ZACK'S POV
Credo che poche cose facciano soffrire più delle menzogne, in particolar modo se queste escono dalla bocca di persone care. Ellie mi ha mentito, mi infastidisce per principio, ma più che altro mi incuriosisce dato che non comprendo il motivo di ciò; ma sapere che Arthur mi ha mentito, questo no, non lo accetto. Cammino a passo svelto verso il suo negozio, un luogo dove mi sono sempre sentito a casa, o almeno fino ad ora. "Oh Zack! Che piacer-" "Zitto! Ora ascoltami attentamente. Come conosci Ellie Wilson?" "Zack, innanzitutto calmati e non usare questo tono con me". Nonostante le sue parole siano severe, dalla sua voce e dal suo portamento non traspare nulla: è calmo come lo è sempre stato. Ricordo che quando ero più giovane e avevo uno spirito decisamente più ribelle, lui era l'unico a non rimproverarmi per i miei scherzi. Rideva con me e si congratulava per il mio ingegno. Un giorno mi disse di provare a trasmettere la mia creatività in modi alternativi, come ad esempio l'arte. Allora non ero che un ragazzino pressato dal desiderio del padre di diventare un uomo d'affari e che aveva solo voglia di infrangere un po' le regole. Arthur mi ha dapprima fornito un luogo fuori dalle mura domestiche dove poter essere me stesso e successivamente è diventato il mio mentore. Mi ha insegnato le basi della pittura e ha fatto sì che il mio talento nascosto potesse scaturire. Da quel momento l'arte è sempre stata una valvola di sfogo, in particolar modo a seguito del divorzio dei miei genitori: non sono mai stati particolarmente presenti o attenti, ma potrei affermare che non mi è mai mancato nulla. Ho avuto un'infanzia serena e ricca. Mia madre era in grado di sciogliere il gelo che attanagliava spesso lo sguardo di mio padre e i due parevano formare una bilancia in perfetto equilibrio. Ancora oggi mi domando quali siano state le cause della rottura di quella stabilità.
"Calmarmi? Dimmi la verità e io mi calmerò" inizio ad abbassare il tono di voce, così che l'uomo sia maggiormente predisposto a rivelarmi ciò che desidero sapere. "Io non conosco Ellie Wilson. È semplicemente venuta nel mio negozio come fanno tutti i clienti. Aveva bisogno di un consiglio per fare un regalo ad una cugina e si è trattenuta a lungo, motivo per cui so giusto giusto il suo nome". Non so perché, ma non riesco ad essere del tutto convinto. "E il bambino?" Continuo ad indagare. "È suo figlio. Ha avuto un breve imprevisto e mi ha chiesto di tenerlo per qualche minuto". Non comprendo il senso di tutto, la storia non mi quadra. Per quale motivo una giovane ragazza- madre dovrebbe lasciare suo figlio, anche se solo per poco tempo, alle attenzioni di un uomo che a mala pena conosce? Ellie non mi sembra il tipo: accurata com'è sul lavoro, lo sarà sicuramente anche in ambito famigliare e ho visto quanto è legata ad Alex, non commetterebbe mai un'imprudenza simile. "Capisco" mi limito a dire a seguito delle mie riflessioni. "Un'ultima cosa" ritorno sui miei passi prima di lasciare definitivamente questo luogo, dove non credo tornerò per lungo periodo. "Perché mi hai mentito e mi hai detto che il bambino era di una vicina?" mi osserva colpevole e abbassa il capo in cerca di una spiegazione. Solitamente si dice quando l'allievo supera il maestro, beh avrei preferito affermare la mia supremazia in altri ambiti, anziché cogliere il mio mentore con le mani nel sacco. "Io..." è in evidente difficoltà e per oggi non voglio più infierire su nessuno dei due. "Ci vediamo Arthur" gli volto rapidamente le spalle e mi faccio strada tra il calore del negozio che sembra riuscire a riscaldare solo le mie gote e non più anche il mio cuore, come invece faceva fino a poco fa.
"Ehi Matt!" biascico al telefono. "Zack? Stai bene?" sembra preoccupato. "Una favola amico! Vieni da me, sono avanzate un paio di birre...o forse è una sola... in ogni caso affrettati, o finirà anche quella" scoppio in una fragorosa risata senza motivo e mi butto di peso sul divano. All'altro capo del cellulare, sento Matt scusarsi con qualcuno e avvisarmi che sta arrivando. Sono proprio curioso di sapere se anche lui mi ha detto qualche menzogna negli ultimi tempi. Anche se, in realtà, il mio piano originale non prevedeva che io intraprendessi una lunga e profonda conversazione con una, due, tre e chi più ne ha più ne metta, bottiglie di birra. Avevo intenzione di affrontare il mio migliore amico a mente lucida, ma il dispiacere che Arthur mi ha provocato è stato troppo grande da sopportare. Non solo mi ha mentito giorni fa, ma ha continuato a farlo e guardandomi negli occhi per giunta. Una parte lucida e razionale di me, mi ha portato a credere che potesse esserci sotto una buona giustificazione che per qualche assurdo motivo non poteva rivelarmi in quel momento, ma suppongo che questa mia teoria sia annegata con più rapidità del mio risentimento.
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When Love Takes Over
RomanceEllie Wilson, 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei h...