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SEATTLE

Da quando avevamo lasciato l'Inghilterra, atterrando sul suolo americano, precisamente a Miami, erano passati dieci giorni. Giorni molto intensi, i ragazzi avevano un concerto dopo l'altro e di conseguenza anche noi dovevamo seguire i loro ritmi. In dieci giorni avevano cambiato città tre volte, da Miami a Nashville, da Nashville ad Atlanta e da Atlanta a Seattle, dove saremmo rimasti per due notti. Una settimana dal nostro arrivo in America, il padre di Harry era arrivato a fargli visita, con grande stupore del figlio, che ormai non ci sperava più. Avevano passato le giornate ad andare insieme a golf o vedere qualche partita di baseball, mentre la sera il signor Styles era sempre presente ai concerti del figlio cantando insieme a noi canzone dopo canzone, scatenandosi come un'adolescente. In poche parole era un vero spasso, si era mostrato veramente simpatico nei miei confronti, come aveva già mostrato a Parigi, mi aveva invitato persino ad unirmi a loro per andare a guardare la partita, ma aveva educatamente rifiutato, era giusto che Harry e Gemma passassero del tempo con il padre. Intanto Niall ad ogni ora libera che aveva, faceva di tutto per parlare con Jess su skype, nonostante il fuso orario, niente sembrava poter fermare quei due. Liam e Louis, avevano trovato dei biglietti disponibili per farsi raggiungere dalle proprie ragazze, ormai depressi per la troppa distanza, infatti in meno di un giorno Sophia e Eleanor ci avevano raggiunti, meglio così, pensai. Zayn e Grecy, nonostante le prime polemiche nate sui social, erano stati accettati come coppia sia dal fandom dei ragazzi, sia da quello nostro, adesso passavano indisturbati il loro tempo insieme, proponendo spesso anche qualche serata piena di programmi allettanti, a cui non rifiuta mai nessuno, me compresa. Da un concerto all'altro sentivo spesso Tom, purtroppo era stato bloccato a lavoro e non era riuscito a partire, promettendomi però che l'avrebbe fatto il prima possibile, e gli credevo, manteneva sempre le sue promesse, e si era comunque mostrato abbastanza presente ogni giorno, malgrado la distanza, mi aveva persino fatto mandare delle rose, mettendosi in contatto con un fioraio del posto, era sempre così dolce e premuroso. Nei dieci giorni in America, si era presentata anche l'evidenziatore, Lucy, che con mio grande stupore aveva cambiato nuovamente colore di capelli, adesso li aveva biondi, ma non quel biondo che tutti invidiano, bensì sembravano per lo più gialli, ci rimasi un po' male, perché non avevo idea di come poterla chiamare adesso, il mio momento di perplessità finì, affibbiandole un nuovo appellativo, lampadina, mi sembrava più che appropriato. Quando si era presentata in hotel, aveva stupito tutti con il suo arrivo, anche Harry stesso, che non aveva esitato a chiederle, perché si trovasse lì. Sapevo, grazie a Niall, che i due non avevano ancora chiarito dopo che Harry era ritornato da Los Angeles, era arrabbiato con lei, ma la lampadina, gli aveva promesso di vedersi un po' più spesso dato che adesso i ragazzi sarebbero rimasti più a lungo in America. Due giorni dopo era ritornata a Los Angeles, rassicurando il suo ragazzo che si sarebbero visti la prossima settimana, il riccio in modo molto svogliato aveva acconsentito. Il mio rapporto con lui era quello di sempre, passavamo del tempo insieme, nessuno dei due faceva domande sul partner dell'altro, evitando così inutili discussioni, anche se una volta aveva cercato in tutti modi di estorcermi qualcosa sui miei rapporti intimi con Tom, smanioso di sapere se dopo di lui ero realmente andata a letto con un altro. Non gli avevo risposto, perché non volevo, era ovvio che ancora io e Tom non eravamo arrivati a quel punto, non riuscivo ad entrare nell'ottica di farmi toccare da un altro che non era Harry, ma questo mio blocco dovevo superarlo al più presto, io e Harry eravamo soltanto amici, malgrado in una delle serate organizzata da Grecy e Zayn, stava accadendo l'inevitabile, c'era stato soltanto una toccatina e un bacio sospeso, dio solo sapeva cosa ci aveva permesso di fermarci, più che altro, mi aveva permesso, lui sembrava tranquillo, anzi chiedeva di più, ma quella sera non aveva ottenuto nulla da me. Nei giorni seguenti, aveva più volte provato a flirtare con me, e come una stupida ci cascavo puntualmente, ovviamente. Ma non avevo tradito Tom e soprattutto non era mia intenzione farlo.

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