Hell

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ZACK'S POV

Quando Matt è venuto ad avvisarmi del ritrovamento di Alex, il mio cuore si è riempito di una strana euforia mai provata prima. Avrei dato di tutto per correre subito in Centrale, ma il fato ha voluto che uno dei soci mi bloccasse proprio nel corridoio, nel bel mezzo della mia corsa. "Ross, non puoi dirmelo più tardi?" "Mi dispiace capo, ma è urgente!" Posso notare una nota di disgusto quando sottolinea il mio grado di superiorità rispetto a lui. I soci più anziani come Hamilton sono coloro dei quali mi sono sempre fidato maggiormente oltre a Matt: sono anziani e la loro lunga carriera ha acuito la loro esperienza. Nonostante questo, Ross ultimamente mi è parso strano e non più così affidabile, ma forse sarà semplicemente lo stress che invade ogni millimetro del mio corpo nelle ultime settimane. "Okay, avviso Smith che tarderò. Aspettami nel mio ufficio" "Potremmo incontrarci nel mio? Ho numerose scartoffie da mostrarle". Acconsento e appena mi giro, alzo gli occhi al cielo. Questo è uno di quei momenti in cui vorrei essere un giovane uomo normale che si gode la vita e non il capo di una così prestigiosa azienda.

"Matt!" Lo raggiungo quando è già nel parcheggio e sulla sua macchina, seduta al posto del passeggero, c'è Jennifer fremente. "Mi dispiace ragazzi, ma temo che dovrete andare senza di me." "Ehi amico, che succede?" Matt posa una mano sulla mia spalla comprensivo. "Ross ha detto  che c'è stato un problema urgente, vi raggiungerò il prima possibile". "Vuoi che ti aspetti?" "Assolutamente no, Ellie avrà sicuramente bisogno di voi, andate." Il ragazzo annuisce e monta al volante.

Li vedo sfrecciare via e un senso di vuoto si impadronisce di me.

"Allora Ross, cosa c'è di così importante? Ho un impegno." "Un impegno? E sentiamo, lo ritiene più rimarchevole del possibile fallimento della sua azienda?" Sgrano gli occhi non capendo le sue parole. "Di cosa stai parlando?" "Ma come Zack, eri così preso dalla biondina e dal suo bambino che non ti sei nemmeno accorto che stavi naufragando?" Se non fossi un uomo sicuro delle mie capacità, in questo momento starei tremando di paura: il suo sguardo fa accapponare la pelle e la luce nei suoi occhi è perfidia pura. "Non ho idea di cosa tu stia dicendo. Ho controllato tutti i conti come sempre e ciò che faccio nella mia vita privata non è affar tuo". "Sai, io ho sempre detto che non eri adatto al ruolo di capo... troppo giovane e ingenuo, troppo attaccato al divertimento..." forse inizio a capire dove vuole andare a parare. "Allora dimmi...chi sarebbe adatto a dirigere questo posto? Tu?" Domando in tono derisorio. Quando l'azienda è nata, mi era stato chiesto di nominare una sorta di vice e avrei dovuto sceglierlo tra i soci più anziani. Non sarei mai riuscito a scegliere il migliore di loro perché tutti sono sempre stati saggi ed abili nel loro lavoro, così decisi di creare una sorta di Consiglio in cui riunire tutti i membri più competenti e sotto forma di assemblea mi hanno aiutato a prendere le scelte più giuste. Senza di loro non sarei dove sono ora e il fatto che lui mi si stia rivoltando contro proprio adesso mi lascia perplesso. "Ovviamente". "Non ho mai messo in dubbio la tua validità, Ross. E non mi sarei neanche mai permesso di farlo. Ciò non toglie che i tuoi colleghi siano preparati quanto te, quindi mi chiedo, su quali basi avrei dovuto scegliere te come mia spalla?" Spiego in modo professionale, mentre dentro di me inizia ad accrescere un senso di allerta scaturito dall'insinuarsi dell'idea di un possibile pericolo.

"Caro, piccolo e ingenuo Zack, non ho mai voluto essere la tua spalla" afferma sprezzante; "proprio non ci arrivi?" Ma certo che ci arrivo: "Se ti infastidisce così tanto il fatto che sia io ad avere in mano l'azienda, perché non ti sei opposto quando potevi?" Faccio una pausa per cogliere la sua espressione e poi continuo: "Non sono un tiranno, se non mi ritenevi idoneo ad una tale carica avresti dovuto esporre il problema al Consiglio". "E credi che non l'abbia fatto?" Il suo tono di voce si altera e inizia a gridare. "Non hai idea di quante volte io abbia cercato di convincere tutti che non eri adatto a ricoprire questo ruolo, ma no...figuriamoci se quegli stolti aprono gli occhi!" "Senti Ross, possiamo trovare una soluzione, ne sono sicuro" stavo per sbottare, ma ho letto la follia nei suoi occhi e ho pensato che forse sarebbe stato meglio assumere un tono più accomodante per cercare di calmarlo. "Oh...ma io l'ho già trovata questa soluzione di cui parli" inizia a camminare per l'ufficio mentre io resto pietrificato sul posto. Odio ammetterlo, ma per una volta ho davvero paura: paura per la mia vita, paura di non rivedere più Matt, Ellie e Alex. È assurdo come questi ultimi siano così impressi nella mia mente proprio ora che ho il terribile presentimento che qualcosa di terribile stia per accadere. "E quale sarebbe?" Sento l'eco del mio cuore palpitare nelle orecchie, il sangue circolare bollente in tutto il mio corpo e il respiro accelerato come se avessi appena concluso una corsa, anche se temo che quest'ultima inizi proprio adesso.

