buongiorno Signor Smith" lo saluto con tono piatto e formale e lo vedo avere un sussulto. Zack ci osserva con attenzione e sento il suo sguardo, e successivamente anche quello del suo amico, bruciarmi addosso. "Allora Signor Evans, se fosse così cortese da espormi le mie mansioni, sarei ben disposta ad iniziare". "Certamente. Allora innanzitutto sono stati portati nel suo ufficio dei documenti che devono essere letti con attenzione e selezionati, questi ultimi dovranno essere timbrati sulla mia scrivania entro l'ora i pranzo. Per il pomeriggio è previsto un incontro con i soci, Matt dovrai assolutamente essere presente, mentre... Wilson?" sollevo la testa dai miei appunti e punto lo sguardo nel suo. Per fortuna sono seduta, altrimenti le mie gambe non reggerebbero. Oh, andiamo Ellie, che diavolo stai pensando? Lui è il tuo capo ed è un Don Giovanni, non è proprio il tuo tipo. "Quando la riunione sarà terminata, vi voglio entrambi qui nel mio ufficio per le prossime istruzioni. Domande?" "Se non è necessaria la mia presenza al meeting, cosa dovrei fare nel frattempo?" Spero di non essermi persa io parte della spiegazione, ma che si sia dimenticato lui di chiarirmi i miei compiti in quel lasso di tempo. "Oh, ma la tua presenza sarà necessaria. Solitamente questi incontri durano un paio d'ore e i soci bevono molto caffè, fumano molti sigari, spizzicano snacks. Avevamo proprio bisogno di una cameriera". COSA? Sta scherzando spero. Ho un master, passavo intere notti a studiare e ho fatto domanda in una delle aziende più prestigiose al mondo, per fare da cameriera? Oh, caro il mio Zack, hai passato il segno questa volta. Noto che Matt ridacchia alle parole del suo amico. Credo non abbiano capito con chi hanno a che fare. "Sono contenta dei rendermi utile a dei colossi in campo aziendale. Non la deluderò" Tendo le mie labbra in un sorriso e alzo il viso in un'espressione fiera. Restano entrambi interdetti, "Se non c'è altro, vado dai quei documenti che mi attendono". Detto questo, mi dirigo verso l'uscita non mancando di ancheggiare lievemente, per poi sorridere nel sentire i loro sguardi fremere alle mie spalle. Ci divertiremo Signori, eccome se ci divertiremo.
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Buongiorno ragazze! Eccoci con un nuovo capitolo che speriamo vi piaccia. È un capitolo un po' di passaggio, ma ogni tanto sono necessari. Vi ringraziamo per tutto e vi aspettiamo nel nostro gruppo Facebook, di cui trovare il link nella nostra bio 💕 Baci.
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When Love Takes Over
RomanceEllie Wilson, 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei h...