Ross si avvicina alla scrivania mantenendo gli occhi puntati nei miei, io nel frattempo, mi avvicino furtivamente alla porta di ingresso al di là della quale non sento nulla. "Ah ah... Zack, la nostra conversazione non è ancora finita" guardo la sua mano e la mia che era quasi arrivata alla maniglia, resta immobile per poi cadere pesantemente lungo un fianco. Rimando giù della bile e sento gocce di sudore ghiacciato scendere lungo la colonna vertebrale. Lo guardo negli occhi nella speranza che essi possano spaventarmi meno rispetto a ciò che stringe nella mano, ma quando lo faccio, l'effetto sortito è l'esatto opposto: la camicia è ormai appiccicata al mio corpo e il mio respiro esce a fatica. "N-Non lo farai" cerco di mostrarmi il  più sicuro possibile. "Tu dici?" Non ho il tempo di rispondere perché la porta si apre di scatto, mostrando una giovane donna. "Zack ti ho visto venire qui e..." Jessica. Si blocca sul posto quando vede Ross, o per meglio dire, la pistola di Ross. Ma nessuno ha il tempo per dire o fare qualcosa perché succede tutto troppo in fretta. Un colpo fa tremare i vetri e un sussulto acuto riempie le mie orecchie. Sento qualcosa cadere pesantemente a terra e quando trovo il coraggio di spostare lo sguardo, vedo Jessica Thompson a terra: sulla camicetta fiorata si sta aprendo una grande macchia rossa, i capelli sono sparsi in morbide onde sul pavimento e le sue guance sono solcate da lacrime. In una frazione di secondo mi accascio accanto a lei sostenendole il capo. "Andrà tutto bene Jessica" cerco di farle forza e di mantenerla sveglia, ma dopo poco mi rendo conto di quanto i miei sforzi siano vani. Ha già perso troppo sangue e tentare di fermare l'emorragia è ormai inutile. I suoi occhi si chiudono e sento il peso del suo corpo completamente poggiato contro il mio. "PERCH È?!" Non mi controllo più e l'adrenalina scorre veloce al mio interno. "NON TI AVEVA FATTO NULLA DI MALE! MARCIRAI IN PRIGIONE PER QUESTO!" Lo minaccio, ma lui si limita a sorridere. "Oh no, Signor Evans, io non andrò dietro le sbarre" sul suo volto compare un sorriso raccapricciante e io lo guardo confuso. "Andrò direttamente all'inferno e tu verrai con me".

ELLIE'S POV

Le macchine della polizia corrono veloci sulla strada con le sirene spiegate. Wood non voleva che noi andassimo con loro, ma non c'è stato verso di lasciarci in Centrale. Quando arriviamo all'azienda, le auto si fermano in maniera scomposta anche se poco dopo deduco che tutto questo sia tutt'altro che disordine, ma si tratta in realtà di una formazione ben precisa. Gli agenti scendono lasciando le portiere aperte e le armi sono puntate sull'ingresso principale della Evans Enterprise. "Restate qui dentro" ci ordina il commissario prima di uscire dalla vettura. Sono veramente molto preoccupata e i miei amici non sono da meno. Ho una pessima sensazione. L'azienda dovrebbe ormai essersi svuotata, ma la porta di ingresso è ancora aperta e ci sono le luci di alcuni uffici ancora accese segno che le donne delle pulizie stanno svolgendo le loro mansioni. C'è un silenzio surreale intorno a noi perché la zona è stata evacuata per ragioni di sicurezza anche se alcuni curiosi si ostinano ad avvicinarsi furtivamente. Wood dà l'ordine ad alcuni agenti di avvicinarsi all'entrata: l'idea è quella di fare irruzione in modo non troppo caotico. A poco a poco, i poliziotti iniziano ad entrare, dando l'ordine a coloro che li seguono che tutto è tranquillo. Un sospetto mi volteggia per la mente e il Commissario che è accanto alla portiera gli dà voce: "Qui è tutto troppo tranquillo". E come se le suo parole avessero dato un via segreto, un boato infrange il silenzio della sera e il rosso vivo delle fiamme che si specchiano sui vetri in frantumi di quella che era la Evans Enterprise, illuminano il buio togliendo la scena alle meravigliose stelle che, inconsapevoli dell'inferno che brucia sotto di loro, continuano a brillare nel cielo.

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Buonasera! Ecco il nuovo capitolo che speriamo vi piaccia. Vi preghiamo come al solito di farci sapere cosa ne pensate e vi ricordiamo che ci sono ancora posti disponibili nel gruppo WhatsApp. Baci💕

When Love Takes OverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora